Frusta la figlia perché "troppo occidentale": arrestato

Cronaca

Una diciassettenne marocchina, residente in Italia da una decina d'anni, avrebbe subito maltrattammenti dal padre, ora ai domiciliari. La ragazza è stata ospitata in una comunità

I casi di:
Jamila, "troppo bella" per andare a scuola
Samia, violentata perché voleva studiare italiano
Hina, la ragazza pachistana uccisa nel 2006

Frustata con un filo elettrico e segregata dal padre perché aveva comportamenti troppo "occidentali", compresa una relazione sentimentale con un connazionale sfociata nel primo rapporto sessuale.
E' successo ad una diciassettenne marocchina, Amal (nome di fantasia che significa speranza), da una decina d'anni in Italia e residente insieme alla famiglia in un paesino della provincia di Pesaro Urbino, che è stata "liberata" dai carabinieri.

Arrestato per maltrattamenti in famiglia il padre, che ha 52 anni, mentre la madre è stata denunciata a piede libero.
Le prime tensioni in famiglia erano scattate con l'inizio dell'adolescenza e la passione per vestiti e comportamenti all'occidentale.
Un paio d'anni fa, con l'inizio della storia d'amore con il ragazzo marocchino, comincia un vero e proprio calvario di insulti, mortificazioni e infine violenze.
Chiusa nella camera del fratellino, Amal viene presa a schiaffi e pugni dal padre, che usa un filo elettrico come frusta anche per punirla se marina la scuola.

Quando il padre apprende dei primi contatti fisici della figlia con il giovane, inizia a segregarla in soffitta.
Venerdì 26 agosto l'uomo è stato fermato dai carabinieri al culmine di una escalation di violenza: tornato a casa vede Amal con una maglietta a maniche corte, la prende per i capelli e la sbatte contro una parete, lei fugge, rincorsa dal padre a piedi e poi in auto.
Poi Amal torna in casa, mentre il padre è fuori: insultata dalla madre, si rifugia proprio nella soffitta.
Il padre sfonda la porta e la ragazza minaccia di gettarsi dalla finestra. A quel punto alcuni vicini danno l'allarme e arrivano i carabinieri, che convincono la ragazza a desistere dai suoi propositi suicidi e fanno tornare dentro il padre.

Sembra una "normale" lite in famiglia, ma gli uomini dell'Arma, dopo avere ascoltato il racconto della ragazza, perquisiscono l'abitazione e trovano il filo elettrico nascosto tra alcuni abiti in camera da letto.
Dopo avere raccolto altri elementi di riscontro, scattano le manette per l'uomo. L'Osservatorio dei Minori parla di un "crimine contro l'umanità" e invoca "un punizione esemplare". Il padre ora è ai domiciliari, dopo tre giorni nel carcere di Villa Fastiggi a Pesaro, la diciassettenne è in comunità.

Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]