Roma, positivi al test della Tbc anche i neonati di febbraio

Cronaca

Nessuno dei piccoli nati al Policlinico Gemelli è malato. La denuncia del Codacons: "Il marito dell'infermiera avrebbe avuto la Tbc nel 2004". L'ospedale: non avevamo ricevuto alcuna segnalazione

Con i 18 del bollettino di lunedì 29 agosto, salgono a 52 i bimbi nati al Policlinico Gemelli di Roma risultati positivi ai test della tubercolosi avviati dalla Regione Lazio dopo la scoperta di un'infermiera del nido ammalata. E, per la prima volta, ci sono dei neonati che hanno visto la luce a febbraio, al di fuori cioè del periodo marzo-luglio individuato in un primo momento (e calcolato sulla base dei tempi presunti di contagiosità dell'infermiera), poi anticipato di un mese su impulso della stessa governatrice Renata Polverini dopo aver constatato che diversi bimbi positivi erano nati a marzo. Ora, con la presenza dei positivi di febbraio, i controlli saranno ulteriormente retrodatati?
A decidere se farlo o meno saranno le autorità in queste ore al lavoro per concludere i controlli entro la data fissata del 31 agosto.

Nessun neonato risulta ammalato - I numeri, comunque, sarebbero entro le attese 'normali' dell'infezione: su 1271 bambini, a cui vanno aggiunti i 208 di febbraio, sono 917 quelli che sono già stati visitati; 729 i risultati già pervenuti. I 52 positivi, le cui famiglie sono state tutte avvertite, rappresentano una media del 7,13% (contro un'attesa dagli esperti del 10-12%, ricordava l'altra sera a Lourdes Polverini), e nessuno di loro è ammalato. L'unica ammalata, finora, è la bimba ricoverata al Bambin Gesù, il cui caso va ancora collegato con certezza all'infermiera. E ora si è tornato a parlare della dipendente del Gemelli, ricoverata allo Spallanzani.

Codacons: il marito della donna avrebbe avuto la Tbc nel 2004 - Il sasso l'ha lanciato il Codacons, con un esposto alla Procura di Roma: "Il marito dell'infermiera avrebbe avuto la Tbc nel 2004 e desta sconcerto che il Gemelli non abbia fatto le visite periodiche obbligatorie alla dipendente ogni anno". Inoltre, la donna lavorava al nido da 2 anni e mezzo: è quello il periodo di tempo a cui allargare i controlli. Ma la direzione del Gemelli frena: "Non ci è mai giunta né da parte della dipendente né dalle autorità sanitarie competenti, segnalazione di patologia tubercolotica, di cui sarebbe stato affetto un familiare dell'infermiera". "Il Gemelli ha già risposto - il commento di Polverini al Codacons - non ho nulla da aggiungere".
Il più critico è però il presidente della commissione Sanità di Roma Capitale, Fernando Aiuti. Si confondono, sostiene l'immunologo, tempi d'incubazione dell'infezione e tempi d'incubazione della malattia: "No alla caccia all'untore", il suo appello.

Commissione di indagine -
Intanto, lunedì 29 agosto si è insediata la commissione di indagine istituita dalla presidente-commissario. Guidati dal docente di Malattie infettive della Sapienza Vincenzo Vullo, i 'Sette saggi della Tbc' indagheranno a largo spettro e con ampi poteri sulla vicenda per 90 giorni.

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