Migranti soccorsi a Lampedusa: “In mare decine di morti”

Cronaca
Una fase dell'operazione di soccorso della Guardia Costiera, con immagine presa dal monitor di un elicottero, durante il soccorso condotto nel canale di Sicilia a un barcone con a bordo circa 300 immigrati
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I superstiti del barcone in avaria, raggiunto dalla Guardia Costiera a 90 miglia dall’isola, raccontano che molti dei profughi partiti con loro dalla Libia sarebbero morti di stenti e fame. Polemica per una nave Nato che non avrebbe risposto all'sos

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Decine e decine di migranti sarebbero morti di stenti e di fame su un barcone in avaria soccorso a 90 miglia da Lampedusa, in acque libiche, dalle motovedette della Guardia Costiera. Lo hanno riferito i primi superstiti trasferiti sull'isola in elicottero a causa delle loro precarie condizioni di salute. Secondo il loro racconto, che deve ancora essere vagliato dalle forze dell'ordine, i cadaveri delle vittime sarebbero stati abbandonati in mare.

Gli uomini della Guardia Costiera, impegnati nei soccorsi, hanno ritrovato un corpo. A ricostruire la tragedia, i primi superstiti trasportati in elicottero nel Poliambulatorio. A fatica, anche a causa dello shock, hanno raccontato di essere partiti venerdì sera dalla Libia e di essere rimasti alla deriva dopo la rottura del motore. Le forze dell'ordine attendono tuttavia l'arrivo degli altri migranti per avere un quadro esatto della vicenda.

L'imbarcazione era alla deriva almeno da un giorno e mezzo ed è stata segnalata alle autorità italiane da un rimorchiatore cipriota. Il rimorchiatore, dopo aver portato i primi aiuti, si è dovuto allontanare quando alcuni migranti si sono gettati in mare nel tentativo di raggiungerlo. Prima di lasciare la zona, però, dal rimorchiatore sono state gettate alcune zattere di salvataggio.

Il barcone, lungo una ventina di metri che si trovava alla deriva a circa 90 miglia da Lampedusa, è stato raggiunto nel pomeriggio del 4 agosto dalle motovedette e da un elicottero della Guardia Costiera. "Nella zona delle operazioni le nostre motovedette hanno avvistato in mare alcuni indumenti galleggiare, forse si tratta anche di cadaveri, ma siamo stati costretti a rientrare per trasferire al piu' presto i 300 migranti che sono in precarie condizioni di salute" ha detto il comandante della Capitaneria di Porto di Lampedusa, Antonio Morana.

Ma l'ultima tragedia dell'immigrazione rischia di avere anche conseguenze diplomatiche: a 27 miglia dal barcone in avaria c'era una nave della Nato che sarebbe stata sollecitata dalle autorità italiane a intervenire in soccorso dei migranti.  L'Alleanza, però, avrebbe risposto picche e la carretta con centinaia di uomini, donne e bambini senza acqua e senza cibo da giorni avrebbe continuato il suo viaggio disperato. Un no, quello della Nato, su cui il Viminale vuole risposte. Tanto da chiedere ai ministri della Difesa e degli Esteri un intervento presso la coalizione.

Il 3 agosto a Lampedusa sono arrivati oltre 500 extracomunitari a bordo di due diverse imbarcazioni. Nei due centri di accoglienza dell'isola ci sono complessivamente più di mille persone.

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