Omicidio Melania: la procura chiede l'arresto di Parolisi

Cronaca
Il marito di Melania Rea e unico indagato dell'omicidio, Salvatore Parolisi
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La richiesta di custodia cautelare in carcere per il marito della donna è stata avanzata dai pm di Ascoli ed è ora all'esame del gip Calvaresi. I legali di Salvatore: "Grave fuga di notizie". Secondo l'autopsia la vittima "colpita anche dopo il decesso"

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Una richiesta di misura cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di Salvatore Parolisi, marito e unico indagato per omicidio volontario aggravato di Melania Rea, la donna scomparsa il 18 aprile nell'ascolano e trovata morta due giorni dopo. La richiesta della procura di Ascoli Piceno è ora all'esame del gip Carlo Calvaresi. Il giudice non ha limiti di tempo per far eseguire l'arresto o decidere di rigettare la richiesta dei pm. Parolisi, al momento sospeso dal suo incarico di istruttore e impiegato in un ufficio amministrativo della caserma Clementi, è rientrato a Frattamaggiore da Ascoli un giorno in anticipo su quanto previsto ed ora si trova a casa dei suoi genitori.

L'autopsia: "Colpita dopo il decesso" - A far decidere il pool della Procura che coordina le indagini dei carabinieri sarebbero state le risultanze degli accertamenti via via arrivati sul tavolo dei magistrati. In particolare, è stata depositata mercoledì13 luglio la perizia relativa all'autopsia effettuata sul corpo di Melania Rea dal medico legale Adriano Tagliabracci.

Tra gli elementi emersi dalla autopsia, quello secondo cui Melania Rea sarebbe stata
brutalmente assassinata con almeno due armi diverse, un coltello e un oggetto contundente, forse un punteruolo. Con il coltello sarebbe stata uccisa, mentre con un
punteruolo sarebbe stata colpita dopo la morte, il giorno 19 aprile e forse anche il 20, prima che il cadavere venisse scoperto, a seguito di una telefonata anonima. I colpi post
mortem, secondo gli investigatori, sono stati inferti per depistare le indagini.

"Siamo sicuri del nostro lavoro - ha dichiarato fino a giovedì il comandante provinciale dei carabinieri Alessandro Patrizio - e abbiamo fotografato la situazione a Colle San Marco". Controversa è infatti la presenza di Melania Rea sul pianoro ascolano, testimoniata dal solo Salvatore e dove, secondo il racconto dell'uomo, sarebbe scomparsa.

Il pericolo di inquinamento delle prove - Sulla richiesta di custodia cautelare potrebbe aver pesato inoltre il pericolo di inquinamento delle prove, se non di fuga. Parolisi, infatti, avrebbe tenuto per gli inquirenti un comportamento strano. Il 19 aprile, il giorno dopo la scomparsa di Melania (ritrovata cadavere il 20), Salvatore avrebbe cancellato il suo profilo Facebook, dove interagiva con l'avatar 'Vecio alpino', per poi sbarazzarsi del cellulare 'dedicato' con cui comunicava con Ludovica P., la soldatessa con cui aveva una relazione extraconiugale.

I legali: "Grave fuga di notizie" - I legali di Salvatore Parolisi Valter Biscotti e Nicodemo Gentile hanno fatto sapere di “apprendere dalla stampa che la Procura della Repubblica di Ascoli avrebbe chiesto l'arresto" del loro assistito.  "Questa fuga di notizie - dichiarano all'Ansa - in un momento così delicato dell'inchiesta è la riprova della gravità inaudita di comportamenti cui noi difensori ci troviamo a dover fra fronte impotenti". "E' mai possibile - si chiedono Biscotti e Gentile - in un paese civile leggere simili notizie, quando queste debbono essere protette dal più rigoroso segreto processuale? Quale è lo scopo perseguito da chi si affretta a divulgare atti processuali protetti dal segreto istruttorio?".
"Il linciaggio morale nei confronti di Salvatore non ha fine" concludono gli avvocati, che "alla luce di questo chiedono pubblicamente un'ispezione degli organi competenti del Ministero per accertare la responsabilità di queste fughe di notizie, vere o false che siano".

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