Palermo: in manette 37 affiliati a Cosa Nostra

Cronaca
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Sono accusati di estorsione, traffico di droga e di aver favorito la latitanza di due boss. I carabinieri: l'operazione è stata frutto della collaborazione di imprenditori vittime del pizzo. Il procuratore De Francisci: "Da oggi città più normale". VIDEO

I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno fermato oggi 37 presunti membri di Cosa nostra, su disposizione della Dda palermitana, indagati per "associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni, alle rapine, e al traffico di stupefacenti" e accusati di aver favorito, a vario titolo, le latitanze di Giovanni Vincenzo Nicchi e di Filippo Annatelli.

Lo riferiscono i militari in una nota, aggiungendo che "i destinatari del provvedimento sono vertici e affiliati a Cosa nostra del mandamento mafioso palermitano di Pagliarelli e della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio", e che l'urgenza dei fermi è stata causata "dalla necessità di interrompere tempestivamente attività estorsive nei confronti di negozianti e imprenditori e prevenire attentati incendiari e ritorsioni fisiche alle vittime".

Secondo quanto riferiscono i carabinieri, ad essere vittima del pizzo erano oltre 30 imprenditori e il frutto delle estorsioni sarebbe stato reinvestito "nel settore del narcotraffico di cocaina, nella conduzione delle attività criminali poste in essere dagli associati sino alla gestione della latitanza di esponenti di vertice della consorteria i quali, come nel caso di Nicchi ed Annatelli, continuavano a gestire direttamente le dinamiche mafiose del mandamento". I carabinieri concludono affermando che "si evidenziano, rispetto al passato, concreti segnali di apertura alla collaborazione da parte di commercianti e imprenditori".

Ignazio De Francisci, procuratore aggiunto della Dda di Palermo, ha commentato ai microfoni di SkyTG24: "è stata interrotta una pesante attività criminale e da oggi Palermo è un po' più normale".

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