"Io Ricordo", il racconto collettivo online del G8 di Genova
Cronaca"Dove eravamo, con chi, cosa stavamo facendo nel luglio 2001?". Mentre si avvicina il decennale, è nato sul web un progetto per condividere i ricordi di chi era (e di chi non c’era) nella città ligure in quel drammatico week end. Leggi le testimonianze
di Nicola Bruno
Margherita aveva sedici anni e si sente in colpa per non aver preso il treno per Genova quel weekend: “troppo pericoloso” le avevano detto i genitori.
Tambu era a pochi metri dai fatti, nella zona rossa, e ricorda il senso di claustrofobia: “La strada per casa mia era completamente bloccata, ero prigioniero in centro. (...) Chiedo aiuto a un poliziotto e mentre addenta un panino mi dice ‘passa da quel marciapiede e prova da via Tommaso Ivrea, ma occhio alle zecche’. Le zecche erano i manifestanti”. Vito ricorda “che non c’erano né buoni né cattivi, ma 300mila persone dalle pratiche diverse. Io non voglio che ci sia qualcuno che paghi per me e per tutti”.
Sono già tanti, e molti diversi tra loro, i racconti che dalla mattina del 23 giugno si affollano sulle pagine di “Genova, Io Ricordo”, un progetto lanciato per condividere i ricordi di chi è stato o non è stato a Genova durante il G8 del 19-22 Luglio, di cui quest’anno ricorre proprio il decennale.
“Ci sono momenti della storia che restano impressi nella nostra memoria – spiega la blogger ed esperta di social media Claudia Vigo, una delle ideatrici - Tanto che ne portiamo con noi ogni particolare: dove eravamo, con chi, cosa stavamo facendo. Il 20 e 21 luglio 2001 qualcosa si è modificato nella nostra storia: qualcosa è definitivamente cambiato, finito, cominciato”. Dietro il progetto non c’è nessun tentativo di “ricostruire i fatti di Genova o i processi che sono seguiti: è già stato fatto più volte, nelle sedi più adatte e in quelle meno adatte, con risultati che chiunque può valutare”. Ma solo la volontà di dare vita a “un racconto collettivo. Di chi c'era e di chi non c'era”. E, in effetti, tra i primi contributi arrivati, sono molti quelli di persone che in quei giorni non erano a Genova, ma hanno comunque sentito un senso di vicinanza e preoccupazione per i tanti coetanei che manifestavano nelle strade del capoluogo ligure.
Per inviare i propri contributi si può utilizzare il sito web http://ioricordogenova.altervista.org/ oppure Twitter, inserendo l’hashtag #ioricordo.
Ecco una selezione dei primi ricordi arrivati.
Margherita aveva sedici anni e si sente in colpa per non aver preso il treno per Genova quel weekend: “troppo pericoloso” le avevano detto i genitori.
Tambu era a pochi metri dai fatti, nella zona rossa, e ricorda il senso di claustrofobia: “La strada per casa mia era completamente bloccata, ero prigioniero in centro. (...) Chiedo aiuto a un poliziotto e mentre addenta un panino mi dice ‘passa da quel marciapiede e prova da via Tommaso Ivrea, ma occhio alle zecche’. Le zecche erano i manifestanti”. Vito ricorda “che non c’erano né buoni né cattivi, ma 300mila persone dalle pratiche diverse. Io non voglio che ci sia qualcuno che paghi per me e per tutti”.
Sono già tanti, e molti diversi tra loro, i racconti che dalla mattina del 23 giugno si affollano sulle pagine di “Genova, Io Ricordo”, un progetto lanciato per condividere i ricordi di chi è stato o non è stato a Genova durante il G8 del 19-22 Luglio, di cui quest’anno ricorre proprio il decennale.
“Ci sono momenti della storia che restano impressi nella nostra memoria – spiega la blogger ed esperta di social media Claudia Vigo, una delle ideatrici - Tanto che ne portiamo con noi ogni particolare: dove eravamo, con chi, cosa stavamo facendo. Il 20 e 21 luglio 2001 qualcosa si è modificato nella nostra storia: qualcosa è definitivamente cambiato, finito, cominciato”. Dietro il progetto non c’è nessun tentativo di “ricostruire i fatti di Genova o i processi che sono seguiti: è già stato fatto più volte, nelle sedi più adatte e in quelle meno adatte, con risultati che chiunque può valutare”. Ma solo la volontà di dare vita a “un racconto collettivo. Di chi c'era e di chi non c'era”. E, in effetti, tra i primi contributi arrivati, sono molti quelli di persone che in quei giorni non erano a Genova, ma hanno comunque sentito un senso di vicinanza e preoccupazione per i tanti coetanei che manifestavano nelle strade del capoluogo ligure.
Per inviare i propri contributi si può utilizzare il sito web http://ioricordogenova.altervista.org/ oppure Twitter, inserendo l’hashtag #ioricordo.
Ecco una selezione dei primi ricordi arrivati.