Maxi-operazione contro l'organizzazione: 142 arresti in tutta Italia. Il filmato delle telecamere nascoste dei carabinieri mostra i capi mentre festeggiano in un ristorante del torinese la promozione all'interno della gerarchia di alcuni loro affiliati
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I carabinieri di Torino hanno arrestato 142 persone in un blitz contro affiliati della 'Ndrangheta . In manette sono finiti anche esponenti dei clan della Locride e di Platì.
Il blitz, denominato "Minotauro", è stato eseguito dai carabinieri del capoluogo piemontese tra Milano, Torino, Modena e Reggio Calabria, nell'ambito di un'indagine della procura distrettuale antimafia di Torino. In tutto sono impegnati nell'operazione 1300 uomini dell'arma.
Gli arrestati sono tutti accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, narcotraffico, estorsione e detenzione illegale di armi.
Nel video in alto le telecamere nascoste dei carabinieri riprendono i capi che, in un ristorante del torinese, brindano per la promozione all’interno della gerarchia della cosca di alcuni loro affiliati, come spiega l'inviato di SkyTG24 Massimo Postiglione.
Guarda il servizio:
Arresti e sequestri - In manette è finito anche Nevio Coral, ex sindaco di Leini' (To), suocero dell'assessore regionale alla Sanità Caterina Ferrero, che si è dimessa nei giorni scorsi dopo essere stata iscritta nel registro degli indagati in un'inchiesta sulla sanità piemontese.
Nell'ambito della stessa operazione sono stati sequestrati anche beni riconducibili a importanti esponenti della 'Ndrangheta in Piemonte, per un valore di decine di milioni di euro. Tra i beni sqeustrati numerose società, lussuose ville, appartamenti, appezzamenti di terreni edificabili, automezzi per il trasporto merci, cassette di sicurezza, conti correnti ed altro.
La maxi operazione nasce dalle dichiarazioni del boss Rocco Marando, fratello del super narcos Pasquale Marando, di Platì. Pasquale Marando è latitante da oltre 10 anni, ma secondo alcuni pentiti sarebbe stato ucciso dal clan di 'Ndrangheta Trimboli e sepolto in un luogo sconosciuto.
Maroni: "Duro colpo a infiltrazioni" - L'operazione coordinata dalla Dda "ha colpito duramente l'infiltrazione della 'ndrangheta in Piemonte". Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni che ha incontrato, in Prefettura, il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. "E' stata un'importantissima operazione - ha detto Maroni - ho fatto i complimenti a Caselli e lui a sua volta si è congratulato con le forze dell'ordine".
Maroni ha ribadito l'importanza di "aggredire anche gli ingenti patrimoni della criminalità organizzata. Questi marciare parallelo, le misure personali e il sequestro dei beni sono, come sottolineo da tempo, sono la strada principale per sconfiggere la criminalità organizzata". Il ministro, infine, ha sottolineato l'importante ruolo dell'Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati e sequestrati. "E' quanto di più avanzato esista in Europa", ha aggiunto.
La 'Ndrangheta al Nord - "Dopo la Lombardia, ecco che con l'operazione Minotauro in Piemonte si ricostruisce la mappa della struttura della 'Ndrangheta e dei suoi beni per un valore di 10 milioni di euro: la presenza al Nord sempre più avvolgente non fa perdere di vista, però, la direzione strategica che rimane sempre in Calabria" ha commentato il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso .
L'operazione "Minotauro" è infatti solo l'ultimo colpo di una serie inflitti all'organizzazione criminale al Nord.
Nel marzo scorso un'inchiesta del pm Boccassini ha fatto luce sugli interessi e le manovre delle cosche calabresi a Milano, portando all'arresto di 35 persone.
Poco meno di un anno fa un'altra maxi operazione aveva portato al fermo di oltre 300 persone tra Reggio Calabria e Milano. Tra gli indagati anche politici e carabinieri.
Tutti blitz che confermano quanto ormai la 'Ndrangheta non sia più radicata solo in Calabria, ma su gran parte del territorio italiano. Lo stesso procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatore, solo pochi mesi fa aveva scritto una lettera al Corriere della Sera in cui lanciava un appello a rompere il muro di omertà in Lombardia. Pignatore aveva parlato di una colonizzazione della 'Ndrangheta al Nord e di "un cono d'ombra che ha impedito fin qui di cogliere la diffusione dell'omertà e del silenzio in tante province del settentrione". In Calabria, aveva detto, ci sono "il cuore e la testa dell'organizzazione criminale, quanto nel Nord Italia le sue ramificazioni e la sua espansione economica".
Il manuale della 'ndrangheta - Un manoscritto contenente formule rituali di affiliazione alla 'ndrangheta, chiamato nelle intercettazioni anche "il Vangelo", è stato trovato nel corso delle indagini . L'uso peculiare del linguaggio e della terminologia è stato sottolineato dagli inquirenti come tratto peculiare dell'organizzazione, "non un mero dato formale - ha detto il procuratore Sandro Ausiello - ma il modo in cui si realizzano i fondamenti del sodalizio criminoso". I carabinieri hanno documentato, con intercettazioni audio e video e con pedinamenti, 138 incontri fra 'ndranghetisti di ogni livello per trattare ogni genere di affari. Tra questi incontri anche 5 funerali e una Comunione. Anche il semplice brindisi a tavola, (come si vede nel video qui sopra), poteva nascondere dietro formule apparentemente incomprensibili, la sigla di un patto.
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La maxi operazione nasce dalle dichiarazioni del boss Rocco Marando, fratello del super narcos Pasquale Marando, di Platì. Pasquale Marando è latitante da oltre 10 anni, ma secondo alcuni pentiti sarebbe stato ucciso dal clan di 'Ndrangheta Trimboli e sepolto in un luogo sconosciuto.
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Maroni ha ribadito l'importanza di "aggredire anche gli ingenti patrimoni della criminalità organizzata. Questi marciare parallelo, le misure personali e il sequestro dei beni sono, come sottolineo da tempo, sono la strada principale per sconfiggere la criminalità organizzata". Il ministro, infine, ha sottolineato l'importante ruolo dell'Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati e sequestrati. "E' quanto di più avanzato esista in Europa", ha aggiunto.
La 'Ndrangheta al Nord - "Dopo la Lombardia, ecco che con l'operazione Minotauro in Piemonte si ricostruisce la mappa della struttura della 'Ndrangheta e dei suoi beni per un valore di 10 milioni di euro: la presenza al Nord sempre più avvolgente non fa perdere di vista, però, la direzione strategica che rimane sempre in Calabria" ha commentato il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso .
L'operazione "Minotauro" è infatti solo l'ultimo colpo di una serie inflitti all'organizzazione criminale al Nord.
Nel marzo scorso un'inchiesta del pm Boccassini ha fatto luce sugli interessi e le manovre delle cosche calabresi a Milano, portando all'arresto di 35 persone.
Poco meno di un anno fa un'altra maxi operazione aveva portato al fermo di oltre 300 persone tra Reggio Calabria e Milano. Tra gli indagati anche politici e carabinieri.
Tutti blitz che confermano quanto ormai la 'Ndrangheta non sia più radicata solo in Calabria, ma su gran parte del territorio italiano. Lo stesso procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatore, solo pochi mesi fa aveva scritto una lettera al Corriere della Sera in cui lanciava un appello a rompere il muro di omertà in Lombardia. Pignatore aveva parlato di una colonizzazione della 'Ndrangheta al Nord e di "un cono d'ombra che ha impedito fin qui di cogliere la diffusione dell'omertà e del silenzio in tante province del settentrione". In Calabria, aveva detto, ci sono "il cuore e la testa dell'organizzazione criminale, quanto nel Nord Italia le sue ramificazioni e la sua espansione economica".
Il manuale della 'ndrangheta - Un manoscritto contenente formule rituali di affiliazione alla 'ndrangheta, chiamato nelle intercettazioni anche "il Vangelo", è stato trovato nel corso delle indagini . L'uso peculiare del linguaggio e della terminologia è stato sottolineato dagli inquirenti come tratto peculiare dell'organizzazione, "non un mero dato formale - ha detto il procuratore Sandro Ausiello - ma il modo in cui si realizzano i fondamenti del sodalizio criminoso". I carabinieri hanno documentato, con intercettazioni audio e video e con pedinamenti, 138 incontri fra 'ndranghetisti di ogni livello per trattare ogni genere di affari. Tra questi incontri anche 5 funerali e una Comunione. Anche il semplice brindisi a tavola, (come si vede nel video qui sopra), poteva nascondere dietro formule apparentemente incomprensibili, la sigla di un patto.
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