Depositate le motivazioni con cui è stata annullata con un rinvio una delle ordinanze di carcerazione di Sabrina, accusata dal padre (in una delle sette diverse versioni fornite agli inquirenti) dell’omicidio della 15enne di Avetrana
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Sono davvero troppe sette versioni per un delitto: per questo Michele Misseri è inattendibile, e non è affatto da escludere che sia stato "suggestionato" durante gli interrogatori del pm. Mentre per tenere in carcere la figlia Sabrina ogni indizio è stato letto solo a suo discapito. Queste le critiche che la Cassazione - con la sentenza 19759 depositata a soli due giorni di distanza dall'udienza - rivolge al Tribunale del riesame di Taranto per aver convalidato la custodia in carcere di Sabrina Misseri senza nemmeno prendere in considerazione le lettere, le "prove nuove", nelle quali il padre Michele la scagionava dall'accusa di aver ucciso la cugina quindicenne Sarah Scazzi, lo scorso 26 agosto ad Avetrana (Taranto).
Nessun commento dal Procuratore capo di Taranto Franco Sebastio, che sceglie il silenzio, sebbene l'operato del suo ufficio non esca indenne dalle valutazioni di legittimità. Il verdetto è il primo che segna un punto a favore di Sabrina da quando, a difenderla, è arrivato l'avvocato Franco Coppi. "La Cassazione ha demolito l'intero impianto accusatorio - ha commentato con molta soddisfazione Coppi - più di così non poteva fare. Ora il riesame deve fissare un'altra udienza al più presto, e se tutto va bene Sabrina potrà tornare libera perché non ci sono altri provvedimenti restrittivi a suo carico. Riprende piede la tesi del raptus di Michele che avrebbe ucciso dopo essere stato sessualmente respinto da Sarah"
A proposito delle sette verità di Michele Misseri, la Cassazione rileva: sono "tra di loro incompatibili e sovente contrapposte", e ciascuna "porta con sé una totale o parziale, ma sempre significativa, quota di ritrattazione e, con essa, un grave segnale di inattendibilità". Nonostante queste difformi versioni, non si è proceduto ad "alcuna verifica dei comportamenti da Michele effettivamente tenuti", il riesame si è limitato a riscontrare il suo racconto con le sue stesse dichiarazioni. Peraltro, la Suprema Corte, accogliendo le obiezioni della difesa di Sabrina sui metodi usati dai magistrati nell'interrogatorio del padre, rileva che non è stata tenuta in conto la "suggestionabilità" dell'uomo. Insomma a dire certe cose, lo zio di Sarah - che ha confessato il delitto per poi addossarlo alla figlia - potrebbe essere stato più trascinato che portato per mano. E non hanno solidità nemmeno gli altri tre perni dell'accusa: le dichiarazioni di Anna Pisanò, l'amica di Sabrina; la retrodatazione dell'orario del delitto; il movente delle gelosia.
Secondo i supremi giudici, le parole dell'amica possono avere un'altra chiave di lettura e addirittura testimoniare l'innocenza di Sabrina. E poi, la tesi di Sabrina di aver inviato a Sarah un sms alle 14,24 - che sposterebbe in avanti l'ora dell'omicidio collocata invece dall'accusa non oltre le ore 14 - sarebbe suffragata dalla stessa madre della vittima, Concetta, che disse che Sarah uscì di casa alle 14,30. Quanto al movente della gelosia per Ivano Russo, la Cassazione lo taccia di "obiettiva esilità", senza parlare del fatto che non sarebbe, comunque, "di per sè assimilabile ad un grave elemento indiziario". Dunque, nei confronti di Sabrina, i giudici del riesame hanno sempre scelto criteri di giudizio "a suo discapito", anche quando c'era il "dubbio sul significato della prova". Sul punto la Cassazione sottolinea che "in materia di libertà personale se due ipotesi sono egualmente sostenibili, deve privilegiarsi quella più favorevole all'imputato, che può essere accantonata solo ove risulti inconciliabile con altri univoci elementi di segno opposto". E ancora, per la Cassazione è meglio non accantonare, senza ulteriori approfondimenti, l'ipotesi del raptus che potrebbe aver spinto Michele all'omicidio dopo essere stato 'rifiutato' da Sarah. Dalle dichiarazioni con le quali Sabrina esprimeva incredulità per questa spiegazione, per la Cassazione, infatti, si potrebbe addirittura fare largo "alla tesi della innocenza della ragazza".
Ora il Tribunale del riesame dovrà rivedere la propria decisione, evitando la "scelta d'acchito dell'opzione interpretativa sfavorevole all'imputata", superando la "totale assenza di considerazione della possibilità di letture divergenti e di adeguate risposte alle obiezioni difensive". Su esplicita indicazione della Cassazione, la nuova ordinanza seguirà i principi enunciati in tema di "rivalutazione del materiale indiziario nell'ottica di una ragionevole probabilità di colpevolezza e di condanna; regola di giudizio a favore dell'imputato in caso di dubbio; necessità di adeguata confutazione delle obiezioni difensive che prospettano tesi plausibili".
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Sono davvero troppe sette versioni per un delitto: per questo Michele Misseri è inattendibile, e non è affatto da escludere che sia stato "suggestionato" durante gli interrogatori del pm. Mentre per tenere in carcere la figlia Sabrina ogni indizio è stato letto solo a suo discapito. Queste le critiche che la Cassazione - con la sentenza 19759 depositata a soli due giorni di distanza dall'udienza - rivolge al Tribunale del riesame di Taranto per aver convalidato la custodia in carcere di Sabrina Misseri senza nemmeno prendere in considerazione le lettere, le "prove nuove", nelle quali il padre Michele la scagionava dall'accusa di aver ucciso la cugina quindicenne Sarah Scazzi, lo scorso 26 agosto ad Avetrana (Taranto).
Nessun commento dal Procuratore capo di Taranto Franco Sebastio, che sceglie il silenzio, sebbene l'operato del suo ufficio non esca indenne dalle valutazioni di legittimità. Il verdetto è il primo che segna un punto a favore di Sabrina da quando, a difenderla, è arrivato l'avvocato Franco Coppi. "La Cassazione ha demolito l'intero impianto accusatorio - ha commentato con molta soddisfazione Coppi - più di così non poteva fare. Ora il riesame deve fissare un'altra udienza al più presto, e se tutto va bene Sabrina potrà tornare libera perché non ci sono altri provvedimenti restrittivi a suo carico. Riprende piede la tesi del raptus di Michele che avrebbe ucciso dopo essere stato sessualmente respinto da Sarah"
A proposito delle sette verità di Michele Misseri, la Cassazione rileva: sono "tra di loro incompatibili e sovente contrapposte", e ciascuna "porta con sé una totale o parziale, ma sempre significativa, quota di ritrattazione e, con essa, un grave segnale di inattendibilità". Nonostante queste difformi versioni, non si è proceduto ad "alcuna verifica dei comportamenti da Michele effettivamente tenuti", il riesame si è limitato a riscontrare il suo racconto con le sue stesse dichiarazioni. Peraltro, la Suprema Corte, accogliendo le obiezioni della difesa di Sabrina sui metodi usati dai magistrati nell'interrogatorio del padre, rileva che non è stata tenuta in conto la "suggestionabilità" dell'uomo. Insomma a dire certe cose, lo zio di Sarah - che ha confessato il delitto per poi addossarlo alla figlia - potrebbe essere stato più trascinato che portato per mano. E non hanno solidità nemmeno gli altri tre perni dell'accusa: le dichiarazioni di Anna Pisanò, l'amica di Sabrina; la retrodatazione dell'orario del delitto; il movente delle gelosia.
Secondo i supremi giudici, le parole dell'amica possono avere un'altra chiave di lettura e addirittura testimoniare l'innocenza di Sabrina. E poi, la tesi di Sabrina di aver inviato a Sarah un sms alle 14,24 - che sposterebbe in avanti l'ora dell'omicidio collocata invece dall'accusa non oltre le ore 14 - sarebbe suffragata dalla stessa madre della vittima, Concetta, che disse che Sarah uscì di casa alle 14,30. Quanto al movente della gelosia per Ivano Russo, la Cassazione lo taccia di "obiettiva esilità", senza parlare del fatto che non sarebbe, comunque, "di per sè assimilabile ad un grave elemento indiziario". Dunque, nei confronti di Sabrina, i giudici del riesame hanno sempre scelto criteri di giudizio "a suo discapito", anche quando c'era il "dubbio sul significato della prova". Sul punto la Cassazione sottolinea che "in materia di libertà personale se due ipotesi sono egualmente sostenibili, deve privilegiarsi quella più favorevole all'imputato, che può essere accantonata solo ove risulti inconciliabile con altri univoci elementi di segno opposto". E ancora, per la Cassazione è meglio non accantonare, senza ulteriori approfondimenti, l'ipotesi del raptus che potrebbe aver spinto Michele all'omicidio dopo essere stato 'rifiutato' da Sarah. Dalle dichiarazioni con le quali Sabrina esprimeva incredulità per questa spiegazione, per la Cassazione, infatti, si potrebbe addirittura fare largo "alla tesi della innocenza della ragazza".
Ora il Tribunale del riesame dovrà rivedere la propria decisione, evitando la "scelta d'acchito dell'opzione interpretativa sfavorevole all'imputata", superando la "totale assenza di considerazione della possibilità di letture divergenti e di adeguate risposte alle obiezioni difensive". Su esplicita indicazione della Cassazione, la nuova ordinanza seguirà i principi enunciati in tema di "rivalutazione del materiale indiziario nell'ottica di una ragionevole probabilità di colpevolezza e di condanna; regola di giudizio a favore dell'imputato in caso di dubbio; necessità di adeguata confutazione delle obiezioni difensive che prospettano tesi plausibili".
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