Duro colpo ai Casalesi. Preso dopo tre anni di latitanza l'uomo che gestiva le estorsioni per conto del clan. E' soprannominato "o copertone" per l'abitudine di dare fuoco ai cadaveri delle sue vittime. VIDEO
Vincenzo Schiavone è stato arrestato dalla squadra mobile di Caserta e da quella di Avellino in una clinica di Sant'Angelo dei Lombardi (Avellino), nella quale era ricoverato. Personaggio di spicco del gruppo del clan dei Casalesi che fa capo a Francesco Schiavone, soprannominato 'Sandokan', era latitante dal 2008. E' ritenuto non soltanto un killer del gruppo, ma anche contabile ed organizzatore delle estorsioni per conto del clan.
Il latitante si trovava in un centro di riabilitazione di Sant'Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, per risolvere un problema ad una gamba. Era ricoverato nel centro 'Don Gnocchi', una piccola struttura riabilitativa privata, dove il 'cassiere' dei Casalesi si trovava da almeno sei giorni. Nella stanza dove alloggiava gli agenti del commissariato di Sant'Angelo dei Lombardi e della squadra mobile della questura di Avellino hanno fatto irruzione nella notte di Pasqua.
Schiavone, detto 'o' copertone', per l'abitudine di bruciare i corpi delle sue vittime, era in compagnia di altri degenti ma nessuno di questi sapeva di trovarsi con uno dei cento latitanti più pericolosi d'Italia. Al momento dell'arresto Schiavone non aveva documenti e alla sua identificazione si è proceduto con il rilievo delle impronte digitali. Neppure nella struttura riabilitativa l'uomo aveva esibito documenti per registrarsi e su questo aspetto sono in corso indagini per verificare ipotesi di favoreggiamento che al momento gli inquirenti escludono. Tra gli effetti personali del trentasettenne solo pochi indumenti e alcuni telefoni cellulari che sono ora al vaglio degli inquirenti. Vincenzo Schiavone non ha opposto resistenza alla cattura e si trova ora nel carcere di Secondigliano.
Il 30 settembre 2008 era sfuggito al blitz 'Spartacus 3', che portò all'arresto di 107 affiliati al clan dei Casalesi. E' accusato di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e gli inquirenti ritengono abbia partecipato ad alcuni omicidi avvenuti nel casertano. Schiavone e' considerato il cassiere del clan casertano, incaricato di raccogliere i proventi delle attività estorsive e di curarne la gestione per la distribuzione degli stipendi ai membri del clan. Avrebbe anche partecipato al condizionamento di alcune campagne elettorali e all'affidamento di appalti pubblici sia per la realizzazione di opere pubbliche che per la gestione dello smaltimento dei rifiuti.
"Grande soddisfazione per l'arresto di Schiavone che rappresenta un'altra grande affermazione dello Stato contro la camorra. Con la cattura del suo cassiere, il clan dei Casalesi è sempre piu' debole perché viene colpito al cuore dei propri interessi patrimoniali" ha dichiarato il ministro Roberto Maroni che si è congratulato con il capo della Polizia Antonio Manganelli.
Il latitante si trovava in un centro di riabilitazione di Sant'Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, per risolvere un problema ad una gamba. Era ricoverato nel centro 'Don Gnocchi', una piccola struttura riabilitativa privata, dove il 'cassiere' dei Casalesi si trovava da almeno sei giorni. Nella stanza dove alloggiava gli agenti del commissariato di Sant'Angelo dei Lombardi e della squadra mobile della questura di Avellino hanno fatto irruzione nella notte di Pasqua.
Schiavone, detto 'o' copertone', per l'abitudine di bruciare i corpi delle sue vittime, era in compagnia di altri degenti ma nessuno di questi sapeva di trovarsi con uno dei cento latitanti più pericolosi d'Italia. Al momento dell'arresto Schiavone non aveva documenti e alla sua identificazione si è proceduto con il rilievo delle impronte digitali. Neppure nella struttura riabilitativa l'uomo aveva esibito documenti per registrarsi e su questo aspetto sono in corso indagini per verificare ipotesi di favoreggiamento che al momento gli inquirenti escludono. Tra gli effetti personali del trentasettenne solo pochi indumenti e alcuni telefoni cellulari che sono ora al vaglio degli inquirenti. Vincenzo Schiavone non ha opposto resistenza alla cattura e si trova ora nel carcere di Secondigliano.
Il 30 settembre 2008 era sfuggito al blitz 'Spartacus 3', che portò all'arresto di 107 affiliati al clan dei Casalesi. E' accusato di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e gli inquirenti ritengono abbia partecipato ad alcuni omicidi avvenuti nel casertano. Schiavone e' considerato il cassiere del clan casertano, incaricato di raccogliere i proventi delle attività estorsive e di curarne la gestione per la distribuzione degli stipendi ai membri del clan. Avrebbe anche partecipato al condizionamento di alcune campagne elettorali e all'affidamento di appalti pubblici sia per la realizzazione di opere pubbliche che per la gestione dello smaltimento dei rifiuti.
"Grande soddisfazione per l'arresto di Schiavone che rappresenta un'altra grande affermazione dello Stato contro la camorra. Con la cattura del suo cassiere, il clan dei Casalesi è sempre piu' debole perché viene colpito al cuore dei propri interessi patrimoniali" ha dichiarato il ministro Roberto Maroni che si è congratulato con il capo della Polizia Antonio Manganelli.