Dopo l'aggressione subita a Roma mentre camminava con la compagna, la deputata del Pd ha deciso di aprire un gruppo sul social network per dare voce a chi, lontano dai riflettori, è vittima di attacchi verbali e violenze. In Rete è boom di testimonianze
"E' successo anche a me". Racconta il tuo caso d'omofobia. Questo il nome dell'iniziativa lanciata su Facebook da Paola Concia, deputata Pd e leader del mondo gay. L'idea, come dice il titolo stesso del gruppo nato in rete venerdì 22 febbraio, nasce proprio da un'esperienza personale.
Mercoledì 22 aprile, infatti, la deputata è stata aggredita a Roma mentre camminava con la sua compagna Ricarda a due passi da Montecitorio. "Stavo andando alla macchina mano nella mano con Ricarda - scrive Paola Concia sul suo profilo Facebook - e mi sono sentita scaricare addosso tanti di quegli insulti: 'lesbica di merda, ai forni vi devono mandare'. Era un ragazzo che mi voleva mettere le mani addosso. In pieno centro".
La creazione di un gruppo in Rete per raccontare il caso di omofobia di cui si è stati vittima nasce proprio "dalla volontà idea di dare voce a tutte quelle migliaia di persone che, ogni giorno, lontano dai riflettori e spesso in grande solitudine, subiscono aggressioni e violenze omofobiche" si legge nella pagina di presentazione del gruppo. E ancora: "Se non fossi stata una parlamentare della Repubblica, la mia denuncia sarebbe caduta nel vuoto e non avrebbe avuto alcuna eco mediatica, facendomi sentire doppiamente offesa dalle parole di quell'omofobo. Come unica deputata lesbica dichiarata in parlamento, dopo tre anni di intenso lavoro per far approvare una legge contro l'omofobia e la transfobia. Voglio che i miei colleghi parlamentari abbiano il polso reale di quanto, purtroppo, sia diffuso questo problema nella società italiana".
Il gruppo su social network, infatti, è già stato sottoscritto da centinaia di utenti. Ed è boom di testimonianze.
Sulla bacheca si possono leggere i commenti di chi si sente inerme, come il ragazzo che scrive: "Tanto sanno che non possiamo fare nulla". E c'è anche chi denuncia di essere stato picchiato ed aver ricevuto sette giorni di prognosi a causa di una ferita alla testa.
Sono tanti i messaggi fanno trasparire la difficoltà di accettarsi fino al punto di "desiderare di scomparire, di non essere mai nato, di rinascere in modo diverso". Ma c'è anche chi, con orgoglio, ritiene di aver paradossalmente imparato qualcosa proprio dalle offese ricevute: "Sono ancora più forte di prima e le critiche non mi toccano più. Sono fiera di essere omosessuale". C'è poi chi ricorda le parole di Einstein contro qualunque forma di razzismo: "Io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana".
"Sono convinta - scrive la deputata Pd Paola Concia - che il primo risarcimento per le vittime di omofobia e transfobia sia la dignità dell'ascolto, in attesa che il Parlamento approvi al piú presto la proposta di legge, ferma in Commissione Giustizia solo per mancanza di volontà politica".
Intanto, stanno facendo discutere le ultime dichiarazioni del sottosegretario del Pdl Carlo Giovanardi, che ha puntato il dito contro il manifesto pubblicitario di Ikea che ritrae due uomini di spalle che si tengono la mano e sul quale campeggia il claim "siamo aperti a tutte le famiglie".
"Mi sembra una pubblicità molto datata, molto retrograda - attacca il sottosegretario con delega alla famiglia - é una roba ideologica. E' una pubblicità polemica con la nostra costituzione e la famiglia tradizionale. Che gli svedesi vengano in Italia per manifestare contro la nostra costituzione non lo trovo sbagliato".
Mercoledì 22 aprile, infatti, la deputata è stata aggredita a Roma mentre camminava con la sua compagna Ricarda a due passi da Montecitorio. "Stavo andando alla macchina mano nella mano con Ricarda - scrive Paola Concia sul suo profilo Facebook - e mi sono sentita scaricare addosso tanti di quegli insulti: 'lesbica di merda, ai forni vi devono mandare'. Era un ragazzo che mi voleva mettere le mani addosso. In pieno centro".
La creazione di un gruppo in Rete per raccontare il caso di omofobia di cui si è stati vittima nasce proprio "dalla volontà idea di dare voce a tutte quelle migliaia di persone che, ogni giorno, lontano dai riflettori e spesso in grande solitudine, subiscono aggressioni e violenze omofobiche" si legge nella pagina di presentazione del gruppo. E ancora: "Se non fossi stata una parlamentare della Repubblica, la mia denuncia sarebbe caduta nel vuoto e non avrebbe avuto alcuna eco mediatica, facendomi sentire doppiamente offesa dalle parole di quell'omofobo. Come unica deputata lesbica dichiarata in parlamento, dopo tre anni di intenso lavoro per far approvare una legge contro l'omofobia e la transfobia. Voglio che i miei colleghi parlamentari abbiano il polso reale di quanto, purtroppo, sia diffuso questo problema nella società italiana".
Il gruppo su social network, infatti, è già stato sottoscritto da centinaia di utenti. Ed è boom di testimonianze.
Sulla bacheca si possono leggere i commenti di chi si sente inerme, come il ragazzo che scrive: "Tanto sanno che non possiamo fare nulla". E c'è anche chi denuncia di essere stato picchiato ed aver ricevuto sette giorni di prognosi a causa di una ferita alla testa.
Sono tanti i messaggi fanno trasparire la difficoltà di accettarsi fino al punto di "desiderare di scomparire, di non essere mai nato, di rinascere in modo diverso". Ma c'è anche chi, con orgoglio, ritiene di aver paradossalmente imparato qualcosa proprio dalle offese ricevute: "Sono ancora più forte di prima e le critiche non mi toccano più. Sono fiera di essere omosessuale". C'è poi chi ricorda le parole di Einstein contro qualunque forma di razzismo: "Io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana".
"Sono convinta - scrive la deputata Pd Paola Concia - che il primo risarcimento per le vittime di omofobia e transfobia sia la dignità dell'ascolto, in attesa che il Parlamento approvi al piú presto la proposta di legge, ferma in Commissione Giustizia solo per mancanza di volontà politica".
Intanto, stanno facendo discutere le ultime dichiarazioni del sottosegretario del Pdl Carlo Giovanardi, che ha puntato il dito contro il manifesto pubblicitario di Ikea che ritrae due uomini di spalle che si tengono la mano e sul quale campeggia il claim "siamo aperti a tutte le famiglie".
"Mi sembra una pubblicità molto datata, molto retrograda - attacca il sottosegretario con delega alla famiglia - é una roba ideologica. E' una pubblicità polemica con la nostra costituzione e la famiglia tradizionale. Che gli svedesi vengano in Italia per manifestare contro la nostra costituzione non lo trovo sbagliato".