Lombardia, consiglieri Pdl indagati per le firme false

Cronaca
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L'inchiesta della procura di Milano coinvolge esponenti del partito di maggioranza in Comune e Provincia. Sotto accusa il listino che appoggiava Formigoni alle ultime elezioni regionali

Una decina di consiglieri comunali e provinciali lombardi del Pdl sono indagati dalla procura di Milano che indaga sulla regolarità delle firme che hanno permesso al listino "per la Lombardia", a sostegno di Roberto Formigoni, di presentarsi alle ultime elezioni regionali. I reati contestati dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che ha in mano l'inchiesta, sono di falso ideologico e falso in atto pubblico.  Secondo le fonti, al centro dell'inchiesta ci sono tra le 700 e le 800 firme che risulterebbero falsificate, dopo che gli interessati, convocati uno ad uno in procura, hanno detto di non avere mai messo la loro firma a sostegno della lista elettorale. 

La reazione dei Radicali - Il presidente della Regione  Lombardia Roberto Formigoni "ha mentito sapendo di mentire. Per  questo, per la parola tradita prima ancora che per il tipo di coinvolgimento, attivo o omissivo, nell'associazione a delinquere della truffa realizzata, il presidente Formigoni si deve ora dimettere". Lo dichiara Marco Cappato, capolista della Lista Bonino-Pannella a Milano. "L'alternativa - prosegue Cappato - sarebbe per lui di sperare nei tempi della malagiustizia italiana”. L'indagine della Procura di Milano, continua  Cappato, "ha fatto emergere una quantità di falsi molto superiore a quella che avevamo trovato con i nostri mezzi".
Per Cappato "si tratta di una truffa elettorale realizzata  attraverso un'attività di falsificazione massiccia che non può che configurare il reato di associazione per delinquere contro i diritti civili e politici dei cittadini: un'associazione per delinquere che è stata coordinata da un responsabile che spetterà alla magistratura  individuare, senza limitarsi agli esecutori materiali".

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