Il vicesindaco: "L'Aquila sta tornando quella che era"

Cronaca
Un'immagine delle prime cento abitazioni realizzate all'Aquila in località Cese di Preturo, nell'ambito della ricostruzione post-terremoto
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Giampaolo Arduini, ai microfoni di SkyTG24, afferma che la ricostruzione è partita. "Il centro storico soffre ancora - dichiara - ma il Comune non ha sbagliato nulla". L'INTERVISTA

Terremoto in Abruzzo, lo speciale di Sky.it
L'Aquila, dal terremoto alle proteste. Tutte le foto

“L’Aquila è viva, ha reagito, sta tornando ad essere quella che era “. A due anni dal sisma che ha provocato la morte di 309 persone e distrutto case, chiese, piazze e il tessuto sociale del capoluogo abruzzese, il vicesindaco della città, Giampaolo Arduini, afferma ai microfoni di SkyTG24 che la ricostruzione è partita. “Sono state restituite ai cittadini circa 9mila abitazioni – dichiara – Sono state ricostruire le abitazioni nella periferia, quelle cioè che hanno subito danni minori rispetto a quelle nel centro".
E poi ammette: “Il centro storico soffre ancora. Non tutta l’area è stata messa in sicurezza, ma si tratta in tutto di circa 200 ettari. Se si pensa che a un ettaro corrisponde uno stadio, è come dire che la questione riguarda 200 stadi uno di fianco all’altro”.

Insomma, ribadisce Arduini, a l’Aquila i lavori procedono nonostante “non ci sia ancora una legge di riferimento. Noi - spiega - andiamo avanti a colpi di ordinanze che spesso sono persino in contrasto di loro”.
Poi, però, difende l'operato del Comune. "Non ha sbagliato nulla - afferma - Non potevamo fare diversamente, tenendo conto che non siamo stati trattati come le popolazioni colpite da altre sciagure avvenute nel Paese”. Un esempio su tutti il nodo delle tasse. “Siamo dovuti venire fino a Roma e prendere le manganellate ( parla ricordando la manifestazioni del luglio scorso ) per cercare di riportare l’attenzione delle autorità su questa questione. Noi a l’Aquila riprenderemo a versare le imposte a fine anno, e questo non è mai accaduto in nessuna parte d’Italia. In alcune zone del nostro Paese, colpite da tragedie come la nostra, le tasse non vengono ancora pagate”.

"L'Aquila è tutt'altro che morta". Questo è quanto ribadisce il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, che è anche commissario delegato per la ricostruzione. E cita una serie di dati: prima del 6 aprile di due anni fa la città contava 75 mila residenti, oggi ce ne sono solo 700 in meno; gli studenti delle scuole erano e sono 17 mila, quelli iscritti nell'università erano 25 mila e sono 23 mila. "Insomma, non c'è stata disperazione ma solo difficoltà causate dalla furia della natura", ha concluso.

Ascolta le parole di Gianni Chiodi.

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