Il Giornale: "Ecco le carte sui fondi esteri dei Ds"

Cronaca

Il quotidiano rivela i contenuti di un dossier sui presunti conti del partito. Il documento - nome in codice "Oak Fund" - sarebbe stato commissionato dall'ex capo della security di Telecom. La replica: "Accuse prive di fondamento"

"Un conto segreto da 3,6 milioni di euro intestato a una società caraibica e un prestanome italiano. Un sistema di società off-shore, paradisi fiscali e documenti con macchie ad arte". Ci sarebbe tutto questo in un dossier sui presunti fondi esteri dei Democratici di Sinistra di cui parla Il Giornale di lunedì 4 aprile.

Secondo il quotidiano di Alessandro Sallusti, "il documento - nome in codice «Oak Fund», cioè fondo quercia - era stato commissionato dall'ex capo della security di Telecom Giuliano Tavaroli ed è rimasto cinque anni in cassaforte". Ora, spiega il quotidiano, le carte non sono più coperte da segreto, "ma la Procura non ha mai aperto un'inchiesta".

Secondo Il Giornale nel rapporto riservato "si parla diffusamente di personaggi, società e conti esteri riconducibili al partito di Massimo D'Alema". "Sarebbe meglio evitare di mostrare Massimo D'Alema come rappresentante del partito dei Ds, perché questo potrebbe provocare ogni tipo di complicazioni".
E' questo il passaggio che secondo il quotidiano "farebbe tremare" l'ex presidente dei Democratici di Sinistra.

Sono accuse "destituite di fondamento", replica Ugo Sposetti in qualità di legale rappresentante del partito. "I Democratici di Sinistra non hanno mai gestito, direttamente o indirettamente, conti all'estero", aggiunge Sposetti: "E lo stesso partito ha già intrapreso iniziative giudiziarie, sia in sede civile che in sede penale, nei confronti di tutti coloro che in questi ultimi anni hanno ipotizzato l'esistenza di un qualche tipo di collegamento tra il partito, o suoi dirigenti, ed il Fondo Quercia (Oak fund)".

L'inchiesta del Giornale arriva dopo che la Procura di Milano, lo scorso 30 marzo, ha chiesto alla Corte d'Assise di acquisire, in quanto corpo del reato, i dossier illegali confezionati per conto delle security di Pirelli e Telecom e che, in base a un provvedimento del gip Giuseppe Gennari, invece di essere distrutti sono stati restituiti agli inquirenti.

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