L'unità di crisi del Viminale: navi passeggeri per svuotare l'isola. Maroni e Frattini a Tunisi siglano un accordo per diminuire i flussi migratori. Da un barcone con a bordo più di 300 profughi parte l'Sos: "Abbandonati da un mezzo della Nato". VIDEO
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Dopo giorni di sbarchi e tensioni, sul molo di Lampedusa è esplosa la protesta delle migliaia di migranti accampati in condizioni inumane da una settimana. Una rabbia innescata dalle due ore di ritardo con cui è arrivato il camion che distribuisce il cibo, ma in realtà covata da tempo. E che, in assenza di soluzioni e con 4.500 stranieri ancora sull'isola, potrebbe sfociare presto in una rivolta in piena regola.
Navi passeggeri per svuotare l'isola - L'Unità di crisi del Viminale, presieduta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e istituita per la gestione dell'emergenza umanitaria, ha disposto un piano di rapido svuotamento di Lampedusa attraverso l'utilizzo di navi passeggeri, la prima delle quali giungerà nell'isola già domenica per prelevare i primi 1.000 tunisini, mentre la seconda approderà a Lampedusa martedì.
Nella notte tra venerdì e sabato salperà invece la nave San Marco, tornata per la seconda volta a Lampedusa, che trasferirà a Taranto cinquecento migranti che verranno portati in un nuovo centro di accoglienza e identificazione che i vigili del fuoco stanno allestendo a Manduria. Un centro che, secondo quanto si apprende, dovrebbe essere allestito inizialmente per circa cinquecento persone ma che potrebbe poi essere ampliato fino ad ospitarne 3-4mila.
Il Viminale ha anche convocato per giovedì Regioni, Province e Comuni per mettere a punto in via definitiva il piano di accoglienza per i profughi e ha sospeso i trasferimenti dei richiedenti asilo a Mineo. "L'unica regione esentata dal piano - ha spiegato Maroni - sarà l'Abruzzo perchè ha ancora problemi da risolvere con il terremoto".
Vertice a Tunisi - In giornata i ministri degli Interni e degli Esteri, Roberto Maroni e Franco Frattini si sono recati a Tunisi per una serie di incontri istituzionali con il premier Beji Caid Essebsi, il ministro degli Esteri, Mouldi Kefi, il ministro dell'Interno e quello della cooperazione, con l'obiettivo di frenare gli sbarchi di tunisini (circa 15 mila nei primi tre mesi dell'anno).
Al termine degli incontri Maroni e Frattini hanno spiegato che l'Italia metterà a disposizione della Tunisia una linea di credito di 150 milioni di euro che si aggiungerà a quella di 100 milioni di euro già messa in campo per il sostegno alla bilancia dei pagamenti. "Abbiamo chiesto - ha spiegato Maroni - il rafforzamento dei controlli per impedire la partenza dei clandestini. Nei prossimi giorni apriremo un tavolo comune per individuare quali sono le necessità del governo tunisino che comunque ha assicurato il proprio impegno per bloccare i flussi migratori". Le autorità di Tunisi da parte loro si sono impegnate per contrastare le partenze di migranti verso Lampedusa.
Giallo su un barcone di profughi disperso - E' giallo, intanto, sul barcone carico di 330 eritrei partito da Tripoli mercoledì. L'imbarcazione sarebbe stata intercettata venerdì mattina ad una trentina di miglia a nord da Tripoli da una nave militare canadese della Nato che sta imponendo il blocco navale alla Libia. Ma, secondo altre fonti, il barcone intercettato potrebbe non essere quello degli eritrei ma un altro salpato la scorsa notte dalla Libia. Il portavoce della Nato a Napoli David Taylor ha confermato che una nave militare dell'Alleanza Atlantica ha ricevuto un sos da un'imbarcazione in difficoltà nel Mediterraneo a causa di un'avaria al motore. Ma non ha precisato né di che nazionalità sia la nave Nato che l'ha intercettata né la destinazione del barcone.
In serata poi un barcone con circa 350 profughi, tra cui 200 donne, partito la notte scorsa dalle coste libiche, ha lanciato l'Sos con un telefono satellitare sostenendo di essere stato abbandonato alla deriva dalla nave Nato, battente bandiera canadese, che nel pomeriggio aveva prestato loro soccorso. A lanciare l'allarme è stato Don Mosè Zerai, presidente dell'agenzia Habeshia, che si occupa di assistenza a rifugiati e richiedenti asilo. Il religioso questa mattina aveva raccolto la prima richiesta d'aiuto, segnalando le coordinate del barcone alla Guardia Costiera. Nel pomeriggio la "carretta", con il motore in avaria e che sta imbarcando acqua, è stata avvicinata dall'unità della Nato che ha però detto agli immigrati che sarebbero stati portati in Tunisia. Di fronte al loro rifiuto la nave si sarebbe allontanata.
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Nella notte tra venerdì e sabato salperà invece la nave San Marco, tornata per la seconda volta a Lampedusa, che trasferirà a Taranto cinquecento migranti che verranno portati in un nuovo centro di accoglienza e identificazione che i vigili del fuoco stanno allestendo a Manduria. Un centro che, secondo quanto si apprende, dovrebbe essere allestito inizialmente per circa cinquecento persone ma che potrebbe poi essere ampliato fino ad ospitarne 3-4mila.
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Al termine degli incontri Maroni e Frattini hanno spiegato che l'Italia metterà a disposizione della Tunisia una linea di credito di 150 milioni di euro che si aggiungerà a quella di 100 milioni di euro già messa in campo per il sostegno alla bilancia dei pagamenti. "Abbiamo chiesto - ha spiegato Maroni - il rafforzamento dei controlli per impedire la partenza dei clandestini. Nei prossimi giorni apriremo un tavolo comune per individuare quali sono le necessità del governo tunisino che comunque ha assicurato il proprio impegno per bloccare i flussi migratori". Le autorità di Tunisi da parte loro si sono impegnate per contrastare le partenze di migranti verso Lampedusa.
Giallo su un barcone di profughi disperso - E' giallo, intanto, sul barcone carico di 330 eritrei partito da Tripoli mercoledì. L'imbarcazione sarebbe stata intercettata venerdì mattina ad una trentina di miglia a nord da Tripoli da una nave militare canadese della Nato che sta imponendo il blocco navale alla Libia. Ma, secondo altre fonti, il barcone intercettato potrebbe non essere quello degli eritrei ma un altro salpato la scorsa notte dalla Libia. Il portavoce della Nato a Napoli David Taylor ha confermato che una nave militare dell'Alleanza Atlantica ha ricevuto un sos da un'imbarcazione in difficoltà nel Mediterraneo a causa di un'avaria al motore. Ma non ha precisato né di che nazionalità sia la nave Nato che l'ha intercettata né la destinazione del barcone.
In serata poi un barcone con circa 350 profughi, tra cui 200 donne, partito la notte scorsa dalle coste libiche, ha lanciato l'Sos con un telefono satellitare sostenendo di essere stato abbandonato alla deriva dalla nave Nato, battente bandiera canadese, che nel pomeriggio aveva prestato loro soccorso. A lanciare l'allarme è stato Don Mosè Zerai, presidente dell'agenzia Habeshia, che si occupa di assistenza a rifugiati e richiedenti asilo. Il religioso questa mattina aveva raccolto la prima richiesta d'aiuto, segnalando le coordinate del barcone alla Guardia Costiera. Nel pomeriggio la "carretta", con il motore in avaria e che sta imbarcando acqua, è stata avvicinata dall'unità della Nato che ha però detto agli immigrati che sarebbero stati portati in Tunisia. Di fronte al loro rifiuto la nave si sarebbe allontanata.