Chiuse le indagini su Minetti, Mora e Fede. Per i pm avrebbero indotto 33 ragazze (tutte maggiorenni tranne la giovane marocchina) alla prostituzione, invitandole poi a casa del premier. Ghedini: "Berlusconi mai coinvolto in quelle situazioni"
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Sedici anni. L'induzione alla prostituzione di Ruby-Karima partirebbe dal settembre 2009, da quando la ragazza parla al microfono nel concorso di bellezza a Taormina e rivela davanti al giurato Emilio Fede di avere quell'età.
E' la 'novità' che emerge dall'avviso di chiusura delle indagini notificato a Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, indagati per induzione e favoreggiamento della prostituzione di 33 ragazze e per l'induzione alla prostituzione minorile della marocchina.
Il "bunga bunga" ad Arcore - In sette pagine, la Procura chiude il secondo capitolo del Ruby-gate dopo quello sfociato nel giudizio immediato a carico del premier.
E, per la prima volta, mette nero su bianco cosa accadeva nelle serate a casa del capo del Governo. In una sequenza rituale, si distinguevano tre fasi: prima la cena, poi il 'bunga bunga' e infine la 'scelta' del premier di una o più giovani ospiti.
Nei 'bunga bunga', in particolare, le ragazze "si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente, ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi".
Quindi, "a fine serata" il presidente del Consiglio sceglieva "una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro e altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti".
"Fede valutava i requisiti estetici" - Per 13 volte, sostiene la procura, Ruby è stata tra le prescelte del premier. La prima è quella, ormai nota, del San Valentino 2010, poi il copione si ripete anche il 20, il 21, il 27 e 28 febbraio. Quindi il 9 marzo successivo, il 4, il 5, il 24, il 25, il 26 aprile e l'1 e 2 maggio 2010.
Nell'avviso di chiusura delle indagini, i pm delinenano i ruoli degli indiziati con molta precisione. Compito di Emilio Fede, nella ricostruzione effettuata dai pm, era quello di "valutare di persona, preventivamente, la rispondenza dei requisiti estetici" delle ragazze invitate nella residenza del premier. Fede "si adoperava, anche congiuntamente con Mora per l'individuazione delle giovani donne disposte a prostituirsi presso la residenza in Arcore di Silvio Berlusconi, informandosi personalmente sulle caratteristiche fisiche delle ragazze disponibili".
Oltre a organizzare, in alcune occasioni, l'accompagnamento da Milano ad Arcore di alcune partecipanti alle serate mettendo a disposizione le proprie autovetture.
"Minetti come intermediaria" - Distinto il 'compito' della giovane igienista dentale diventata consigliere regionale lombardo. Era Nicole Minetti, scrivono i pm, ad intermediare "la sistematica erogazione di corrispettivi per l'attività di prostituzione svolta" a molte delle ragazze, ospiti delle serate organizzate a villa san Martino. Le ragazze venivano pagate attraverso "la concessione in comodato d'uso di alcune abitazioni, ubicate a Milano 2 via Olgettina numero 65, nonché in contributi economici... corrisposti, previo assenso di Silvio Berlusconi, per il tramite del suo fiduciario Giuseppe Spinelli".
"Mora selezionava le ragazze" - Lele Mora, a volte da solo, a volte con Emilio Fede, selezionava "giovani donne disposte a prostituirsi" selezionandole anche tra le pupille della sua scuderia. A tutte queste ragazze verrà chiesto di confermare in aula questa ricostruzione. Prossimo passo dell'indagine la richiesta di rinvio a giudizio che sarà valutata da un gup. La posizione di tre indagati minori, autista e collaboratore di Mora e l'agente di una partecipante alle feste, è stata stralciata.
Ghedini: Berlusconi mai coinvolto in quelle situazioni - "Le ipotesi di reato contestate dalla procura di Milano a Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora sono totalmente destituite di fondamento ed in insanabile contrasto con la realtà processuale e con le indagini svolte. Mai sono avvenuti i fatti descritti, mai il presidente Berlusconi si è trovato coinvolto in situazioni quali quelle prospettate". Lo dichiara l'avvocato Niccolò Ghedini, difensore del presidente del Consiglio. "Si è sempre trattato di incontri conviviali più che corretti e senza nessuna implicazione sessuale come è stato testimoniato da decine e decine di persone presenti". E aggiunge: "L'ipotesi che vi siano stati addirittura tredici incontri di natura sessuale fra il presidente Berlusconi e Karima El Mahroug è totalmente fuori da ogni realtà, in contrasto con le dichiarazioni della stessa che ha ripetutamente affermato di non aver mai avuto nessun rapporto sessuale con il Presidente Berlusconi, essere stata ad Arcore due o tre volte, di essersi presentata come egiziana, parente del Presidente Mubarak e ventiquattrenne. Si tratta di ricostruzioni fattuali, illogiche, inverosimili e che non potranno che dimostrarsi inesistenti al primo vaglio processuale".
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E, per la prima volta, mette nero su bianco cosa accadeva nelle serate a casa del capo del Governo. In una sequenza rituale, si distinguevano tre fasi: prima la cena, poi il 'bunga bunga' e infine la 'scelta' del premier di una o più giovani ospiti.
Nei 'bunga bunga', in particolare, le ragazze "si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente, ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi".
Quindi, "a fine serata" il presidente del Consiglio sceglieva "una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro e altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti".
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Nell'avviso di chiusura delle indagini, i pm delinenano i ruoli degli indiziati con molta precisione. Compito di Emilio Fede, nella ricostruzione effettuata dai pm, era quello di "valutare di persona, preventivamente, la rispondenza dei requisiti estetici" delle ragazze invitate nella residenza del premier. Fede "si adoperava, anche congiuntamente con Mora per l'individuazione delle giovani donne disposte a prostituirsi presso la residenza in Arcore di Silvio Berlusconi, informandosi personalmente sulle caratteristiche fisiche delle ragazze disponibili".
Oltre a organizzare, in alcune occasioni, l'accompagnamento da Milano ad Arcore di alcune partecipanti alle serate mettendo a disposizione le proprie autovetture.
"Minetti come intermediaria" - Distinto il 'compito' della giovane igienista dentale diventata consigliere regionale lombardo. Era Nicole Minetti, scrivono i pm, ad intermediare "la sistematica erogazione di corrispettivi per l'attività di prostituzione svolta" a molte delle ragazze, ospiti delle serate organizzate a villa san Martino. Le ragazze venivano pagate attraverso "la concessione in comodato d'uso di alcune abitazioni, ubicate a Milano 2 via Olgettina numero 65, nonché in contributi economici... corrisposti, previo assenso di Silvio Berlusconi, per il tramite del suo fiduciario Giuseppe Spinelli".
"Mora selezionava le ragazze" - Lele Mora, a volte da solo, a volte con Emilio Fede, selezionava "giovani donne disposte a prostituirsi" selezionandole anche tra le pupille della sua scuderia. A tutte queste ragazze verrà chiesto di confermare in aula questa ricostruzione. Prossimo passo dell'indagine la richiesta di rinvio a giudizio che sarà valutata da un gup. La posizione di tre indagati minori, autista e collaboratore di Mora e l'agente di una partecipante alle feste, è stata stralciata.
Ghedini: Berlusconi mai coinvolto in quelle situazioni - "Le ipotesi di reato contestate dalla procura di Milano a Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora sono totalmente destituite di fondamento ed in insanabile contrasto con la realtà processuale e con le indagini svolte. Mai sono avvenuti i fatti descritti, mai il presidente Berlusconi si è trovato coinvolto in situazioni quali quelle prospettate". Lo dichiara l'avvocato Niccolò Ghedini, difensore del presidente del Consiglio. "Si è sempre trattato di incontri conviviali più che corretti e senza nessuna implicazione sessuale come è stato testimoniato da decine e decine di persone presenti". E aggiunge: "L'ipotesi che vi siano stati addirittura tredici incontri di natura sessuale fra il presidente Berlusconi e Karima El Mahroug è totalmente fuori da ogni realtà, in contrasto con le dichiarazioni della stessa che ha ripetutamente affermato di non aver mai avuto nessun rapporto sessuale con il Presidente Berlusconi, essere stata ad Arcore due o tre volte, di essersi presentata come egiziana, parente del Presidente Mubarak e ventiquattrenne. Si tratta di ricostruzioni fattuali, illogiche, inverosimili e che non potranno che dimostrarsi inesistenti al primo vaglio processuale".
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