Non si arrestano gli sbarchi a Lampedusa

Cronaca
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Nonostante le condizioni del mare non siano delle migliori continuano le traversate dalle coste tunisine a quelle italiane. E ora si aggiunge il rischio esodo dalla Libia. L'Onu: "Non respingeteli”

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Altri arrivi e avvistamenti, secondo un copione che si ripete ormai da giorni sulle coste di Lampedusa (GUARDA LO SPECIALE). A pattugliare questo tratto di mare preso d'assalto da centinaia di migranti in arrivo dal Nord Africa dopo le rivolte, ci saranno fino al 31 marzo uomini e mezzi impegnati nell'operazione Hermes, la missione congiunta tra Frontex, l'Agenzia europea delle frontiere, e l'Italia.

L'attività potrebbe comunque prolungarsi oltre il termine previsto, soprattutto nel caso di una nuova ondata di sbarchi dalle coste nordafricane. La rotta più battuta, fino ad ora, è quella che parte dalle coste tunisine, anche se la guerra civile in Libia rischia di aprire un nuovo "fronte" con l'assalto di migliaia di profughi. Da Bruxelles fanno sapere che finora "non risultano arrivi dalla Libia a Lampedusa" come ha detto a Bruxelles il portavoce di Cecilia Malmstrom, commissaria europea per gli affari interni.

Ma, intanto, nella serata di martedì 22, altri due barconi carichi di migranti, uno dei quali alla deriva da due giorni, sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia da un motopesca e da due motovedette della Guardia Costiera. Il primo, con 197 migranti, tra cui tre donne, è arrivato nel porto di Lampedusa.

L'altro arriverà in nottata. Martedì mattina altri 53 immigrati erano stati invece bloccati a Lampedusa direttamente a terra dalle forze dell'ordine, dopo uno sbarco avvenuto sulla spiaggia di Cala Pisana. Tutti sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza, dove adesso, con gli arrivi martedì sera, si trovano circa 897 extracomunitari, dopo i trasferimenti degli ultimi due giorni con un ponte aereo.

Sul tema è intervenuto anche il ministro per le Riforme Umberto Bossi: "Se arrivano dalla Libia li mandiamo i Germania". Mentre il governo istituisce un comitato permanente sulla questione libica.

Tornando alla missione Frontex, le unità navali impegnate nell'operazione verranno messi a disposizione dall'Italia e si dedicheranno al pattugliamento di un'area predefinita di mare, con il compito di prevenire gli sbarchi sulle coste siciliane. Mezzi aerei supporteranno quelli navali e saranno forniti, oltre che dall'Italia, da Francia, Olanda, Malta e Spagna. Nel frattempo sarà impiegata una task force di esperti per le operazioni di identificazione di migranti e per investigare sui network criminali che gestiscono il traffico di esseri umani.

Ulteriore supporto potrà essere reso disponibile nelle operazioni di rimpatrio. Un altro portavoce dell'esecutivo europeo ha poi confermato che "la missione Hermes del Frontex" può eventualmente essere ampliata se necessario, precisando che l'aumento delle risorse "dipende dalla richieste italiane".

La missione europea è formata da 30 esperti (messi a disposizione, oltre che dall'Italia, da Austria, Belgio, Francia, Germania, Malta, Olanda, Portogallo, Romania, Svezia, Svizzera e Spagna) ed è dotata di mezzi aerei (4 aerei e due elicotteri da Italia, Francia, Germania, Olanda, Malta e Spagna) e due navi (italiane). Secondo quanto precisato dal portavoce della Commissione, "i costi vengono tutti rimborsati dalla Ue". La dotazione iniziale della missione Hermes è di due milioni di euro.

"Non respingeteli" -
Intanto, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato un appello all'Europa e ai Paesi del nord Africa vicini alla Libia a non respingere le persone in fuga dagli scontri. L'Italia è tra i Paesi "che potrebbero ricevere un maggior flusso di persone in fuga dalla Libia", sia cittadini libici che rifugiati da altri Paesi, ha detto Melissa Fleming, portavoce dell'Alto Commissario per i rifugiati.

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