Caso Parmalat, niente carcere per Tanzi

Cronaca
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Secondo la Cassazione non esiste il rischio di fuga o reiterazione del reato per l'ex patron dell'azienda di Collecchio, già condannato dal tribunale di appello a 10 anni per aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza

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Niente carcere, almeno per ora per l'ex manager di Parmalat Calisto Tanzi. Lo ha stabilito la quinta sezione penale della Cassazione, che ha annullato con rinvio ad una nuova decisione la sentenza del tribunale del riesame che aveva disposto la custodia in carcere per Tanzi, come chiesto dalla procura, a seguito della condanna , inflitta dalla Corte d'appello di Milano, a 10 anni di carcere per aggiotaggio nell'ambito dell'inchiesta Parmalat.

I giudici di Piazza Cavour non hanno evidentemente condiviso il parere del pg di Cassazione, Vito Monetti, che stamane aveva sollecitato il rigetto del ricorso presentato dai difensori dell'ex patron della Parmalat. La richiesta di arresto a carico di Tanzi era stata avanzata dalla Procura Generale dopo la condanna dell'imputato, avvenuta il 26 maggio scorso, a dieci anni di reclusione pronunciata dalla Corte d'Appello di Milano per aggiotaggio e ostacolo all'attività dell'Autorità di vigilanza. In quell'occasione, Tanzi era stato condannato anche a pagare 100 milioni di euro ai risparmiatori parti civili nel processo. La richiesta di arresto, avanzata sulla base della tesi secondo cui Tanzi avrebbe "soldi per una lunga latitanza all'estero, anche alla luce del ritrovamento in suo possesso di quadri di Van Gogh e Picasso, era stata respinta una prima volta (in luglio) dalla Corte d'Appello milanese, ma poi accolta dal Riesame, il cui verdetto è stato oggi annullato dalla Suprema Corte. Nel dicembre scorso, infine, l'ex patron della Parmalat, ultrasettantenne, è stato anche condannato in primo grado dal Tribunale di Parma a 18 anni di reclusione per il crack della multinazionale di Collecchio.

"Evidentemente la Cassazione oggi ha valutato che non vi sono elementi concreti su un possibile pericolo di fuga". Cosi' l'avvocato Giampiero Biancolella, difensore di Callisto Tanzi, commenta la decisione della Cassazione di annullare con rinvio il verdetto del riesame di Milano sull'arresto dell'ex patron della Parmalat. La Suprema Corte, secondo il penalista, "ha ritenuto che esistono incongruenze nella motivazione del riesame: ha valutato - aggiunge - che non potesse essere considerato un indizio di pericolo di fuga il viaggio che Tanzi fece nel 2003 in Ecuador, posto che quella volta rientro' in Italia in una situazione in cui era altamente prevedibile l'arresto, come poi avvenne".

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