Immigrati, se la vita passa da un click

Cronaca
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Il decreto flussi del governo consentirà l'ingresso in Italia a 98mila lavoratori. Il permesso di soggiorno va richiesto via Internet, a partire dal 31 gennaio. Ecco come funziona. Secondo i sindacati "è una sanatoria mascherata"

di David Saltuari

Tutto il proprio futuro racchiuso in un click di pochi secondi. E' la situazione che si troveranno ad affrontare, per tre giorni a partire dal 31 gennaio, oltre 400mila immigrati che sperano di ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro in Italia. Il governo ha infatti emanato un decreto flussi per consentire l'ingresso nel paese a 98mila nuovi lavoratori. Le domande di assunzione da parte dei datori di lavori dovranno essere inoltrate per via telematica in tre giorni distinti (31 gennaio, 2 febbraio, 3 febbraio), a seconda della categoria di cui si fa parte, e le prime richieste inoltrate saranno quelle accettate.



Requisiti per presentare la domanda
- Per inviare la richiesta di assunzione di un lavoratore bisogna essere iscritti al sito del ministero dell'interno. Nella domanda andranno inseriti i dati del lavoratore come indicati nel suo passaporto, va dimostrato l'esistenza di un adeguato alloggio per il lavoratore, va aggiunta la proposta di contratto (nel quale il datore di lavoro si impegna a pagare il viaggio di ritorno in caso di rimpatrio) e ci si impegna a comunicare ogni variazione di contratto. Per presentare la domanda bisogna inoltre dimostrare di avere un reddito doppio rispetto al costo del lavoratore (la somma di stipendio e contributi).

Vince il più veloce - Le domande saranno accolte in ordine cronologico e fino ad esaurimento. Il che vuol dire che chi la inoltra per prima avrà più possibilità di vederla accolta. Alle 8 di mattina di lunedì ci saranno un centinaio di migliaia di computer pronti a inviare contemporaneamente la domanda. Il singolo che deve inviare soltanto la richiesta per se stesso, lo farà entro il primo minuto. I patronati, invece, che dovranno inoltrare contemporaneamente centinaia di domande, anche se le inviano in blocchi, rischiano di metterci qualche decina di minuti. Una differenza enorme, se si pensa che l'ultima volta tutte i posti disponibili vennero concessi in meno di quindici minuti (qui alcune delle informazioni disponibili sul sito del ministero).

Il primo giorno - Il 31 gennaio e il 2 e 3 febbraio  verranno concessi 98.080 permessi di soggiorno per lavoro subordinato. Il primo giorno è riservato ai lavoratori di quei paesi che hanno stretto accordi di collaborazione con l'Italia in tema di immigrazione. Gli ingressi saranno così ripartiti: 4.500 cittadini albanesi, 1.000 cittadini algerini, 2.400 cittadini del Bangladesh, 8.000 cittadini egiziani, 4.000 cittadini filippini, 2.000 cittadini ghanesi, 4.500 cittadini marocchini, 5.200 cittadini moldavi, 1.500 cittadini nigeriani, 1.000 cittadini pakistani, 2.000 cittadini senegalesi, 80 cittadini somali, 3.500 cittadini dello Sri Lanka, 4.000 cittadini tunisini, 1.800 cittadini indiani, 1.800 cittadini peruviani, 1.800 cittadini ucraini, 1.000 cittadini del Niger, 1.000 cittadini del Gambia e 1.000 cittadini di altri Paesi non appartenenti all'Unione europea che concludano accordi finalizzati alla regolamentazione dei flussi di ingresso e delle procedure di riammissione.

Il secondo e terzo giorno - Il 2 febbraio è riservato esclusivamente a colf e badanti di quei paesi che non hanno stretto accordi con l'Italia per un tetto massimo di 30mila persone. Il 3 febbraio infine è dedicato alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di 3000 permessi di soggiorno per studio, 3000 permessi di soggiorno per tirocinio e/o formazione, 4000 permessi di soggiorno stagionale e 1000 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altri stati dell'Unione Europea.

Blocchi tecnologici - A parte la sanatoria per colf e badanti del 2009, l'ultimo click day ci fu nel 2007. Allora il server del ministero dell'Interno andò in crash. "Il sistema era tarato su nomi di una certa lunghezza - spiega Danesh - ma quelli dello Sri Lanka superano di molto i 16 caratteri. Al primo nome troppo lungo tutto il sistema andò in tilt. Questa volta ci hanno assicurato che il problema non si ripresenterà". E' meno ottimista invece Oberdan Ciucci: "Dal 17 gennaio (giorno dal quale ci si poteva iscrivere ndr) abbiamo registrato già diversi blackout e problemi con l'assegnazione delle password. I tecnici del ministero, con il quale siamo in contatto, ci assicurano che tutti i problemi saranno risolti, ma quello che succederà alle otto di mattina del 31 gennaio lo sa solo Dio".

I sindacati: una sanatoria mascherata - In linea teorica in questi tre giorni i datori di lavoro inseriranno i dati di lavoratori che si trovano all'estero e che vogliono assumere. Per i sindacati la realtà è però diversa. Come spiega Kurosh Danesh del Comitato Nazionale Immigrati della Cgil "dal ministro in giù tutti sappiamo che si tratta solo di un teatrino. Le domande che verranno presentate riguardano quasi tutte persone che risiedono già in Italia. E' una sanatoria mascherata, con però la variante del reato di clandestinità." Il lavoratore che dovesse ottenere il permesso di soggiorno, infatti, sarà poi costretto a tornare nel proprio paese per ottenere un visto d'ingresso. Al momento della partenza rischia però di venire segnalato alla frontiere come immigrato clandestino. E beccarsi il divieto a rientrare in Italia per dieci anni, vanificando così il permesso ottenuto. Secondo Oberdan Ciucci, presidente dell'Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere, legata alla Cisl, il rischio è che "molti, per paura, preferiranno restare in clandestinità".

Attenzione agli speculatori - Dietro al click day c'è anche il concreto rischio di attività illegali. "Formalmente al sistema accedono solo i datori di lavoro, a cui spetta l'onere dell'inoltro della domanda - spiega Danesh - i lavoratori non hanno voce in capitolo. A parte dare un enorme potere ai datori di lavoro, creando situazioni pericolose, questo può portare a situazioni di illegalità dove qualcuno, dietro compenso, finge di assumere. Chi lavora ha un disperato bisogno di regolarità e questo porta molti a pagare cifre esorbitanti". I sindacati attraverso i patronati offrono assistenza e così, piega Oberdan Ciucci, "stiamo scoprendo molte situazioni truffaldine o speculative ai danni degli immigrati". Usufruire dell'aiuto dei patronati, però, può essere svantagioso.




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