Da Marchionne all'operaio Fiat: chi è l'uomo dell'anno?

Cronaca
Sergio Marchionne e gli operai Fiat, sulle pagine de Il Sole 24 Ore e di Liberazione
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Le preferenze dei quotidiani: il Sole 24 Ore incorona l'ad di Fiat personaggio del 2010, mentre il quotidiano di Rifondazione fa la scelta opposta ed elegge i lavoratori del Lingotto. E Libero si diverte cercando il cognato dell'anno

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Sergio Marchionne contro gli operai Fiat. Lo scontro tra l'ad dell'azienda torinese e i lavoratori degli stabilimenti dell'auto in Italia si sposta, nel giorno di San Silvestro, dal tavolo delle trattative alle edicole. Con la fine dell'anno, infatti, molti quotidiani stilano le proprie classifiche degli uomini (e le donne) dell'anno e così si trovano a fronteggiarsi, una di fronte all'altro, la prima pagina del Sole 24 Ore, che incorona Sergio Marchionne uomo dell'anno, contro la prima pagina di Liberazione, dedicata invece all'Operaio Fiat. Due prese di posizioni antitetiche che rispecchiano la divisione che attraversa tutto il paese.

Il giornale di Confindustria spiega così la sua scelta: "Marchionne ha deciso di smentire le previsioni nette dell'Economist e del Financial Times che annunciavano la morte certa della Fiat e salvare la produzione di auto in Italia. La visione e le scelte, anche drammatiche, di Marchionne hanno messo tutti davanti alla realtà, nel suo bene e nel suo male. È possibile che, a tratti, il capo della Fiat abbia agito con eccessiva ruvidezza, incurante della solitudine o della difficoltà che altre imprese potranno avere nella nuova modalità contrattuale, o con una Fiom più rigida". Ma, conclude il quotidiano diretto da Gianni Riotta "il mondo va nella direzione che l'uomo dal pullover indica e che i sogni, le utopie e il passato non portano lavoro ma deindustrializzazione. Per questo scegliamo Sergio Marchionne come uomo 2010 dell'economia italiana."

Di tutt'altro avviso il quotidiano comunista. "Non Zuckerberg (come deciso da Time, ndr) e nemmeno Assange. Come simbolo del 2010 scegliamo gli uomini e le donne della Fiat, per i quali l'anno si chiude all'insegna del ricatto: diritti e conquiste sociali contro occupazione. Operai e operaie fatti cavie, sulla cui pelle "sperimentare" le cosiddette "nuove relazioni sindacali". Peccato che all'orizzonte anziché la "governabilità" in fabbrica si profili il caos, se anche Confindustria (ma solo a cose fatte) si dice disponibile a trattare sulla rappresentanza."

Cambia tono la prima pagina di Libero, dedicata ai cognati dell'anno. Per il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro è Tulliani a meritarsi il titolo: "Fini ha dato prova di contare meno del parente, che fa quel che vuole e non dà spiegazioni. Il vero leader è lui: portiamolo in aula", senza fermare enanche oggi, dunque, la campagna stampa che ha nel mirino il presidente della Camera. Sergio Marchionne, invece, si merita il titolo di sindacalista dell'anno, perché lui "dà lavoro e aumenta lo stipendio", mentre Nichi Vendola diventa l'orecchino dell'anno.

Avvenire invece dedica l'apertura agli operatori pastorali uccisi nel corso dell'anno: ben 23, tra cui un vescovo e tre laici che il quotidiano della cei definisce "martiri".

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