Prosegue il lavoro di forze dell'ordine e volontari per trovare tracce della tredicenne scomparsa ormai da diciassette giorni. Si cercherà anche tra le immagini che i satelliti potrebbero avere realizzato su quell'area
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Diciassette giorni dopo la scomparsa di Yara Gambirasio, continua ad allargarsi il raggio d'azione delle ricerche. Stamani carabinieri e protezione civile sono impegnati in Val Brembana, a Ubiale Clanezzo (Bergamo), dove stanno setacciando la zona boschiva nei pressi del fiume Brembo. Altre squadre di militari e volontari si sono indirizzate invece nelle campagne alla periferia di Curno, non lontano dal Comune di Ponte San Pietro. Gli investigatori stanno passando al setaccio zone che finora non erano ancora state controllate e aree che nelle scorse ore sono state oggetto di segnalazioni da parte dei cittadini.
Sul fronte delle indagini, gli investigatori spiegano che "non vi sono elementi" che autorizzano a pensare concretamente a una vicenda a sfondo satanico, come riferiscono oggi alcune notizie di stampa, anche se - hanno ribadito - tutte le segnalazioni, anche quelle che sembrerebbero inconsistenti, sono state e sono prese in esame. Si è saputo, inoltre, dagli inquirenti bergamaschi, che in questi diciassette giorni non sono state chieste informazioni alla Procura di Busto Arsizio (Varese), che si occupò dell'inchiesta (e che portò a numerose condanne) a carico del gruppo delle cosiddette bestie di satana, che agì nel Varesotto.
Nei prossimi giorni, insieme alle analisi tecniche sui tabulati telefonici già in corso, gli investigatori potrebbero 'guardare' all'insù per cercare risposte a una scomparsa che, a più di due settimane di distanza, ha ancora pochi elementi certi. L'occhio dei satelliti, civili o militari, potrebbero aver 'inquadrato' l'attimo esatto in cui Yara ha lasciato il centro sportivo distante solo 700 metri da casa.
In passato, in altri episodi di cronaca si è ricorso all'aiuto satellitare. Dall'omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007, al caso Cogne quando il pm Stefania Cugge aveva chiesto ai militari italiani se avessero registrato immagini subito dopo l'omicidio del piccolo Samuele. Nessuna conferma che l'analisi dei fotogrammi sarà fatta, ma da giorni nessuna pista o ipotesi, anche la più stravagante, viene sottovalutata. Provare non costa nulla, spiegano gli investigatori. Ai genitori di Yara non resta che sperare.
Tutti i video sulla scompara di Yara
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