Gli obiettivi sono il referendum contro ogni forma di privatizzazione e la moratoria per il decreto Ronchi. Per questo ha occupato piazza Santi Apostoli a Roma e si è fatto sentire in altre città d’Italia: "Abbiamo già 1,4 milioni di firme"
Chiedono il sostegno ai referendum, già depositati in Cassazione, contro ogni forma di privatizzazione della gestione dell'acqua. E la moratoria degli effetti del decreto Ronchi finché i cittadini non si saranno pronunciati, tra l'altro, sulla sua abrogazione. Queste le istanze del Forum italiano dei movimenti per l'acqua, che a Roma ha occupato piazza Santi Apostoli per una mobilitazione che ha coinvolto, in contemporanea, tante altre città italiane. "Abbiamo già raccolto 1,4 milioni di firme per ciascuna delle tre petizioni referendarie presentate", spiega un esponente del Forum, Severo Lutrario.
Il referendum - I tre quesiti riguardano l'abrogazione delle norme che prevedono una gestione dell'acqua affidata ai privati, anche precedenti al decreto Ronchi, e l'abrogazione di quest'ultimo, che fissa al 31 dicembre 2011 il termine entro cui i Comuni dovranno dismettere almeno il 40% della loro partecipazione nelle società di gestione. "Il rischio - sottolinea Lutrario – è che, in caso di una crisi di governo, non si potrebbe votare per i referendum prima della primavera del 2012, quando il decreto Ronchi avrà già dispiegato i suoi effetti: per questo ne chiediamo la moratoria".
L'esponente dei movimenti per l'acqua pubblica evidenzia infine che "senza nessuna grande organizzazione di massa alle spalle, i comitati hanno raccolto un numero clamoroso di firme. Il che significa che c'è un'attenzione dei cittadini al tema forte e trasversale: basti pensare che nella sola Lombardia sono state raccolte 240 mila firme, la metà di quante ne servirebbero per proporre un referendum nazionale". Già lo scorso luglio il numero di firme raccolte era impressionante.
Il referendum - I tre quesiti riguardano l'abrogazione delle norme che prevedono una gestione dell'acqua affidata ai privati, anche precedenti al decreto Ronchi, e l'abrogazione di quest'ultimo, che fissa al 31 dicembre 2011 il termine entro cui i Comuni dovranno dismettere almeno il 40% della loro partecipazione nelle società di gestione. "Il rischio - sottolinea Lutrario – è che, in caso di una crisi di governo, non si potrebbe votare per i referendum prima della primavera del 2012, quando il decreto Ronchi avrà già dispiegato i suoi effetti: per questo ne chiediamo la moratoria".
L'esponente dei movimenti per l'acqua pubblica evidenzia infine che "senza nessuna grande organizzazione di massa alle spalle, i comitati hanno raccolto un numero clamoroso di firme. Il che significa che c'è un'attenzione dei cittadini al tema forte e trasversale: basti pensare che nella sola Lombardia sono state raccolte 240 mila firme, la metà di quante ne servirebbero per proporre un referendum nazionale". Già lo scorso luglio il numero di firme raccolte era impressionante.