La famiglia di Yara: "Grazie a tutti per il sostegno"

Cronaca
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Mentre continuano le ricerche della 13enne scomparsa nel bergamasco, il padre e la madre scrivono una lettera per ringraziare la comunità. Brusca frenata, intanto, alle indagini: il giubbotto ritrovato in campagna non appartiene alla ragazza

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Per la prima volta dalla scomparsa della figlia Yara la famiglia Gambirasio farà sentire la propria voce. Ma, fedele alla riservatezza mostrata finora, lo farà solo per interposta persona. Cioé con una lettera che Fulvio Gambirasio, padre della ragazza, ha consegnato al parroco di Brembate Sopra, don Corinno Scotti, nel corso di una delle due visite quotidiane che il sacerdote compie nella villetta di via Rampinelli.
La lettera sarà letta sabato 4 dicembre nella chiesa parrocchiale nel corso della veglia di preghiera organizzata proprio dal parroco.
Del contenuto del documento per ora si sa soltanto, da indiscrezioni, che la famiglia Gambirasio ringrazierà il paese per il sostegno ricevuto in questi giorni difficili e per la riservatezza tenuta da vicini e compaesani, e chiedono che ognuno dia ogni aiuto possibile alle forze dell'ordine.

E' sparita una settimana fa -
Yara Gambirasio, la ragazzina dalla vita perfetta e senza ombre, sembra svanita in un incubo. Ha lasciato qualche traccia nell'area, fiutata dai super segugi che hanno più volte portato gli investigatori nel cantiere di un grande centro commerciale in costruzione, al confine con Mapello. "Se i cani ci hanno portato lì - ripete Renato Ronzoni, responsabile del soccorso alpino e speleologico bergamasco - significa che la ragazza o qualcosa che le è stato vicino sono passati per quell'area".

Un giubbino simile al suo - Non molto distante da quell'area è stato trovato un giubbino nero simile a quello che indossava Yara. Si è subito pensato potesse trattarsi di quello della giovane. In tanti hanno creduto di avere finalmente in mano una traccia concreta, invece non apparterrebbe a Yara.
La segnalazione della presenza di un giubbotto era stata fatta da una donna che si era presentata al cantiere del centro commerciale di Mapello dove da lunedì sono in corso approfondite ricerche da parte degli inquirenti e ha raccontato di avere visto gettare dal finestrino di un'auto in corsa un sacchetto sul tratto di Mapello del nuovo Asse interurbano di Bergamo aperto solo la scorsa settimana. La donna ha poi accompagnato i carabinieri sul posto, e lì è stato trovato un giubbino nero simile a quello che Yara indosseva al momento della scomparsa. Si sta cercando di capire se possa essere effettivamente il suo. Tra ieri e oggi sono numerose le segnalazioni di ogni tipo che stanno arrivando ai carabinieri.

Si cerca anche nelle campagne - Intanto però si allarga il perimetro delle ricerche. Ora si guarda anche nei comuni vicini e vengono battute le campagne fino a Dalmine, a una ventina di chilometri di distanza. Si è passati anche da Almenno San Bartolomeo e da Almenno San Salvatore. Sono state perlustrate le cave ai confini con la valle Imagna. Vallata dopo vallata, in mezzo alla neve ghiacciata, con un freddo implacabile, i volontari della protezione civile, del soccorso alpino, cercano Yara.

Una vita semplice, senza ombre - Ombre nella vita di Yara non ne sono state trovate. Le sue, fino a venerdì scorso, sono state le giornate della tredicenne perfetta. Nel suo ultimo tema, il cui testo viene pubblicato domani dal settimanale Panorama, Yara racconta della gita di classe al festival Bergamoscienze. Ha preso 8 raccontando di essere rimasta molto colpita da Enigma, la sofisticata macchina usata dai tedeschi nella II guerra mondiale per cifrare i messaggi militari.
Oltre allo studio, la sua vera passione è la ginnastica ritmica. Non aveva motivi per scappare di casa, una fuga volontaria è stata esclusa subito dai genitori.
Così come sembra poco sostenibile che avesse appuntamento con qualcuno. Resta l'ipotesi più temuta, un rapimento forse a scopo di violenza sessuale. Forse qualcuno la teneva d'occhio da tempo e conosceva i suoi orari. Sapeva che andava e tornava dalla palestra da sola. Camminando, come venerdì scorso, nel buio senza timore per le strade di Brembate, un paese dove si conoscono tutti ma nessuno dice nulla.

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