Bondi, l’attrice bulgara e il premio-fuffa a Venezia

Cronaca
Un momento della premiazione di Goodbye Mama, con il discorso del ministro Carfagna
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Il Fatto Quotidiano racconta la storia del film "Goodbye Mama" di Michelle Bonev, regista che sarebbe cara al premier bulgaro e a Silvio Berlusconi, e premiata con una targa inventata ad hoc. FOTO

Le foto di Dragomira / Michelle Bonev
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Il ministro Bondi, l’attrice bulgara e il premio confezionato su misura. Una storia alla Totò che viene raccontata sulle pagine del Fatto Quotidiano. Lo scorso 3 settembre nella sala Pasinetti del Palazzo del Cinema, nel corso della 67esima edizione della Mostra, viene premiato il film “Goodbye Mama” di Michelle Bonev (all’anagrafe Dragomira Bonev). Secondo il giornale diretto da Antonio Padellaro, a insistere su questo premio sarebbe stato il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi: l’attrice-regista sarebbe infatti molto cara al primo ministro bulgaro, nonché a Silvio Berlusconi. Quest’ultimo addirittura - sostiene sempre Il Fatto - le avrebbe assicurato di farle vincere l’edizione del festival ma, non essendo possibile, il ministero per i Beni culturali avrebbe escogitato il piano B: un premio inventato ad hoc da consegnare durante la Mostra. Scatta così quella che il Fatto Quotidiano chiama “operazione Dragomira”: “Approfittando dell’evento Action for women (vero concorso di cortometraggi, ndr) […] il piano scatta nel tardo pomeriggio. Una location defilata, la Sala Pasinetti, ed ecco uscire fuori la targa incriminata”.

Sul sito della pellicola compare orgogliosamente la scritta: “In occasione del 60° anniversario della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali, il Ministro per i Beni e le Attività culturali ha conferito il premio speciale Action for women al film di coproduzione italo-bulgara Goodbye Mama di Michelle Bonev”.

Alla premiazione "fittizia" partecipano anche alcuni esponenti del governo: c’è il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna e c’è anche Giancarlo Galan, ministro per le Politiche agricole ed ex governatore del Veneto. “A chiudere degnamente l’imitazione felliniana –conclude l’articolo del Fatto – una lettera della Ue, anch’essa fittizia, offerta a Dragomira-Michelle”.

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