Nei primi sei mesi del 2010 la polizia postale ha denunciato 819 persone per reati di e-commerce. 475 denunce e 51 arresti hanno invece riguardato reati pedopornografici
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E' la rete la nuova frontiera del crimine. Lo dimostrano pochi dati, tutti in crescita: nei primi sei mesi del 2010 la polizia postale ha denunciato 819 persone per reati in materia di e-commerce e ne ha arrestate 37. Sono state 2.913 le persone denunciate per hacking, con 76 arrestati, mentre 475 denunce e 51 arresti hanno riguardato i reati pedopornografici.
Questi i numeri forniti a margine della sigla di un protocollo di intesa per la prevenzione dei crimini informatici tra la polizia postale e la società Symantec. "Il protocollo - ha detto il direttore centrale delle specialità della polizia, Oscar Fiorolli - è una risposta efficace al contrasto dei crimini informatici".
Aumentano, ha aggiunto Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale, "gli utenti della rete ed i tempi in cui rimangono connessi: ciò accresce il pericolo e quindi diventa fondamentale la prevenzione. Noi vogliamo estendere la 'controrete di sicurezza' attraverso la collaborazione con le aziende leader del settore".
Gli italiani e la Rete - Significativi anche i dati dello studio 'Norton cybercrime human impact report' diffuso da Symantec.
Il 69% degli italiani, indica il rapporto, ha subito una qualche forma di cybercrimine, l'89% ne è preoccupato, il 51% ha scoperto il proprio pc infetto da virus, il 10% è stato vittima di truffe on line e il 4% ha subito il furto d'identità.
Nonostante l'incidenza di questa minaccia, sottolinea Symantec, solo la metà degli adulti (il 51%) si dichiara disponibile a modificare il proprio comportamento on line qualora rimanesse vittima di un crimine.
I pericoli per le aziende - Il cybercrime, peraltro, non riguarda solo gli utenti privati, ma colpisce in modo significativo anche le aziende. Symantec ha stimato che il costo medio sostenuto da un'organizzazione compromessa è all'incirca di 5 milioni di dollari, mentre 23 milioni di euro è il costo massimo ad oggi sostenuto in seguito ad un attacco informatico. Questi dati vengono venduti spesso in un vero e proprio mercato nero delle informazioni, che ha un volume di affari che si aggira intorno ai 210 milioni di euro.
A livello mondiale, infine, lo spam rappresenta l'89,4% dei messaggi, di cui il 3% ha origine in Italia, mentre il phishing (truffa informatica che permette, attraverso un' e-mail, di carpire i dati personali per accedere ai conti correnti delle ignare vittime) è aumentato del 52%, colpendo soprattutto il settore finanziario.
Sicurezza sul web - "La cyber security è una battaglia cruciale per la sicurezza e la competitività del Paese", ha commentato l'a.d. di Poste Italiane, Massimo Sarmi, sottolineando che "la pressione della criminalità informatica e l'aumento di denunce e arresti nei primi mesi del 2010 dimostrano che il fenomeno sta assumendo in Italia un rilievo che merita la massima attenzione delle istituzioni e delle imprese per tutelare le informazioni sensibili di interesse strategico per la sicurezza dello Stato, la privacy dei cittadini e le attività economiche".
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E' la rete la nuova frontiera del crimine. Lo dimostrano pochi dati, tutti in crescita: nei primi sei mesi del 2010 la polizia postale ha denunciato 819 persone per reati in materia di e-commerce e ne ha arrestate 37. Sono state 2.913 le persone denunciate per hacking, con 76 arrestati, mentre 475 denunce e 51 arresti hanno riguardato i reati pedopornografici.
Questi i numeri forniti a margine della sigla di un protocollo di intesa per la prevenzione dei crimini informatici tra la polizia postale e la società Symantec. "Il protocollo - ha detto il direttore centrale delle specialità della polizia, Oscar Fiorolli - è una risposta efficace al contrasto dei crimini informatici".
Aumentano, ha aggiunto Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale, "gli utenti della rete ed i tempi in cui rimangono connessi: ciò accresce il pericolo e quindi diventa fondamentale la prevenzione. Noi vogliamo estendere la 'controrete di sicurezza' attraverso la collaborazione con le aziende leader del settore".
Gli italiani e la Rete - Significativi anche i dati dello studio 'Norton cybercrime human impact report' diffuso da Symantec.
Il 69% degli italiani, indica il rapporto, ha subito una qualche forma di cybercrimine, l'89% ne è preoccupato, il 51% ha scoperto il proprio pc infetto da virus, il 10% è stato vittima di truffe on line e il 4% ha subito il furto d'identità.
Nonostante l'incidenza di questa minaccia, sottolinea Symantec, solo la metà degli adulti (il 51%) si dichiara disponibile a modificare il proprio comportamento on line qualora rimanesse vittima di un crimine.
I pericoli per le aziende - Il cybercrime, peraltro, non riguarda solo gli utenti privati, ma colpisce in modo significativo anche le aziende. Symantec ha stimato che il costo medio sostenuto da un'organizzazione compromessa è all'incirca di 5 milioni di dollari, mentre 23 milioni di euro è il costo massimo ad oggi sostenuto in seguito ad un attacco informatico. Questi dati vengono venduti spesso in un vero e proprio mercato nero delle informazioni, che ha un volume di affari che si aggira intorno ai 210 milioni di euro.
A livello mondiale, infine, lo spam rappresenta l'89,4% dei messaggi, di cui il 3% ha origine in Italia, mentre il phishing (truffa informatica che permette, attraverso un' e-mail, di carpire i dati personali per accedere ai conti correnti delle ignare vittime) è aumentato del 52%, colpendo soprattutto il settore finanziario.
Sicurezza sul web - "La cyber security è una battaglia cruciale per la sicurezza e la competitività del Paese", ha commentato l'a.d. di Poste Italiane, Massimo Sarmi, sottolineando che "la pressione della criminalità informatica e l'aumento di denunce e arresti nei primi mesi del 2010 dimostrano che il fenomeno sta assumendo in Italia un rilievo che merita la massima attenzione delle istituzioni e delle imprese per tutelare le informazioni sensibili di interesse strategico per la sicurezza dello Stato, la privacy dei cittadini e le attività economiche".