Marinella Colombo era stata fermata per aver portato in Italia i suoi bambini affidati al marito dopo la rottura del matrimonio. Aveva detto: "C'è un accanimento nei miei confronti che deve finire, voglio solo il bene dei miei figli"
Leggi l'intervista di Sky.it alla madre nel maggio dell'anno scorso
E' stata scarcerata Marinella Colombo, la donna arrestata mercoledì 27 ottobre a Milano perché aveva portato i propri figli in Italia dopo la rottura del matrimonio con il marito tedesco.
Nei suoi confronti, il giudice della Corte d'appello di Milano Massimo Maiello, che l'ha interrogata in carcere, ha disposto l'obbligo di firma. Un provvedimento analogo a quello che già i giudici milanesi adottarono nel 2008 quando la donna, una volta appreso che c'era un mandato d'arresto europeo nei suoi confronti si era costituita.
Poco prima della scarcerazione, secondo quanto riferito da alcune agenzie la donna aveva denunciato "un accanimento nei miei confronti che deve finire, perché io voglio solo il bene dei miei figli".
Colombo era andata al Tribunale dei minori per discutere del ricorso contro l'ordine di rimpatrio dei suoi bambini, di 7 e 11 anni, emesso dai giudici tedeschi, ed era stata arrestata.
Prima del fermo, era "latitante" da otto mesi perché nei suoi confronti era ancora in vigore un mandato di cattura europeo del marzo scorso per sottrazione di minori. La Colombo, in febbraio, era andata in Germania per riprendersi i figli che le forze dell'ordine, su mandato della magistratura tedesca, avevano prelevato a sua insaputa dalla scuola che frequentavano a Milano, nel maggio del 2009.
Per portarli in Italia e tenerli con sé, dopo la rottura del matrimonio con il tedesco Tobias Ritter, Marinella Colombo era già stata in carcere, anche se per poche ore, nel 2008, a causa di un primo mandato di arresto, sempre per sottrazione di minori, per averli portati in Italia.
Vi rimase qualche ora per avere poi l'obbligo di dimora. La Corte d'appello di Milano non concesse però l'arresto e l'estradizione chiesti dalla Germania. Marinella Colombo, da allora, aveva ricominciato a vivere, a mandare a scuola i figli quando, nel maggio dell'anno scorso, era stata data esecuzione al provvedimento dei giudici tedeschi che le avevano tolto i figli per riportarli dal padre. A febbraio 2010, la decisione di andare a riprenderseli, con la conseguenza di un nuovo mandato d'arresto, eseguito mercoledì 27 ottobre.
"All'uscita dall'aula ci aspettavano due carabinieri che ci hanno comunicato l'esecuzione del provvedimento" aveva spiegato il suo legale, Laura Cossar (guarda l'intervista), che aveva annunciato un nuovo ricorso alla Corte d'appello affinchè fosse respinta anche la nuova richiesta di estradizione.
"Anche perché la Cassazione - aveva spiegato ancora l'avvocato - ci ha dato ragione una prima volta e ha detto che era legittimo che avesse portato con sé i figli, solo che, non essendo giudice di merito, non ha potuto revocare il mandato".
Marinella Colombo, prima di salire a bordo di un'auto che l'ha portata nel carcere di San Vittore, ha avuto un pensiero per i suoi bambini. "Sono - aveva detto l'avvocato Cossar - in un luogo sicuro, con delle persone sicure".
L'avvocato da sempre sostiene l'illegittimità dei provvedimenti dei giudici tedeschi che sarebbero stati scavalcati dallo Jugendamt, un organismo che ci occupa di minori, fondato dal capo delle SS Heinrich Himmler e tuttora attivo, che spesso travalicherebbe le decisioni giurisdizionali.
E' stata scarcerata Marinella Colombo, la donna arrestata mercoledì 27 ottobre a Milano perché aveva portato i propri figli in Italia dopo la rottura del matrimonio con il marito tedesco.
Nei suoi confronti, il giudice della Corte d'appello di Milano Massimo Maiello, che l'ha interrogata in carcere, ha disposto l'obbligo di firma. Un provvedimento analogo a quello che già i giudici milanesi adottarono nel 2008 quando la donna, una volta appreso che c'era un mandato d'arresto europeo nei suoi confronti si era costituita.
Poco prima della scarcerazione, secondo quanto riferito da alcune agenzie la donna aveva denunciato "un accanimento nei miei confronti che deve finire, perché io voglio solo il bene dei miei figli".
Colombo era andata al Tribunale dei minori per discutere del ricorso contro l'ordine di rimpatrio dei suoi bambini, di 7 e 11 anni, emesso dai giudici tedeschi, ed era stata arrestata.
Prima del fermo, era "latitante" da otto mesi perché nei suoi confronti era ancora in vigore un mandato di cattura europeo del marzo scorso per sottrazione di minori. La Colombo, in febbraio, era andata in Germania per riprendersi i figli che le forze dell'ordine, su mandato della magistratura tedesca, avevano prelevato a sua insaputa dalla scuola che frequentavano a Milano, nel maggio del 2009.
Per portarli in Italia e tenerli con sé, dopo la rottura del matrimonio con il tedesco Tobias Ritter, Marinella Colombo era già stata in carcere, anche se per poche ore, nel 2008, a causa di un primo mandato di arresto, sempre per sottrazione di minori, per averli portati in Italia.
Vi rimase qualche ora per avere poi l'obbligo di dimora. La Corte d'appello di Milano non concesse però l'arresto e l'estradizione chiesti dalla Germania. Marinella Colombo, da allora, aveva ricominciato a vivere, a mandare a scuola i figli quando, nel maggio dell'anno scorso, era stata data esecuzione al provvedimento dei giudici tedeschi che le avevano tolto i figli per riportarli dal padre. A febbraio 2010, la decisione di andare a riprenderseli, con la conseguenza di un nuovo mandato d'arresto, eseguito mercoledì 27 ottobre.
"All'uscita dall'aula ci aspettavano due carabinieri che ci hanno comunicato l'esecuzione del provvedimento" aveva spiegato il suo legale, Laura Cossar (guarda l'intervista), che aveva annunciato un nuovo ricorso alla Corte d'appello affinchè fosse respinta anche la nuova richiesta di estradizione.
"Anche perché la Cassazione - aveva spiegato ancora l'avvocato - ci ha dato ragione una prima volta e ha detto che era legittimo che avesse portato con sé i figli, solo che, non essendo giudice di merito, non ha potuto revocare il mandato".
Marinella Colombo, prima di salire a bordo di un'auto che l'ha portata nel carcere di San Vittore, ha avuto un pensiero per i suoi bambini. "Sono - aveva detto l'avvocato Cossar - in un luogo sicuro, con delle persone sicure".
L'avvocato da sempre sostiene l'illegittimità dei provvedimenti dei giudici tedeschi che sarebbero stati scavalcati dallo Jugendamt, un organismo che ci occupa di minori, fondato dal capo delle SS Heinrich Himmler e tuttora attivo, che spesso travalicherebbe le decisioni giurisdizionali.