I pm: l'aggressore di Maricica deve tornare in carcere

Cronaca
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Dopo la morte della donna romena si aggrava la posizione di Alessio Burtone, ora ai domiciliari: è accusato di omicidio preterintenzionale. L'uomo, attraverso il suo avvocato, si dice pentito e il marito della vittima dice: "Voglio incontrarlo"

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Pentimento ma soprattutto paura. Alessio Burtone ha timore di andare in carcere a 20 anni per aver sferrato un pugno in pieno volto, dopo una banale lite avvenuta alla stazione Anagnina di Roma, a Maricica Hahaianu, l'infermiera romena di 32 anni morta sabato in ospedale dopo una settimana di agonia.
La Procura di Roma ha chiesto al gip, infatti, il trasferimento in carcere del giovane aggressore, attualmente agli arresti domiciliari, dopo la morte dell'infermiera accusato di omicidio preterintenzionale.
"Ho paura di andare in carcere. Non volevo fare del male e provocare la morte di nessuno: sono profondamente pentito di quello che ho fatto", ha detto l'aggressore al suo avvocato quando gli ha comunicato che andrà in galera e che rischia fino a 18 anni.

Una notizia che non consola, però, i familiari dell'infermiera romena: "E' giusto che ora quel ragazzo vada in carcere, oggi però il nostro dolore è immenso ed è per Maricica che non c'è più".
E' distrutto Adrian, il marito dell'infermiera: "Ci amavamo tantissimo, tantissimo... e adesso non c'è più", ha detto l'uomo a Ramona Badescu, consigliere delegato del sindaco di Roma Gianni Alemanno per i rapporti con la comunità romena.
Badescu, che in questi giorni è stata vicina al marito e ai familiari della donna, ha spiegato Maricica e suo marito, genitori di un bambino di 3 anni, erano perfettamente integrati in Italia e che l'uomo "è chiuso in un dolore infinito ma non ha mai avuto gesti di rabbia o parole violente verso l'aggressore".
Il padre del giovane aggressore, attraverso le parole del suo avvocato ha chiesto scusa per il gesto del figlio e ha manifestato la volontà di incontrare i parenti di Maricica "per condividere insieme il dolore".
"I famigliari del ragazzo sono distrutti. Il padre - spiega il difensore di Burtone - è disposto a vendersi la casa per risarcire il danno". E gli amici del giovane lo difendono tanto da esporre sotto casa uno striscione "Alessio libero".

C'è ancora incredulità nel quartiere di Cinecittà, alla periferia della Capitale, dove abita Burtone. Alcuni amici del ragazzo si sono radunati sotto l'abitazione del giovane in segno di solidarietà. Tutti parlano di un ragazzo "tranquillo, generoso, molto attaccato alla famiglia". E Maurizio, 19 anni, quasi giustifica l'amico: "Se ha fatto quello che ha fatto è perché ci ha visto nero e non voleva. Forse anch'io avrei reagito così...".
"Non ci piace andare in discoteca, ci divertiamo con poco. Anche i genitori e la sorella di Alessio sono delle bravissime persone. Non voglio neanche pensare all'ipotesi che vada in galera, Alessio non è tipo da stare lì", commenta un altro amico.
Lunedì 18 ottobre sarà effettuata l'autopsia sul corpo di Maricica. L'esame punterà non solo a stabilire le cause della morte, ma anche a rintracciare il motivo dell'improvviso peggioramento delle condizioni della donna fino a causarne la morte. I funerali dell'infermiera, invece, si svolgeranno in Romania.
Il Comune di Roma, ha annunciato il sindaco Gianni Alemanno, si costituirà parte civile e sosterrà le spese dei funerali e del trasporto della salma in Romania.

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