Il quotidiano non sarà in edicola venerdi 1 e sabato 2 ottobre. Il Cdr: no all'attacco del Direttore alle "regole che garantiscono la libertà del lavoro". La replica: "Non è più accettabile una visione gretta e corporativa della professione"
Due giorni di sciopero immediato e un pacchetto di ulteriori cinque giorni "per rispondere all'attacco che il Direttore ha mosso contro le tutele e le regole che garantiscono la libertà del loro lavoro e, di conseguenza, l'indipendenza dell'informazione che il giornale fornisce". Così il Comitato di Redazione del Corriere della Sera motiva l'agitazione indetta giovedì 30 dall' assemblea del quotidiano di Via Solferino.
"Il Corriere della Sera - si legge nella nota del Cdr - domani e dopodomani (venerdì 1 e sabato 2 ottobre ndr) non sarà in edicola e, nelle stesse giornate, il suo sito Corriere.it non verrà aggiornato. L'assemblea dei giornalisti ha votato due giorni di sciopero immediato e ha consegnato al Comitato di Redazione un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sciopero: invitati a un tavolo di trattativa sulla multimedialità, i componenti del Cdr non hanno trovato nemmeno un inizio di confronto, ma soltanto una lettera nella quale il Direttore sanciva, fra l'altro, che 'l'insieme degli accordi aziendali e delle prassi che hanno fin qui regolato i nostri rapporti sindacali non hanno più senso'".
Nella sua lettera Ferruccio De Bortoli fa riferimento al futuro del quotidiano e all'atteggiamento dei giornalisti nei confronti della multimedialità: "Non è più accettabile che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione", si legge nella lettera. "Non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l'edizione Ipad non preveda il contributo di alcun giornalista professionista dell'edizione cartacea del Corriere della Sera. Non è più accettabile la riluttanza con la quale si accolgono programmi di formazione alle nuove tecnologie. Non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l’edizione Ipad non preveda il contributo di alcun giornalista professionista dell’edizione cartacea del Corriere della Sera. Non è più accettabile, anzi è preoccupante, il muro che è stato eretto nei confronti del coinvolgimento di giovani colleghi. Non è più accettabile una visione così gretta e corporativa di una professione che ogni giorno fa le pulci, e giustamente, alle inefficienze e alle inadeguatezze di tutto il resto del mondo dell'impresa e del lavoro".
"Il Corriere della Sera - si legge nella nota del Cdr - domani e dopodomani (venerdì 1 e sabato 2 ottobre ndr) non sarà in edicola e, nelle stesse giornate, il suo sito Corriere.it non verrà aggiornato. L'assemblea dei giornalisti ha votato due giorni di sciopero immediato e ha consegnato al Comitato di Redazione un pacchetto di ulteriori cinque giorni di sciopero: invitati a un tavolo di trattativa sulla multimedialità, i componenti del Cdr non hanno trovato nemmeno un inizio di confronto, ma soltanto una lettera nella quale il Direttore sanciva, fra l'altro, che 'l'insieme degli accordi aziendali e delle prassi che hanno fin qui regolato i nostri rapporti sindacali non hanno più senso'".
Nella sua lettera Ferruccio De Bortoli fa riferimento al futuro del quotidiano e all'atteggiamento dei giornalisti nei confronti della multimedialità: "Non è più accettabile che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione", si legge nella lettera. "Non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l'edizione Ipad non preveda il contributo di alcun giornalista professionista dell'edizione cartacea del Corriere della Sera. Non è più accettabile la riluttanza con la quale si accolgono programmi di formazione alle nuove tecnologie. Non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l’edizione Ipad non preveda il contributo di alcun giornalista professionista dell’edizione cartacea del Corriere della Sera. Non è più accettabile, anzi è preoccupante, il muro che è stato eretto nei confronti del coinvolgimento di giovani colleghi. Non è più accettabile una visione così gretta e corporativa di una professione che ogni giorno fa le pulci, e giustamente, alle inefficienze e alle inadeguatezze di tutto il resto del mondo dell'impresa e del lavoro".