Atrani, il corpo di Francesca “rubato” dal fango

Cronaca
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Le ricerche della giovane barista travolta dall'alluvione il 9 settembre nel paese della costiera amalfitana non si sono mai fermate e sono stati utilizzati tutti i mezzi disponibili. Ma la ragazza sembra sparita nel nulla

LE FOTO DEL DISASTRO AD ATRANI

di Cristina Bassi

Il fango si accanisce su Francesca Mansi, l’ha inghiottita e non vuole restituirla. Il corpo della ragazza di 25 anni travolta dall’alluvione del 9 settembre scorso ad Atrani, sulla costiera amalfitana, non è stato ancora trovato. Le ricerche sono andate avanti ininterrottamente e hanno permesso di recuperare decine di auto e barche, detriti di ogni genere, panchine e alberi, che l’inondazione ha trascinato in mare fino a 500 metri oltre la riva. L’ultima auto tirata fuori dall’acqua era sepolta sotto due metri di sabbia. Della giovane barista però non c’è traccia, neppure un indizio che possa far capire da che parte dirigere le ricerche.

Tutti in paese seguono le attività dei sommozzatori e degli operatori di Guardia di finanza, Capitaneria di porto, Vigili del fuoco e Protezione civile. Stanno accanto al papà Raffaele e ai fratelli di Francesca. Alla veglia di preghiera organizzata dal parroco di Minori, dove la giovane è nata, hanno partecipato anche gli abitanti dei comuni vicini. Nei primi giorni dopo l’inondazione si è scavato a mano e con l’aiuto dei cani. Poi le ricerche si sono concentrate in mare e sulla spiaggia, dove è stato anche utilizzato un sofisticato sistema con il georadar, che individua le irregolarità del terreno fino a cinque metri di profondità. La sabbia del fondale marino è stata dragata, controllata con il sonar e successivamente aspirata. L’assessore regionale alla Protezione civile, Edoardo Cosenza, segue le operazioni quasi in pianta stabile.

Tutto invano. Al momento dell’alluvione Francesca, laureata in Economia del turismo, si trovava nel bar “La Risacca”, dove lavorava nei mesi estivi. Era appena tornata da uno stage in Spagna e voleva essere utile in casa, raccontano gli amici, dopo che la madre era morta qualche anno fa. Dare una mano alla nonna e al padre, impiegato dell’Asl e diacono permanente, a occuparsi dei quattro fratelli. La porta del bar, che si trova nella piazzetta davanti al mare, era chiusa, ma la furia dell’acqua e del fango è stata tale che ha invaso il locale. Il proprietario si è salvato a fatica, salendo sul bancone e aggrappandosi al lampadario. In un attimo Francesca è sparita.

La speranza di una svolta è arrivata il 20 settembre, 11 giorni dopo l’inondazione, quando in alcuni filmati amatoriali girati degli abitanti di Atrani è stata individuata la sagoma di una persona trascinata via dalla corrente del fiume Dragone che tende le braccia per afferrare il cofano di un’auto e che poi scompare verso il mare. Si tratta probabilmente della giovane barista, che è l’unica dispersa. Le immagini, insieme alle foto di quel giorno, sono state messe agli atti dalla procura di Salerno che ha aperto un’inchiesta sul disastro. “La speranza è l’ultima cosa che va via – ha detto il padre di Francesca –. Certo, c’è l’evidenza dei fatti, questo è un posto molto piccolo. La rabbia non serve a nulla, dobbiamo solo accettare quello che è successo e soprattutto fare in modo che non accada più”.  Raffaele Mansi è rassegnato al peggio, ma spera almeno di poter rivedere Francesca.

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