Tra gli indagati per l'omicidio di Teresa Bonocore c'è anche il fratello dell'uomo che la vittima aveva contribuito a far condannare per pedofilia
Sono quattro gli indagati per la morte di Teresa Bonocore, 51 anni, la donna uccisa lunedì mattina a Napoli mentre era in auto in Via Ponte dei Francesi, raggiunta da due sicari a bordo di un motorino e colpita da quattro proiettili di pistola calibro 9.
Tra gli indagati, già destinatario di un provvedimento di fermo, Lorenzo Perillo, 55 anni, fratello dell'uomo che Teresa ha contribuito a far condannare in primo grado a 15 anni per pedofilia. Dopo che aveva abusato di sua figlia, all'epoca 8 anni, e di un'altra bambina di 10 anni. L'uomo è stato in Questura per molte ore: ma si aggrava di ora in ora la posizione di Patrizia Nicolino, moglie del pedofilo e sua cognata, e di due uomini di Portici, Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, che potrebbero essere gli esecutori materiali del delitto. Tutti e tre sono trattenuti negli uffici della Squadra Mobile dove è stato ascoltato anche il fratello di Amendola e dove da martedì mattina c'è il procuratore aggiunto Giovanni Melillo. L'accusa sarebbe quella di concorso in omicidio. Alla base dell'azione, non solo e non tanto una vendetta perché Teresa Bonocore aveva testimoniato al processo (aperto su denuncia non sua) e si era costituita parte civile, tanto più probabilmente una provisionale da 50 mila euro con cui era stato anche sanzionato il presunto pedofilo da versare alle vittime. In questura è stato sentito anche il legale della donna, Elena Coccia. Gli inquirenti, comunque, continuano nel lavoro di ricostruzione dello scenario in cui è maturato l'omicidio.
Tra gli indagati, già destinatario di un provvedimento di fermo, Lorenzo Perillo, 55 anni, fratello dell'uomo che Teresa ha contribuito a far condannare in primo grado a 15 anni per pedofilia. Dopo che aveva abusato di sua figlia, all'epoca 8 anni, e di un'altra bambina di 10 anni. L'uomo è stato in Questura per molte ore: ma si aggrava di ora in ora la posizione di Patrizia Nicolino, moglie del pedofilo e sua cognata, e di due uomini di Portici, Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, che potrebbero essere gli esecutori materiali del delitto. Tutti e tre sono trattenuti negli uffici della Squadra Mobile dove è stato ascoltato anche il fratello di Amendola e dove da martedì mattina c'è il procuratore aggiunto Giovanni Melillo. L'accusa sarebbe quella di concorso in omicidio. Alla base dell'azione, non solo e non tanto una vendetta perché Teresa Bonocore aveva testimoniato al processo (aperto su denuncia non sua) e si era costituita parte civile, tanto più probabilmente una provisionale da 50 mila euro con cui era stato anche sanzionato il presunto pedofilo da versare alle vittime. In questura è stato sentito anche il legale della donna, Elena Coccia. Gli inquirenti, comunque, continuano nel lavoro di ricostruzione dello scenario in cui è maturato l'omicidio.