Elisa Claps, il fratello contro il vescovo: “Dica la verità”
CronacaPotenza in piazza per il 17esimo anniversario della scomparsa della ragazza, il cui corpo è stato ritrovato lo scorso marzo nel sottotetto della chiesa locale. La famiglia: “Ridicolo pensare che nessuno abbia visto il cadavere prima”
Elisa Claps: L'ALBUM FOTOGRAFICO
Una domenica mattina, 17 anni fa, si persero le tracce di Elisa Claps, studentessa 16enne; oggi, domenica 12 settembre, la sua famiglia, l'associazione Libera e alcune centinaia di cittadini di Potenza sono scesi in piazza per "ricordare il suo martirio" e per chiedere che "tutti quelli che sanno, a cominciare dal vescovo, dicano la verità e non nascondano più alcun segreto" sull'omicidio del sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. A Potenza, il 17/o anniversario della scomparsa di Elisa è stato diverso da tutti gli altri perché dallo scorso 17 marzo la famiglia e la città di Potenza hanno scoperto che la ragazza è stata uccisa. E per la famiglia, da 17 anni, l'omicida ha sempre avuto il volto di Danilo Restivo, unico indagato dalla Procura di Salerno, e che ora si trova in un carcere inglese accusato di aver ucciso nel 2002 una sarta di 48 anni, Heather Barnett.
Il fratello: “Il vescovo dica la verità” - Sei mesi fa il cadavere di Elisa fu trovato da alcuni operai, che stavano effettuando dei lavori, nel sottotetto della Trinità. Ma, per Gildo, fratello maggiore di Elisa, non è possibile che quel cadavere non sia stato visto prima, "ad esempio - ha detto ai cronisti - nel 1996, quando, per circa un anno, in quel sottotetto furono effettuati dei lavori. Ora sappiamo con certezza che l'impresa incernierò dei cassettoni proprio in corrispondenza del cadavere di Elisa. E' ridicolo pensare che nessuno abbia mai visto niente. E poi, nel 2008, sicuramente qualcuno ha rimosso il materiale che ricopriva il corpo di Elisa. Di tutto questo - ha aggiunto - chiediamo conto e chiediamo conto anche al vescovo: o lo sapeva già da prima o evidentemente non può fare il vescovo perché uomini sotto la sua Diocesi hanno mentito e lui non lo sa".
Gildo Claps: “Stiamo rivivendo la domenica di 17 anni fa” - In tutte le chiese, domenica 12 settembre la Diocesi ha fatto leggere nella Preghiera dei Fedeli un pensiero per Elisa. "Preghiamo – è stato il senso del messaggio - per Elisa, per la sua famiglia, per la nostra città e perché venga fatta luce su questa triste vicenda". Davanti alla chiesa della Trinità, invece, Gildo ha parlato insieme a un altro sacerdote, don Marcello Cozzi, referente lucano di Libera. Questa volta, invece, non ce l'ha fatta la madre di Elisa, Filomena Iemma. Lo fece, di fronte a circa diecimila persone, il 20 marzo, tre giorni dopo il ritrovamento del cadavere, quando un altro corteo attraversò le vie della città. "Oggi - ha raccontato Gildo con evidente emozione – è una giornata terribile perché coincidenza vuole che cada di domenica, proprio come nel 1993. Stiamo rivivendo quei momenti, è davvero difficile", ha ribadito alle persone che lo ascoltavano e che insieme a lui hanno ripercorso l'ultimo tragitto fatto da Elisa 17 anni.
Uno striscione: chi ha paura della verità? - Partendo da casa sua, in via Mazzini, dove alcuni bambini, con in mano fiori bianchi, e lo striscione "Innocenza" hanno salutato mamma Filomena. Salendo poi la gradinata dove un testimone disse di aver visto Elisa alle 13.40 (quindi due ore dopo l'omicidio): lì c'è una targa dedicata ad Elisa, fatta affiggere dal Comune nel 2006 e che ora l'opposizione di centrodestra chiede di rimuovere. Libera e le altre associazioni ne hanno cambiato il testo e hanno esposto un altro striscione, con la scritta "Innocenti depistaggi", una frase utilizzata dal Questore di Potenza, Romolo Panico, e molto contestata dalla famiglia Claps. Prima di arrivare alla Trinità, in piazza Mario Pagano, il "cuore" di Potenza, sono stati accesi alcuni fumogeni che hanno creato "nebbia" ma che non hanno impedito di leggere il terzo striscione "Chi ha paura della verità?". Alla Trinità, infine, i discorsi di Gildo e di don Marcello, che ha chiesto l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "per chiedere conto al CSM da lui presieduto dell'operato di Felicia Genovese, il pm che coordinò le prime indagini sulla scomparsa di Elisa".
Una domenica mattina, 17 anni fa, si persero le tracce di Elisa Claps, studentessa 16enne; oggi, domenica 12 settembre, la sua famiglia, l'associazione Libera e alcune centinaia di cittadini di Potenza sono scesi in piazza per "ricordare il suo martirio" e per chiedere che "tutti quelli che sanno, a cominciare dal vescovo, dicano la verità e non nascondano più alcun segreto" sull'omicidio del sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. A Potenza, il 17/o anniversario della scomparsa di Elisa è stato diverso da tutti gli altri perché dallo scorso 17 marzo la famiglia e la città di Potenza hanno scoperto che la ragazza è stata uccisa. E per la famiglia, da 17 anni, l'omicida ha sempre avuto il volto di Danilo Restivo, unico indagato dalla Procura di Salerno, e che ora si trova in un carcere inglese accusato di aver ucciso nel 2002 una sarta di 48 anni, Heather Barnett.
Il fratello: “Il vescovo dica la verità” - Sei mesi fa il cadavere di Elisa fu trovato da alcuni operai, che stavano effettuando dei lavori, nel sottotetto della Trinità. Ma, per Gildo, fratello maggiore di Elisa, non è possibile che quel cadavere non sia stato visto prima, "ad esempio - ha detto ai cronisti - nel 1996, quando, per circa un anno, in quel sottotetto furono effettuati dei lavori. Ora sappiamo con certezza che l'impresa incernierò dei cassettoni proprio in corrispondenza del cadavere di Elisa. E' ridicolo pensare che nessuno abbia mai visto niente. E poi, nel 2008, sicuramente qualcuno ha rimosso il materiale che ricopriva il corpo di Elisa. Di tutto questo - ha aggiunto - chiediamo conto e chiediamo conto anche al vescovo: o lo sapeva già da prima o evidentemente non può fare il vescovo perché uomini sotto la sua Diocesi hanno mentito e lui non lo sa".
Gildo Claps: “Stiamo rivivendo la domenica di 17 anni fa” - In tutte le chiese, domenica 12 settembre la Diocesi ha fatto leggere nella Preghiera dei Fedeli un pensiero per Elisa. "Preghiamo – è stato il senso del messaggio - per Elisa, per la sua famiglia, per la nostra città e perché venga fatta luce su questa triste vicenda". Davanti alla chiesa della Trinità, invece, Gildo ha parlato insieme a un altro sacerdote, don Marcello Cozzi, referente lucano di Libera. Questa volta, invece, non ce l'ha fatta la madre di Elisa, Filomena Iemma. Lo fece, di fronte a circa diecimila persone, il 20 marzo, tre giorni dopo il ritrovamento del cadavere, quando un altro corteo attraversò le vie della città. "Oggi - ha raccontato Gildo con evidente emozione – è una giornata terribile perché coincidenza vuole che cada di domenica, proprio come nel 1993. Stiamo rivivendo quei momenti, è davvero difficile", ha ribadito alle persone che lo ascoltavano e che insieme a lui hanno ripercorso l'ultimo tragitto fatto da Elisa 17 anni.
Uno striscione: chi ha paura della verità? - Partendo da casa sua, in via Mazzini, dove alcuni bambini, con in mano fiori bianchi, e lo striscione "Innocenza" hanno salutato mamma Filomena. Salendo poi la gradinata dove un testimone disse di aver visto Elisa alle 13.40 (quindi due ore dopo l'omicidio): lì c'è una targa dedicata ad Elisa, fatta affiggere dal Comune nel 2006 e che ora l'opposizione di centrodestra chiede di rimuovere. Libera e le altre associazioni ne hanno cambiato il testo e hanno esposto un altro striscione, con la scritta "Innocenti depistaggi", una frase utilizzata dal Questore di Potenza, Romolo Panico, e molto contestata dalla famiglia Claps. Prima di arrivare alla Trinità, in piazza Mario Pagano, il "cuore" di Potenza, sono stati accesi alcuni fumogeni che hanno creato "nebbia" ma che non hanno impedito di leggere il terzo striscione "Chi ha paura della verità?". Alla Trinità, infine, i discorsi di Gildo e di don Marcello, che ha chiesto l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "per chiedere conto al CSM da lui presieduto dell'operato di Felicia Genovese, il pm che coordinò le prime indagini sulla scomparsa di Elisa".