Ambrosoli: "Mio padre è un esempio, al di là di certe frasi"

Cronaca
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Il figlio dell'"eroe borghese" assassinato da un killer per ordine di Michele Sindona commenta a SkyTG24 le frasi di Giulio Andreotti, secondo cui l'avvocato "se l'andava cercando". Il senatore a vita si dice dispiaciuto: "Grave fraintendimento"

"Non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo, è una persona che in termini romaneschi se l'andava cercando".
E' il commento di Giulio Andreotti a proposito dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli, l'avvocato che si occupò della liquidazione dell'impero di Michele Sindona e che fu ucciso da un suo sicario l'11 luglio del 1979.
Intervistato da Giovanni Minoli, come anticipa il Corriere della Sera , il senatore a vita usa anche parole positive per Sindona: "Io cercavo di vedere con obiettività. Non sono mai stato sindoniano, non ho mai creduto che fosse il diavolo in persona". Il fatto "che si occupasse sul piano internazionale dimostrava una competenza economico finanziaria che gli dava in mano una carta che altri non avevano. Se non c'erano motivi di ostilità, non si poteva che parlarne bene".

La replica del figlio a SkyTG24 - "Questa frase suscita l'occasione per una riflessione nuova o per lo meno rinnovata, circa il modo in cui possa essere inteso il concetto di responsabilità, tanto più di quelle responsabilità attribuite nell'interesse della collettività" dice Umberto, il figlio di Ambrosoli, a SkyTG24.
E' chiaro che chi le pronuncia, lascia "automaticamente intendere che il suo concetto è fatto di compromessi e accettazioni di pressioni".
"Mio padre ha voluto costruire un Paese diverso, l'ha voluto fare con il suo esempio, e il suo esempio vive aldilà delle frasi con cui a distanza di diversi anni qualcuno può giustificare la sua posizione.

"Grave fraintendimento" - Nel frattempo, in una nota, Giulio Andreotti afferma di essere "molto dispiaciuto che una mia espressione di gergo romanesco abbia causato un grave fraintendimento sulle mie valutazioni delle tragiche circostanze della morte del dottor Ambrosoli". E aggiunge: "Intendevo fare riferimento ai gravi rischi ai quali il dottor Ambrosoli si era consapevolmente esposto con il difficile incarico assunto".

La reazione su Facebook -
Intanto, sul web la reazione a quelle frasi è stata immediata. Sono centinaia i messaggi sul socialnetwork, ispirati perlopiù alla rabbia e all'indignazione .
Tra questi, anche quello di Walter Veltroni, che sulla sua pagina personale , scrive: "Per chi volesse partecipare della nostalgia per i 'bei tempi' della prima repubblica segnalo la incredibile dichiarazione di Andreotti secondo il quale Ambrosoli, ucciso da un killer su mandato di Sindona, 'se l'è cercata'. Se non si ha voglia di futuro, il passato ritorna".

Mario Sarcinelli a SkyTG24 - “Giorgio Ambrosoli era un avvocato di valore che godeva della stima del governatore Carli che lo nominò commissario unico della liquidazione della Banca Privata Italiana di Michele Sindona - racconta Mario Sarcinelli (qui sotto, il video) , dal 1976 al 1981 vicedirettore generale della Banca d'Italia - Non so le ragioni precise per cui egli fu prescelto per un tale e difficile compito, né so perché fu nominato solo senza la compagnia di altri professionisti, ma era una persona di alta moralità e professionalità. Era cittadino convinto di dover fare fino in fondo il proprio dovere”.

Guarda il video di SkyTG24 che ripercorre la vicenda:



Ascolta la testimonianza di Mario Sarcinelli, dal 1976 al 1981 vicedirettore generale della Banca d'Italia:



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