Ai microfoni di SkyTG24 il medico del Policlinico Casilino contesta la ricostruzione dei genitori che avevano parlato di un diverbio tra ostetriche prima del parto. "Voglio giustizia e verità" dichiara il padre. La Procura indaga per omicidio colposo
Un neonato è morto al Policlinico Casilino di Roma, due giorni dopo essere venuto alla luce per problemi respiratori. I genitori, due romani di 30 e 26 anni, sospettano che dietro al decesso ci siano negligenze da parte del personale medico ed hanno presentato una denuncia alla magistratura segnalando tra l'altro che poco prima del parto, avvenuto con un taglio cesareo, c'era anche stato un diverbio tra due ostetriche sulle modalità di intervento da eseguire.
Il primario della struttura ospedaliera, intervistato da SkyTG24, nega però che in sala parto ci sia stato alcuna discussione.
La Procura indaga per omicidio colposo - Intanto, la cartella clinica è stata posta sotto sequestro dai carabinieri. Secondo quanto accertato dagli inquirenti il bambino è nato sano (pesava 3,50 kg) e quindi un eventuale diverbio intercorso prima del cesareo non avrebbe avuto effetti negativi sul nascituro. Il piccolo, invece, avrebbe avuto problemi respiratori nelle ore successive al parto, forse dovuti all'ingerimento di liquido amniotico. Messo in incubatrice, nel corso della notte, si sarebbe inavvertitamente tolto l'ausilio meccanico senza che nessuno intervenisse prontamente.
La disperazione dei genitori - "Voglio giustizia e verità - è lo sfogo del padre del bimbo, che ha altre due figlie di 3 e 6 anni - se c'è qualcuno che ha sbagliato paghi. Voglio spiegazioni: ci sono tante cose che già dal primo giorno sono andate storte. Ad oggi io non so perché mio figlio è morto. Non mi sembra sia stato fatto il massimo, per me ci sono state delle negligenze".
"Il 26 agosto - racconta l'uomo - mia moglie ha partorito con un cesareo, circa 14 giorni prima dell'intervento programmato, perché aveva dei dolori. Poco prima due ostetriche hanno avuto un diverbio sulla necessità di procedere o meno con l'intervento, credo per un problema di cambio turno. Visto che mia moglie continuava ad avere dolori, però, ho insistito perché venisse fatto il cesareo. Alle 20.47 è nato il bimbo e gli hanno fatto credo interventi di routine. Poco dopo lo hanno intubato perché, ci hanno detto, aveva problemi respiratori. La mattina dopo ci hanno detto che durante la notte mio figlio si era tolto il tubo da solo. Nel pomeriggio sembrava che le condizioni stessero migliorando ma la mattina del 28 agosto ci hanno detto che la situazione era peggiorata per una crisi respiratoria durante la notte". "A un certo punto - spiega l'uomo - ci hanno anche detto che non si trattava più di un problema respiratorio ma di un problema metabolico e che a quel punto si pensava di trasferirlo prima al Bambino Gesù, poi all'Umberto I perché lì c'era posto. Mentre aspettavamo l'ambulanza per il trasporto le condizioni del bimbo sono diventate sempre più critiche. Quando hanno provato a fare il trasporto ci hanno detto che non c'era più niente da fare".
La versione di una ostetrica - "Non abbiamo mai litigato dice invece una delle ostetriche presenti al parto - la scelta di intervenire con il cesareo è stata presa di comune accordo, del resto non avevamo nessun motivo per discutere la decisione dei due medici di guardia, che non ci compete. Questa faccenda è una montatura o una suggestione, stiamo solo scontando un 'effetto Messina', per quello che è successo alcuni giorni fa al Policlinico siciliano".
"Eravamo in otto nella sala parto, durante l'intervento: oltre alla paziente, l'unica a partorire quel pomeriggio, c'erano tre ostetriche, due medici di guardia, un ginecologo e un anestesista - ricorda l'ostetrica - il marito non è mai entrato in sala parto, ma è stato solo in sala travaglio. Per questo non capisco come faccia a pretendere di sapere cosa è successo"."Sono dispiaciuta per la morte del neonato - ha concluso - ma quello di puntare il dito contro di noi non è stato un gesto carino. L'autopsia, comunque, ci darà ragione".
La richiesta di verifiche - Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali Leoluca Orlando ha disposto una richiesta di
relazione alla presidente della Regione Lazio con deleghe alla Sanità Renata Polverini, in merito a un nuovo presunto caso di malasanità in sala parto.
"Naturalmente sto acquisendo elementi non solo perché ho la responsabilità del servizio sanitario regionale e quindi servono naturalmente a me per poi decidere, ma anche, se necessario, per supportare la magistratura, e poi com'è naturale per relazionare alla Commissione parlamentare presieduta da Leoluca Orlando. Ho già chiesto una relazione al direttore generale che ho sentito telefonicamente e ho già attivato gli ufficio della Regione per una ispezione diretta".
Guarda la scheda di ricostruzione dei fatti avvenuti al Policlinico Casilino di Roma:
Il primario della struttura ospedaliera, intervistato da SkyTG24, nega però che in sala parto ci sia stato alcuna discussione.
La Procura indaga per omicidio colposo - Intanto, la cartella clinica è stata posta sotto sequestro dai carabinieri. Secondo quanto accertato dagli inquirenti il bambino è nato sano (pesava 3,50 kg) e quindi un eventuale diverbio intercorso prima del cesareo non avrebbe avuto effetti negativi sul nascituro. Il piccolo, invece, avrebbe avuto problemi respiratori nelle ore successive al parto, forse dovuti all'ingerimento di liquido amniotico. Messo in incubatrice, nel corso della notte, si sarebbe inavvertitamente tolto l'ausilio meccanico senza che nessuno intervenisse prontamente.
La disperazione dei genitori - "Voglio giustizia e verità - è lo sfogo del padre del bimbo, che ha altre due figlie di 3 e 6 anni - se c'è qualcuno che ha sbagliato paghi. Voglio spiegazioni: ci sono tante cose che già dal primo giorno sono andate storte. Ad oggi io non so perché mio figlio è morto. Non mi sembra sia stato fatto il massimo, per me ci sono state delle negligenze".
"Il 26 agosto - racconta l'uomo - mia moglie ha partorito con un cesareo, circa 14 giorni prima dell'intervento programmato, perché aveva dei dolori. Poco prima due ostetriche hanno avuto un diverbio sulla necessità di procedere o meno con l'intervento, credo per un problema di cambio turno. Visto che mia moglie continuava ad avere dolori, però, ho insistito perché venisse fatto il cesareo. Alle 20.47 è nato il bimbo e gli hanno fatto credo interventi di routine. Poco dopo lo hanno intubato perché, ci hanno detto, aveva problemi respiratori. La mattina dopo ci hanno detto che durante la notte mio figlio si era tolto il tubo da solo. Nel pomeriggio sembrava che le condizioni stessero migliorando ma la mattina del 28 agosto ci hanno detto che la situazione era peggiorata per una crisi respiratoria durante la notte". "A un certo punto - spiega l'uomo - ci hanno anche detto che non si trattava più di un problema respiratorio ma di un problema metabolico e che a quel punto si pensava di trasferirlo prima al Bambino Gesù, poi all'Umberto I perché lì c'era posto. Mentre aspettavamo l'ambulanza per il trasporto le condizioni del bimbo sono diventate sempre più critiche. Quando hanno provato a fare il trasporto ci hanno detto che non c'era più niente da fare".
La versione di una ostetrica - "Non abbiamo mai litigato dice invece una delle ostetriche presenti al parto - la scelta di intervenire con il cesareo è stata presa di comune accordo, del resto non avevamo nessun motivo per discutere la decisione dei due medici di guardia, che non ci compete. Questa faccenda è una montatura o una suggestione, stiamo solo scontando un 'effetto Messina', per quello che è successo alcuni giorni fa al Policlinico siciliano".
"Eravamo in otto nella sala parto, durante l'intervento: oltre alla paziente, l'unica a partorire quel pomeriggio, c'erano tre ostetriche, due medici di guardia, un ginecologo e un anestesista - ricorda l'ostetrica - il marito non è mai entrato in sala parto, ma è stato solo in sala travaglio. Per questo non capisco come faccia a pretendere di sapere cosa è successo"."Sono dispiaciuta per la morte del neonato - ha concluso - ma quello di puntare il dito contro di noi non è stato un gesto carino. L'autopsia, comunque, ci darà ragione".
La richiesta di verifiche - Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali Leoluca Orlando ha disposto una richiesta di
relazione alla presidente della Regione Lazio con deleghe alla Sanità Renata Polverini, in merito a un nuovo presunto caso di malasanità in sala parto.
"Naturalmente sto acquisendo elementi non solo perché ho la responsabilità del servizio sanitario regionale e quindi servono naturalmente a me per poi decidere, ma anche, se necessario, per supportare la magistratura, e poi com'è naturale per relazionare alla Commissione parlamentare presieduta da Leoluca Orlando. Ho già chiesto una relazione al direttore generale che ho sentito telefonicamente e ho già attivato gli ufficio della Regione per una ispezione diretta".
Guarda la scheda di ricostruzione dei fatti avvenuti al Policlinico Casilino di Roma: