Caso Franceschi, la madre: "Mio figlio è stato picchiato"

Cronaca
Daniele Franceschi
20100830-VIAREGGIO (LUCCA)-ITALIANO MORTO IN CARCERE FRANCIA: AUTOPSIA RINVIATA A DOMANI. Una foto recente di Daniele Franceschi, l' italiano morto nel carcere di Grasse il 25 agosto scorso.ANSA/FRANCO SILVI

Il corpo del 31enne morto in carcere a Cannes è stato visto dalla mamma e dallo zio e "ha il naso gonfio". All'autopsia non è stato ammesso il medico della famiglia. Frattini: "Stiamo cercando di ottenere il rimpatrio della salma per una seconda perizia"

La madre e lo zio di Daniele Franceschi, il trentunenne carpentiere toscano morto mercoledì scorso in un carcere francese, hanno potuto vedere a Nizza il corpo del figlio poco prima dell'inizio dell'autopsia. All'esame autoptico, condotto da due medici forensi francesi, non è stato ammesso il medico di fiducia della famiglia come era stato richiesto da parte italiana.

I risultati dovrebbero essere resi noti nei prossimi giorni, ma intanto la madre, Cira Antignano, si è detta ancor più convinta che il figlio sia stato picchiato in carcere. "Ha il naso gonfio", ha affermato lasciando l'ospedale Pasteur di Nizza, "e una macchia rossa grossa cosi'".

I familiari di Daniele Franceschi hanno successivamente incontrato, alla presenza del Console Generale Agostino Chiesa, uno specialista italiano di medicina legale, allo scopo di fare il punto della situazione. Franceschi è morto in carcere a Grasse, vicino a Cannes, dopo 5 mesi di detenzione per l'uso di carta di credito rubata.

La tesi ufficiale è che il decesso sia avvenuto per un infarto, ma in precedenza il detenuto aveva denunciato maltrattamenti e secondo i familiari non ha ricevuto un'adeguata assistenza medica, perché aveva avuto la febbre alta e si lamentava da tempo di stare male.

In una nota la Farnesina ha sottolineato che il ministro degli Esteri continua a seguire da vicino il caso, in stretto raccordo con il Consolato Generale a Nizza. Frattini ha inoltre fatto sapere che l'Italia sta cercando di ottenere il rimpatrio della salma per realizzare eventualmente "una seconda perizia in Italia".

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