Palermo, tunisino muore nell'incendio di una palazzina

Cronaca
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L'uomo, cameriere in una pizzeria, viveva nell'edificio abbandonato nel centro storico della città. La sua compagna è ricoverata in gravi condizioni. Forse si tratta di un atto doloso

Un incendio, forse doloso, ha colpito una palazzina abbandonata di tre piani, nel centro storico di Palermo, uccidendo un tunisino di 26 anni Oussema Jelassi. La compagna dell'uomo, un'eritrea di 24 anni, che si trovava nell'immobile, è ora ricoverata in una camera iperbarica. La polizia sta accerdando a che titolo lui e la donna, di nazionalità eritrea, si trovassero nell'immobile e in particolare se vi avessero trovato un rifugio o se fossero affittuari. Jelassi si trovava in  Italia da due anni, dove lavorava in una trattoria del centro, la stessa in cui il fratello faceva il pizzaiolo. Il rogo è divampato intorno alle 3 del mattino partendo da un condizionatore. Resta da capire perché il condizionatore si trovasse dietro la porta d'ingresso e non nella camera della coppia. L'apparecchio in fiamme ha reso difficoltoso l'ingresso dei soccorritori e allo stesso modo ha impedito alla vittima e alla donna che si trovava nell'appartamento di mettersi in salvo.

Sulla vicenda interviene il deputato regionale e consigliere comunale del Pd, Davide Farone, che si riferisce anche alla morte del bambino nell'incendio in un campo Rom di Roma, e sostiene: "Stiamo parlando di 2 fra le 5 maggiori città d'Italia, che dovrebbero essere esempi di civiltà ed invece, sono all'anno zero sul fronte del welfare e della lotta al disagio sociale. Il centro storico di Palermo, così come la baraccopoli dei Rom alla favorita o i tanti quartieri popolari, dove più forte si avverte il disagio sociale, sono esposti continuamente a rischi di questo tipo. La città - dice Faraone - non ha più un censimento della povertà, non si sa come e dove vive chi ha bisogno, l'assistenza sociale è stata ridotta al lumicino, e gli assistenti Sociali non operano più distribuiti sul territorio ma l'amministrazione li tiene 'al sicuro' fra le comode mura di palazzo Natale in via Garibaldi. Il Comune ed il privato sociale devono riacquisire il ruolo di protagonista che hanno smarrito in questi anni nella lotta al disagio sociale, affinche' Palermo diventi la capitale del rispetto e della dignità per tutti".

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