Federico Clerici aveva 10 anni. Stava giocando in spiaggia di Fuerteventura in una buca scavata dai bagnanti. Poi la frana che lo ha investito e che lo ha coperto per 20 minuti. Dopo 4 giorni in coma il suo cuore ha cessato di battere
Martedì gli era franato addosso un enorme ammasso di sabbia, sulla spiaggia delle vacanze di Fuerteventura. Era rimasto sepolto per 20 minuti e il suo cuore si era fermato: i soccorritori erano riusciti, dopo lunghi tentativi, a rianimarlo ma sabato Federico non ce la fatta.
Il bimbo di 10 anni arrivato da Legnano per fare le vacanze nelle Canarie è morto verso le 18, le 19 in Italia, nell'Unità di terapia intensiva dell'Hospital Materno Infantil di las Palmas, dove era stato trasportato in elicottero subito dopo l'incidente. Era entrato in coma e da allora non aveva ripreso coscienza.
La mamma, che era sulla spiaggia di La Oliva quando è successa la sciagura, e il papà che li ha raggiunti giovedì, sono rimasti con il piccolo fino all'ultimo. Hanno deciso questa sera di consentire l'espianto degli organi, "perché altri bambini possano migliorare la loro vita".
Il dramma si era consumato a fine pomeriggio. Il piccolo giocava sulla spiaggia. C'era una buca nella sabbia della Grandes Playas di La Oliva, scavata dai bagnanti. Secondo alcuni testimoni era profonda tre metri, larga cinque. Il bambino vi era entrato, per gioco, forse per curiosità. Ma mentre risaliva, una parete della buca gli è crollata addosso, trascinando con se la montagna di sabbia che era stata accumulata sul bordo scavando la buca.
La mamma era stata la prima a gettarsi verso la buca e a scavare con le mani per cercare di liberare il piccolo. Una bagnina aveva immediatamente chiamato i soccorsi, che erano giunti molto rapidamente. Ma per liberarlo, con la sabbia che continuava a crollare nella buca, ci sono voluti 20 minuti.
Il cuore di Federico Clerici intanto si era fermato. Solo dopo molti tentativi i soccorritori erano riusciti a farlo ripartire. Ridando una piccola speranza che in qualche modo potesse cavarsela a differenza di quanto accaduto di recente ad un altro piccolo. A un bambino svizzero che giocava su una spiaggia di Girona, in Catalogna, era successo un incidente analogo un mese fa: gli era crollata addosso la parete di una grande buca nella sabbia e soccorritori non erano riusciti a rianimarlo.
Federico da martedì era nell'ospedale di Las Palmas, in coma e intubato. Fra mercoledì e giovedì i medici avevano notato qualche leggero miglioramento. Ma c'era comunque una forte preoccupazione fra lo staff del Materno Infantil, anche perché nessuno sapeva quali conseguenze il prolungato mancato arrivo dell'ossigeno al cervello del bimbo potesse avere avuto. Venerdì il bimbo era peggiorato e sabato, verso le 18, i medici hanno dovuto informare i genitori che il bimbo era in stato di morte cerebrale.
Legnano, il paese del bambino, è in lutto. Don Gianni, parroco di San Pietro a Legnano ha riferito che si tratta di "una tragedia che si ‚ abbattuta su tutti noi". E il sindaco di Legnano, Lorenzo Vitali, ha detto tra l'altro che "è una disgrazia che ci ha lasciato interdetti: nulla è peggio di quando muore un bambino".
Il bimbo di 10 anni arrivato da Legnano per fare le vacanze nelle Canarie è morto verso le 18, le 19 in Italia, nell'Unità di terapia intensiva dell'Hospital Materno Infantil di las Palmas, dove era stato trasportato in elicottero subito dopo l'incidente. Era entrato in coma e da allora non aveva ripreso coscienza.
La mamma, che era sulla spiaggia di La Oliva quando è successa la sciagura, e il papà che li ha raggiunti giovedì, sono rimasti con il piccolo fino all'ultimo. Hanno deciso questa sera di consentire l'espianto degli organi, "perché altri bambini possano migliorare la loro vita".
Il dramma si era consumato a fine pomeriggio. Il piccolo giocava sulla spiaggia. C'era una buca nella sabbia della Grandes Playas di La Oliva, scavata dai bagnanti. Secondo alcuni testimoni era profonda tre metri, larga cinque. Il bambino vi era entrato, per gioco, forse per curiosità. Ma mentre risaliva, una parete della buca gli è crollata addosso, trascinando con se la montagna di sabbia che era stata accumulata sul bordo scavando la buca.
La mamma era stata la prima a gettarsi verso la buca e a scavare con le mani per cercare di liberare il piccolo. Una bagnina aveva immediatamente chiamato i soccorsi, che erano giunti molto rapidamente. Ma per liberarlo, con la sabbia che continuava a crollare nella buca, ci sono voluti 20 minuti.
Il cuore di Federico Clerici intanto si era fermato. Solo dopo molti tentativi i soccorritori erano riusciti a farlo ripartire. Ridando una piccola speranza che in qualche modo potesse cavarsela a differenza di quanto accaduto di recente ad un altro piccolo. A un bambino svizzero che giocava su una spiaggia di Girona, in Catalogna, era successo un incidente analogo un mese fa: gli era crollata addosso la parete di una grande buca nella sabbia e soccorritori non erano riusciti a rianimarlo.
Federico da martedì era nell'ospedale di Las Palmas, in coma e intubato. Fra mercoledì e giovedì i medici avevano notato qualche leggero miglioramento. Ma c'era comunque una forte preoccupazione fra lo staff del Materno Infantil, anche perché nessuno sapeva quali conseguenze il prolungato mancato arrivo dell'ossigeno al cervello del bimbo potesse avere avuto. Venerdì il bimbo era peggiorato e sabato, verso le 18, i medici hanno dovuto informare i genitori che il bimbo era in stato di morte cerebrale.
Legnano, il paese del bambino, è in lutto. Don Gianni, parroco di San Pietro a Legnano ha riferito che si tratta di "una tragedia che si ‚ abbattuta su tutti noi". E il sindaco di Legnano, Lorenzo Vitali, ha detto tra l'altro che "è una disgrazia che ci ha lasciato interdetti: nulla è peggio di quando muore un bambino".