Scalata Antonveneta, Brancher condannato a 2 anni

Cronaca
Tentata scalata ad Antonveneta, l'ex ministro Aldo Brancher è stato condannato a 2 anni di reclusione
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E' la pena reclusiva fissata per l'ex ministro nel processo con rito abbreviato per un filone dell'inchiesta sulla tentata scalata da parte di Bpi. Ricettazione e appropriazione indebita le accuse. I legali: "Valuteremo il ricorso in appello"

L'ex ministro Aldo Brancher è stato condannato a 2 anni di reclusione e 4000 euro di multa a Milano nell'ambito del processo con rito abbreviato per un filone dell'inchiesta sulla tentata scalata ad Antoveneta da parte di Bpi. Brancher è stato ritenuto colpevole delle accuse di ricettazione e appropriazione indebita.

Dimessosi a inizio mese dopo le polemiche sul legittimo impedimento da lui invocato, non è accusato di aver avuto un ruolo nella scalata del 2005, cioè con il concorso in aggiotaggio sui titoli della banca per il quale Giampiero Fiorani ha patteggiato tre anni e tre mesi per associazione a delinquere, truffa, appropriazione indebita e tre anni e mezzo per falso in bilancio. Ma il suo nome è finito nella lista dei politici coinvolti nella lobby alla
quale, ai tempi, Fiorani si rivolse per sostenere l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Una lobby che, nella discussione del ddl risparmio in Parlamento, sostenne le ragioni di Fazio e l'ipotesi di un'introduzione del mandato a vita per il governatore.

A tirare in ballo Brancher è stato proprio Fiorani, che, nelle sue testimonianze, ha associato il nome dell'ex ministro a quello del leghista Roberto Calderoli. Nell'autunno 2004, ha raccontato Fiorani, "l'appoggio incondizionato della Lega alle posizioni di Fazio" fu barattato con il salvataggio dalla bancarotta della banca leghista Credieuronord (rilevata dalla Banca popolare di Lodi di Fiorani). In questo contesto, il deputato pdl Brancher, da sempre vicino a Umberto Bossi, avrebbe avuto ricevuto denaro da Fiorani.

"Rispetto la sentenza ma non la condivido. Ci sono ragioni per ritenere che in Appello avremo piena soddisfazione". Così Filippo Dinacci uno dei difensori di Aldo  Brancher, commenta la sentenza con la quale stasera il giudice  monocratico Annamaria Gatto ha condannato l'ex ministro.

Secondo Piermaria Corso, anche lui difensore del politico, "il giudice ha condiviso parzialmente la linea difensiva". Il riferimento va al fatto che Brancher è stato assolto per due degli episodi di ricettazione che gli erano stati contestati. "Alla luce delle  motivazioni - conclude Corso - valuteremo il ricorso in appello".

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