Coinvolto nell'inchiesta sulla presunta associazione segreta, il magistrato lascerà sue funzioni di presidente della Corte d'Appello di Salerno. A deciderlo il plenum del Palazzo dei Marescialli. Unica astensione quella del vicepresidente Nicola Mancino
Umberto Marconi lascerà le sue funzioni di presidente della Corte d'Appello di Salerno. Com'è noto, il nome del magistrato compare nelle carte dell'inchiesta della procura di Roma sulla cosiddetta P3 in relazione all'attività di dossieraggio, condotta contro l'attuale governatore della Campania Stefano Caldoro.
All'unanimità il plenum del Csm ha accolto la richiesta del magistrato di essere destinato alla sezione Lavoro della Corte d'Appello di Napoli in qualità di semplice consigliere. La domanda era stata avanzata da Marconi, dopo che la Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli aveva avviato nei suoi riguardi la procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale.
L'unico ad astenersi è stato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino che, pur ritenendo necessario il trasferimento di Marconi, non ha giudicato idonea la nuova sede di Napoli attribuita al magistrato. Già il 26 luglio in Terza Commissione erano state avanzate delle riserve sull'assegnazione di Marconi a Napoli dalla relatrice Bettacesqui, che aveva chiesto di ascoltarlo, proprio per verificare se non ci fosse un'incompatibilità ambientale del magistrato con il capoluogo campano.
Il 7 gennaio 2013 il Gip di Roma Stefano Aprile, nell’ambito di un procedimento per diffamazione nato da una querela di Umberto Marconi, ha precisato che quest’ultimo “all'epoca della pubblicazione [del dossier, ndr] non era indagato e conserverà tale qualità fino alla fine, non venendo neppure sottoposto a procedimento disciplinare o para-disciplinare dal Csm”.
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