E' l’anniversario della strage di via d'Amelio in cui morirono il giudice e cinque agenti della scorta. Scarsa la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni. Rita Borsellino: "Forse hanno paura di contestazioni". Napolitano: “Nuove indagini”
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FOTOGALLERY: LE IMMAGINI DI VIA D'AMELIO 18 ANNI FA SUBITO DOPO LA STRAGE
Il presidio delle "agende rosse" ha dato il via alle 8 di questa mattina alle celebrazioni in via D'Amelio, a Palermo, dove diciotto anni fa un'autobomba uccise il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti della sua scorta, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. Si salvò solo Antonio Vullo, da allora segnato fisicamente e psicologicamente.
In piazza soprattutto giovani, anche bambini, gruppi di scout. Il presidio proseguirà fino all'ora della strage, le 16.55, quando sarà osservato un minuto di silenzio. Poi partirà il corteo che raggiungerà l'"albero Falcone".
Ma Rita Borsellino eurodeputata del Pd, commenta amaramente la scarsa partecipazione dei palermitani alle manifestazioni organizzate ieri e oggi in via D'Amelio: "Mi sono stufata di contare le persone e di fare confronti con l'anniversario della morte di Falcone. La vera antimafia si fa ogni giorno senza stare attenti ai numeri". Rita Borsellino ha aggiunto che l'assenza di rappresentanti istituzionali in via D'Amelio "è forse da attribuire alla paura di ricevere contestazioni dalla società civile", e che "proprio nelle istituzioni e negli alti vertici ci sono personaggi che hanno perso il diritto di piangere Paolo". L'atto di vandalismo compiuto contro le statue di Falcone e Borsellino, ha detto ancora Rita Borsellino, "è la dimostrazione di quanto Giovanni e Paolo facciano ancora paura".
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha invece auspicato che vi sia "il convinto e forte sostegno alle nuove indagini in corso sulla terribile stagione delle stragi che sconvolse il Paese nei primi anni novanta". In un messaggio alla vedova di Paolo Borsellino, Agnese, Napolitano ha spiegato che "con armonia d'intenti e pieno spirito di collaborazione, le istituzioni tutte debbono contribuire a fare piena luce su quegli episodi". In questo modo, ha aggiunto, si risponderebbe "all'anelito di verità e giustizia che viene innanzitutto da chi, come lei e i suoi famigliari, è stato colpito negli affetti più cari, ma nello stesso tempo e più che mai dall'intero Paese".
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Il presidio delle "agende rosse" ha dato il via alle 8 di questa mattina alle celebrazioni in via D'Amelio, a Palermo, dove diciotto anni fa un'autobomba uccise il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti della sua scorta, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. Si salvò solo Antonio Vullo, da allora segnato fisicamente e psicologicamente.
In piazza soprattutto giovani, anche bambini, gruppi di scout. Il presidio proseguirà fino all'ora della strage, le 16.55, quando sarà osservato un minuto di silenzio. Poi partirà il corteo che raggiungerà l'"albero Falcone".
Ma Rita Borsellino eurodeputata del Pd, commenta amaramente la scarsa partecipazione dei palermitani alle manifestazioni organizzate ieri e oggi in via D'Amelio: "Mi sono stufata di contare le persone e di fare confronti con l'anniversario della morte di Falcone. La vera antimafia si fa ogni giorno senza stare attenti ai numeri". Rita Borsellino ha aggiunto che l'assenza di rappresentanti istituzionali in via D'Amelio "è forse da attribuire alla paura di ricevere contestazioni dalla società civile", e che "proprio nelle istituzioni e negli alti vertici ci sono personaggi che hanno perso il diritto di piangere Paolo". L'atto di vandalismo compiuto contro le statue di Falcone e Borsellino, ha detto ancora Rita Borsellino, "è la dimostrazione di quanto Giovanni e Paolo facciano ancora paura".
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha invece auspicato che vi sia "il convinto e forte sostegno alle nuove indagini in corso sulla terribile stagione delle stragi che sconvolse il Paese nei primi anni novanta". In un messaggio alla vedova di Paolo Borsellino, Agnese, Napolitano ha spiegato che "con armonia d'intenti e pieno spirito di collaborazione, le istituzioni tutte debbono contribuire a fare piena luce su quegli episodi". In questo modo, ha aggiunto, si risponderebbe "all'anelito di verità e giustizia che viene innanzitutto da chi, come lei e i suoi famigliari, è stato colpito negli affetti più cari, ma nello stesso tempo e più che mai dall'intero Paese".
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