Bisogna tornare “alle vecchie e gloriose scuole tecniche” sostiene il ministro dell’Economia. E aggiunge: se i giovani pensano di avere diritto a un posto fisso solo perché hanno una laurea "magari un po' astratta" si sbagliano
SCUOLE E UNIVERSITA'. LO SPECIALE
“Perché non tornare alle vecchie e gloriose scuole tecniche? Questo è un modo per trovare lavoro”. Ecco la ricetta suggerita da Giulio Tremonti per risolvere il problema dell’occupazione che affligge soprattutto i giovani.
Il ministro, a margine dell’intervista rilasciata ai microfoni di TG24 per illustrare la manovra “di contenimento alla finanza pubblica”, parla anche di sviluppo. (Guarda l’intervista integrale). “Il mondo è cambiato” avverte. La speranza delle famiglie una volta era quella di avere un figlio laureato che grazie al titolo di studio poteva assicurarsi un impiego sicuro. Ma le cose non stanno più così, sostiene. “L’illusione che la laurea, magari in scienze un po’ astratte, fosse il modo per trovare lavoro e garantire stabilità alle famiglie, si è rivelata un’illusione”.
Che fare dunque?
Occorre “riformare l’università, la scuola, ma bisogna tornare al vecchio mondo che era fatto anche dalle scuole tecniche e dall’apprendistato. Per decenni hanno condannato l’apprendistato come se si trattasse di un lavoro abusivo, minore, diverso. Invece – continua il ministro dell’Economia – io credo che per i giovani sia giusto cominciare a pensare anche al lavoro manuale. Se tutti pensano di essere titolati ad avere un posto fisso per il fatto che hanno una laurea un po’ astratta, sbagliano. Perché il posto fisso lo hanno in Cina. Da noi il rischio è avere il precariato fisso”.
“Perché non tornare alle vecchie e gloriose scuole tecniche? Questo è un modo per trovare lavoro”. Ecco la ricetta suggerita da Giulio Tremonti per risolvere il problema dell’occupazione che affligge soprattutto i giovani.
Il ministro, a margine dell’intervista rilasciata ai microfoni di TG24 per illustrare la manovra “di contenimento alla finanza pubblica”, parla anche di sviluppo. (Guarda l’intervista integrale). “Il mondo è cambiato” avverte. La speranza delle famiglie una volta era quella di avere un figlio laureato che grazie al titolo di studio poteva assicurarsi un impiego sicuro. Ma le cose non stanno più così, sostiene. “L’illusione che la laurea, magari in scienze un po’ astratte, fosse il modo per trovare lavoro e garantire stabilità alle famiglie, si è rivelata un’illusione”.
Che fare dunque?
Occorre “riformare l’università, la scuola, ma bisogna tornare al vecchio mondo che era fatto anche dalle scuole tecniche e dall’apprendistato. Per decenni hanno condannato l’apprendistato come se si trattasse di un lavoro abusivo, minore, diverso. Invece – continua il ministro dell’Economia – io credo che per i giovani sia giusto cominciare a pensare anche al lavoro manuale. Se tutti pensano di essere titolati ad avere un posto fisso per il fatto che hanno una laurea un po’ astratta, sbagliano. Perché il posto fisso lo hanno in Cina. Da noi il rischio è avere il precariato fisso”.