Arrestati Flavio Carboni, l'ex Dc Lombardi e l'imprenditore Martino. Già coinvolti Verdini e Cappellacci. Il giudice: ci fu incontro a casa di Verdini con Dell'Utri, cercarono di avvicinare i membri della Consulta per per influenzarli sullo "scudo"
L'imprenditore Flavio Carboni è stato arrestato a Roma dai carabinieri e condotto, alle prime luci dell'alba, nel carcere di Regina Coeli. La richiesta d'arresto è stata effettuata dai pm della Procura capitolina Rodolfo Sabelli, che indagano su presunti appalti illeciti in Sardegna legati all'energia eolica. Nell'inchiesta sono anche coinvolti il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini e il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci. Renato Borzone, legale dell'imprenditore 78enne, ha fatto sapere che presenterà immediato ricorso al Tribunale del Riesame contro il provvedimento che gli è stato appena notificato.
Com'è noto, nel 1997 i magistrati di Roma avevano collegato Flavio Carboni, l'ex boss della Magliana Ernesto Diotallevi e l'ex cassiere della mafia Pippo Calò all'omicidio del banchiere Roberto Calvi, ma i tre erano stati già assolti nel 2007 per insufficienza di prove. L'assoluzione era stata poi confermata in secondo grado il 7 aprile 2010.
Nell'ambito dell'inchiesta sugli impianti eolici in Sardegna la Procura di Roma ha inoltre disposto l'arresto di Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Dc nonché ex sindaco di Cervinara, in provincia di Avellino. L'uomo si trova attualmente nella casa circondariale di Bellizzi. Oltre a Carboni e Lombardi i carabinieri del nucleo investigativo di Roma, coordinati dal maggiore Bartolomeo Di Niso, hanno arrestato a Napoli l'imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale del capoluogo partenopeo.
I reati contestati a Carboni, Lombardi e Martino sono quelli di associazione per delinquere e violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli ipotizzano che i tre siano i componenti di una superloggia segreta, punto di riferimento per politici e imprenditori.
Il Gip: "Volevano influenzare il lodo Alfano"- Tra settembre e ottobre 2009 i tre arrestati tentarono di avvicinare i giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire sull'esito del giudizio sul cosiddetto lodo Alfano, la legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. Lo afferma il gip Giovanni De Donato, nell'ordinanza con cui ha disposto gliarresti. L'operazione, afferma il Gip, fu condotta da Lombardi, previo accordo con gli altri due, con cui si manteneva in costante contatto. L'episodio si intreccia col tentativo dei tre di ottenere la candidatura dell'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, alla carica di presidente della Regione Campania, in cambio appunto degli interventi compiuti sulla Corte Costituzionale.
Il 23 settembre dello scorso anno, a pochi giorni dal giudizio della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, avvenne una riunione nell'abitazione romana del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, per stabilire un tentativo di avvicinamento ai giudici della consulta. All'incontro era invitato anche l'imprenditore Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. E' quanto emerge dal provvedimento del gip.
Il fascicolo che ha portato agli arresti nasce da uno stralcio, aperto quest'anno, dell'inchiesta sugli appalti per l'eolico in Sardegna in cui è coinvolto, tra gli altri, anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellaci. La richiesta d'arresto di Carboni e dell'ex esponente della Dc Campana, Pasquale Lombardi, è stata fatta dal pm della procura di Roma, Rodolfo Sabelli e accolta dal gip Giovanni De Donato. L'ipotesi di reato è quella di associazione a delinquere e di violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi sulle associazioni segrete.
Secondo i pm, i tre arrestati avrebbero costituito una vera e propria associazione segreta finalizzata ad influenzare decisioni politiche, a pilotare processi e a decidere le nomine dei componenti di organi dello Stato di rilievo costituzionale. Il filone di indagine è collegato all'inchiesta della procura capitolina su un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito l'assegnazione di una serie di appalti pubblici in Sardegna per la realizzazione di parchi eolici. Secondo quanto accertato dagli investigatori, il comitato d'affari per l'eolico sorto intorno a Flavio Carboni, avrebbe raccolto enormi capitali di imprenditori siciliani, calabresi e campani. Una parte di questo denaro sarebbe finito in alcune banche italiane, tra cui il Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini, e parte in istituti stranieri. I fondi sarebbero stati usati come tangenti per agevolare la concessione di licenze e la realizzazione di parchi eolici in Sardegna.
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Com'è noto, nel 1997 i magistrati di Roma avevano collegato Flavio Carboni, l'ex boss della Magliana Ernesto Diotallevi e l'ex cassiere della mafia Pippo Calò all'omicidio del banchiere Roberto Calvi, ma i tre erano stati già assolti nel 2007 per insufficienza di prove. L'assoluzione era stata poi confermata in secondo grado il 7 aprile 2010.
Nell'ambito dell'inchiesta sugli impianti eolici in Sardegna la Procura di Roma ha inoltre disposto l'arresto di Pasquale Lombardi, geometra ed ex esponente della Dc nonché ex sindaco di Cervinara, in provincia di Avellino. L'uomo si trova attualmente nella casa circondariale di Bellizzi. Oltre a Carboni e Lombardi i carabinieri del nucleo investigativo di Roma, coordinati dal maggiore Bartolomeo Di Niso, hanno arrestato a Napoli l'imprenditore Arcangelo Martino, ex assessore comunale del capoluogo partenopeo.
I reati contestati a Carboni, Lombardi e Martino sono quelli di associazione per delinquere e violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli ipotizzano che i tre siano i componenti di una superloggia segreta, punto di riferimento per politici e imprenditori.
Il Gip: "Volevano influenzare il lodo Alfano"- Tra settembre e ottobre 2009 i tre arrestati tentarono di avvicinare i giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire sull'esito del giudizio sul cosiddetto lodo Alfano, la legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. Lo afferma il gip Giovanni De Donato, nell'ordinanza con cui ha disposto gliarresti. L'operazione, afferma il Gip, fu condotta da Lombardi, previo accordo con gli altri due, con cui si manteneva in costante contatto. L'episodio si intreccia col tentativo dei tre di ottenere la candidatura dell'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, alla carica di presidente della Regione Campania, in cambio appunto degli interventi compiuti sulla Corte Costituzionale.
Il 23 settembre dello scorso anno, a pochi giorni dal giudizio della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, avvenne una riunione nell'abitazione romana del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, per stabilire un tentativo di avvicinamento ai giudici della consulta. All'incontro era invitato anche l'imprenditore Flavio Carboni, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. E' quanto emerge dal provvedimento del gip.
Il fascicolo che ha portato agli arresti nasce da uno stralcio, aperto quest'anno, dell'inchiesta sugli appalti per l'eolico in Sardegna in cui è coinvolto, tra gli altri, anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellaci. La richiesta d'arresto di Carboni e dell'ex esponente della Dc Campana, Pasquale Lombardi, è stata fatta dal pm della procura di Roma, Rodolfo Sabelli e accolta dal gip Giovanni De Donato. L'ipotesi di reato è quella di associazione a delinquere e di violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi sulle associazioni segrete.
Secondo i pm, i tre arrestati avrebbero costituito una vera e propria associazione segreta finalizzata ad influenzare decisioni politiche, a pilotare processi e a decidere le nomine dei componenti di organi dello Stato di rilievo costituzionale. Il filone di indagine è collegato all'inchiesta della procura capitolina su un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito l'assegnazione di una serie di appalti pubblici in Sardegna per la realizzazione di parchi eolici. Secondo quanto accertato dagli investigatori, il comitato d'affari per l'eolico sorto intorno a Flavio Carboni, avrebbe raccolto enormi capitali di imprenditori siciliani, calabresi e campani. Una parte di questo denaro sarebbe finito in alcune banche italiane, tra cui il Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini, e parte in istituti stranieri. I fondi sarebbero stati usati come tangenti per agevolare la concessione di licenze e la realizzazione di parchi eolici in Sardegna.
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