Riciclaggio, in manette altri due uomini di Mokbel

Cronaca
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Su disposizione della procura distrettuale antimafia di Roma sono stati arrestati Simone D'Ascenzo e Stefano Fanella, considerati "spalloni" nel presunto riciclaggio di 2 miliardi di euro che vede coinvolti anche ex dirigenti di Fastweb e Telecom Sparkel

Avrebbero avuto il compito di trasferire oltreconfine i soldi per conto di Gennaro Mokbel,  l'imprenditore romano ritenuto una delle menti della colossale truffa di oltre due miliardi di euro che ha coinvolto alcuni importanti dirigenti di Telecom Italia Sparkle, della società telefonica Fastweb, compreso il fondatore ed ex ad, Silvio Scaglia.

Per questo motivo, su disposizione della procura distrettuale antimafia di Roma, sono stati arrestati, Simone D'Ascenzo e Stefano Fanella, considerati gli 'spalloni' del presunto riciclaggio. I due sono stati arrestati a Roma dai carabinieri del Ros e i reati contestati sono appunto quelli di associazione a delinquere e trasferimento fraudolento di fondi all'estero. Un terzo arresto, invece è avvenuto a Milano dove la Guardia di Finanza ha messo le manette ai polsi del manager Federico Palazzari, accusato di riciclaggio.
Per D'Ascenzo gli inquirenti hanno formulato anche l'ipotesi di riciclaggio.
Fanella, invece, secondo chi indaga, avrebbe anche in qualche modo cercato di inquinare le prove. In particolare suggerendo ad alcune persone, che dovevano essere sentite dagli inquirenti, di riferire alcuni fatti che potessero aiutare il fratello Silvio, che secondo i pm era promotore, organizzatore e capo dell'associazione a delinquere così come lo stesso Mokbel, l'ex senatore Nicola Paolo Di Girolamo, il manager Carlo Focarelli e altri due.
Palazzari, secondo l'accusa, sarebbe legato a Carlo Focarelli, Alessandro Cionco e Silvio Fanella, fratello di uno dei due "spalloni" legati al gruppo di Gennaro Mokbel. Il manager sarebbe coinvolto in una serie di operazioni finanziarie che avevano come riferimento una societa' con sede ad Hong Kong.

Con gli arresti effettuati martedì 6 leglio si è aggiunto un altro tassello a quella che il gip romano, Aldo Morgigni, ha definito "una delle frodi più colossali mai poste in essere nella storia nazionale".

L'inchiesta, denominata 'Broker' e condotta dalla Direzione antimafia della capitale insieme al Ros e alla Guardia di finanza, ha portato all'emissione di ben 56 ordinanze di custodia cautelare.
Scaglia è accusato di "partecipazione all'associazione per delinquere" individuata dagli inquirenti,"in relazione alle condotte tenute nell'ambito delle operazioni commerciali fittizie 'Phuncard' e Traffico telefonico"' e del reato di "dichiarazione infedele mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti" in relazione alle dichiarazioni Iva relative agli anni fiscali 2003, 2005 e 2006. La frode consisteva nel creare ingenti e fittizi crediti Iva attraverso società fantasma. Personaggio chiave dell'inchiesta è però Gennaro Mokbel, l'imprenditore con un passato e amicizie nella destra eversiva e contatti anche con Antonio D'Inzillo, killer della banda della Magliana.

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