Nell'istituto penitenziario della "Dozza" un tossicodipendente di 30 anni è stato trovato privo di vita nella mattinata del 5 luglio. Benché si pensi a cause naturali, il cadavere sarà sottoposto a esami autoptici
Un tossicodipendente di poco più di 30 anni, detenuto nel carcere di Bologna, è stato trovato morto verso le 6.30 del 5 luglio. Ne ha dato notizia Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe. Stando ai primi accertamenti, l'uomo sarebbe morto per cause naturali, ma il cadavere è stato comunque trasferito all'Istituto di medicina legale per gli esami autoptici. Condannato in via definitiva, il tossicodipendente era rinchiuso nel reparto giudiziario, dal momento che quello penale era ampiamente sovraffollato.
Sul tragico evento è intervenuto Andrea Defranceschi, capogruppo in Regione del "Movimento 5 Stelle Emilia Romagna", che ha dichiarato: "L'Ausl di Bologna relazioni in commissione sulla morte del detenuto, avvenuta nel carcere della Dozza", il quale è "il più sovraffollato d'Italia". Per Defranceschi "il drammatico decesso nella sezione dei detenuti in attesa di giudizio pone una volta di più all'attenzione dell'amministrazione di viale Aldo Moro, competente per la situazione sanitaria delle carceri, la questione del sovraffollamento". Il detenuto deceduto, infatti, "avrebbe infatti potuto godere dell'affidamento in comunità", di cui però non ha potuto godere per mancanza di fondi. Per questo motivo Defranceschi ha chiesto a viale Aldo Moro che "venga fissata un'audizione urgente con l'Ausl in Commissione Politiche per la salute, per conoscere la situazione sanitaria delle carceri di Bologna e di tutta l'Emilia Romagna".
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