Appalti, il Vaticano: "Per il cardinale Sepe stima immutata"
CronacaLa precisazione del direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, dopo la nota pubblicata per ammettere i possibili errori nella gestione di Propaganda Fide: "Dato generale, senza riferimento a nessuna gestione in particolare"
INCHIESTA APPALTI: L'ABUM FOTOGRAFICO
Il Vaticano non scarica affatto il cardinale Crescenzio Sepe e difende il suo operato alla guida della Congregazione dell'Evangelizzazione dei Popoli, sul quale stanno indagando i giudici di Perugia nell'inchiesta sul G8: eventuali errori di gestione del patrimonio di Propaganda Fide non sono attribuibili a lui. Interpellato da alcuni giornalisti, in ordine alla nota pubblicata lunedì mattina sui compiti e le funzioni della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, ha fornito infatti la seguente precisazione: "il riferimento alle operazioni finanziarie per le quali, affermava la nota, possono essersi verificati anche 'errori di valutazioni' va considerato come un dato generale, senza riferimento a nessuna gestione in particolare". "Nei confronti dell'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, alla guida della Congregazione dal 2001 al 2006, si ribadisce - ha spiegato padre Lombardi - stima e solidarietà, nella certezza che il suo corretto operato possa condurre a un completo e rapido chiarimento della vicenda giudiziaria".
L'indagine in cui è coinvolto l'arcivescovo di Napoli riguarda la ristrutturazione e la vendita di alcuni immobili di Propaganda Fide nel 2005. Operazioni nelle quali risulterebbe coinvolto il costruttore Diego Anemone, considerato personaggio centrale dell'inchiesta sui Grandi Eventi. Il sospetto degli inquirenti perugini è che l'attuale arcivescovo di Napoli abbia ricevuto in cambio dei favori. A fare il nome del cardinale Sepe era stato il capo della Protezione civile Guido Bertolaso nel corso di un interrogatorio. In quell'occasione Bertolaso ai pm aveva detto di aver ricevuto la casa di via Giulia proprio grazie all'arcivescovo di Napoli.
Sul sito del Vaticano appare un link a Propaganda Fide con informazioni su attività e strutture, della congregazione presieduta da Sepe. E intanto si va verso la richiesta di una rogatoria a Città del Vaticano da parte della procura di Perugia per fare luce su tutti i conti della congregazione Propaganda Fide nel periodo che va dal 2004 al 2006. Lo scopo dei sostituti procuratori Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, titolari dell'inchiesta sui Grandi Eventi, è chiarire tutti i movimenti di denaro avvenuti in quel periodo intorno al patrimonio immobiliare gestito dalla congregazione di cui è stato prefetto il cardinale Crescenzio Sepe, iscritto nel registro degli indagati dai pm perugini per corruzione.
Il Vaticano non scarica affatto il cardinale Crescenzio Sepe e difende il suo operato alla guida della Congregazione dell'Evangelizzazione dei Popoli, sul quale stanno indagando i giudici di Perugia nell'inchiesta sul G8: eventuali errori di gestione del patrimonio di Propaganda Fide non sono attribuibili a lui. Interpellato da alcuni giornalisti, in ordine alla nota pubblicata lunedì mattina sui compiti e le funzioni della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, ha fornito infatti la seguente precisazione: "il riferimento alle operazioni finanziarie per le quali, affermava la nota, possono essersi verificati anche 'errori di valutazioni' va considerato come un dato generale, senza riferimento a nessuna gestione in particolare". "Nei confronti dell'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, alla guida della Congregazione dal 2001 al 2006, si ribadisce - ha spiegato padre Lombardi - stima e solidarietà, nella certezza che il suo corretto operato possa condurre a un completo e rapido chiarimento della vicenda giudiziaria".
L'indagine in cui è coinvolto l'arcivescovo di Napoli riguarda la ristrutturazione e la vendita di alcuni immobili di Propaganda Fide nel 2005. Operazioni nelle quali risulterebbe coinvolto il costruttore Diego Anemone, considerato personaggio centrale dell'inchiesta sui Grandi Eventi. Il sospetto degli inquirenti perugini è che l'attuale arcivescovo di Napoli abbia ricevuto in cambio dei favori. A fare il nome del cardinale Sepe era stato il capo della Protezione civile Guido Bertolaso nel corso di un interrogatorio. In quell'occasione Bertolaso ai pm aveva detto di aver ricevuto la casa di via Giulia proprio grazie all'arcivescovo di Napoli.
Sul sito del Vaticano appare un link a Propaganda Fide con informazioni su attività e strutture, della congregazione presieduta da Sepe. E intanto si va verso la richiesta di una rogatoria a Città del Vaticano da parte della procura di Perugia per fare luce su tutti i conti della congregazione Propaganda Fide nel periodo che va dal 2004 al 2006. Lo scopo dei sostituti procuratori Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, titolari dell'inchiesta sui Grandi Eventi, è chiarire tutti i movimenti di denaro avvenuti in quel periodo intorno al patrimonio immobiliare gestito dalla congregazione di cui è stato prefetto il cardinale Crescenzio Sepe, iscritto nel registro degli indagati dai pm perugini per corruzione.