Dossier di Eurispes e Telefono Azzurro: “Scarsa protezione sociale”, Italia vicina a Bulgaria e Romania. “Le prime bevute a soli 12 anni. Un figlio costa in media 385 euro al mese”
In Italia un bambino su quattro e' a rischio poverta': un dato che accosta l'Italia a Paesi come Bulgaria e Romania, gli unici in Ue ad avere percentuali piu' elevate (rispettivamente 33 e 26%, rispetto ad una media europea del 20%). Lo ricorda il dossier ''Bambini e adolescenti in Italia: un quadro degli ultimi dieci anni'', di Telefono Azzurro ed Eurispes, che cita dati Eurostat, sottolineando come pero' l'Italia viva ancora ''l'inadeguatezza delle politiche di sostegno economico alle famiglie''. ''Le istituzioni - fa appello il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, commentando lo studio che e' un compendio per i 10 anni del ''Rapporto nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza'' - devono farsi promotrici di interventi specifici sia sul piano normativo che della prevenzione per aiutare bambini, adolescenti e famiglie che dispongono di minori risorse e si trovano a vivere condizioni di disagio''. Invece, nonostante ''l'inadeguatezza delle politiche - ricorda il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara - sia stata spesso sottolineata'', queste risultano ancora ''carenti sia sul piano economico che su quello della programmazione''.
In Italia, afferma, ''l'assoluta priorita' non solo economica, ma anche culturale viene continuamente e retoricamente declamata, ma nei fatti le politiche familiari italiane si collocano agli ultimi posti in Europa per quantita' e per qualita' degli interventi''. ''Carenza di servizi per la prima infanzia'', difficolta' dei giovani ''a staccarsi dalla famiglia d'origine'', ritardo nelle politiche di ''valorizzazione delle nuove potenzialita' dei ragazzi'' le principali lacune del sistema Italia evidenziate dalla studio. ''Nonostante l'offerta di servizi per la prima infanzia sia aumentata nel corso degli ultimi anni, risulta ancora assolutamente insufficiente a rispondere adeguatamente ai bisogni delle famiglie'', e' detto nel dossier che individua tra le maggiori criticita' ''gli alti costi, le difficolta' burocratiche, la scarsita' di strutture idonee e la carenza di servizi nelle citta', oltre che la copertura territoriale ancora assolutamente disomogenea sul territorio nazionale''. Inoltre, ''un mercato del lavoro sempre piu' flessibile e precario'' e ''il forte incremento dei prezzi di acquisto e di affitto delle abitazioni'' non hanno ''certo facilitato la transizione dei giovani verso l'autonomia'', e questo ne fa degli ''eterni Peter Pan''. ''Cio' accade - e' la conclusione - perche' i giovani italiani, complessivamente, godono di minore protezione sociale rispetto ai coetanei dell'Europa nord-occidentale''.
In Italia, afferma, ''l'assoluta priorita' non solo economica, ma anche culturale viene continuamente e retoricamente declamata, ma nei fatti le politiche familiari italiane si collocano agli ultimi posti in Europa per quantita' e per qualita' degli interventi''. ''Carenza di servizi per la prima infanzia'', difficolta' dei giovani ''a staccarsi dalla famiglia d'origine'', ritardo nelle politiche di ''valorizzazione delle nuove potenzialita' dei ragazzi'' le principali lacune del sistema Italia evidenziate dalla studio. ''Nonostante l'offerta di servizi per la prima infanzia sia aumentata nel corso degli ultimi anni, risulta ancora assolutamente insufficiente a rispondere adeguatamente ai bisogni delle famiglie'', e' detto nel dossier che individua tra le maggiori criticita' ''gli alti costi, le difficolta' burocratiche, la scarsita' di strutture idonee e la carenza di servizi nelle citta', oltre che la copertura territoriale ancora assolutamente disomogenea sul territorio nazionale''. Inoltre, ''un mercato del lavoro sempre piu' flessibile e precario'' e ''il forte incremento dei prezzi di acquisto e di affitto delle abitazioni'' non hanno ''certo facilitato la transizione dei giovani verso l'autonomia'', e questo ne fa degli ''eterni Peter Pan''. ''Cio' accade - e' la conclusione - perche' i giovani italiani, complessivamente, godono di minore protezione sociale rispetto ai coetanei dell'Europa nord-occidentale''.