A pochi giorni dalla parata del 19 giugno nel capoluogo siciliano alcuni gay sono stati insultati e derubati. La segnalazione è arrivata su facebook e ha raccolto, nel giro di poche ore, centinaia di messaggi di solidarietà e di sdegno
L'ennesimo episodio di omofobia s'è verificato a Palermo a pochi giorni dalla parata del 19 giugno, che costituisce la conclusione del Sicilia Pride 2010. Come denunciato dal fotografo Francesco Paolo Catalano, alcuni sconosciuti "hanno offeso e minacciato dei modelli chiamandoli 'arrusi e froci di merda'".
Il fotografo ha specificato di trovarsi "in via Chiavettieri, nel quartiere della Vucciria a Palermo, per un set fotografico con dei modelli. Mentre i giovani si truccavano per le foto, sono stati apostrofati con insulti omofobi e minacciati. Dopo pochi minuti di assenza hanno ritrovato il vetro della macchina rotto, la valigetta dei trucchi rubata, insieme a soldi e altri oggetti".
La segnalazione è arrivata su facebook e ha raccolto nel giro di poche ore centinaia di messaggi di solidarietà e di sdegno.
"Palermo - ha dichiarato il "Coordinamento stop omofobia" - sta accogliendo molto bene il Sicilia pride Palermo 2010: istituzioni, università, artisti, associazioni, gente comune. La città si sta riempiendo di asterischi (che richiamano il logo del pride) e di persone che partecipano agli eventi in calendario e che aspettano la parata finale del 19 giugno con entusiasmo. Ma insieme a questa città accogliente e libera dalle discriminazioni, c'è la Palermo che, come accade nel resto d'Italia, discrimina, insulta, emargina. La Palermo delle famiglie che picchiano, segregano o cacciano via da casa i propri figli perché gay, lesbiche, transessuali".
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La segnalazione è arrivata su facebook e ha raccolto nel giro di poche ore centinaia di messaggi di solidarietà e di sdegno.
"Palermo - ha dichiarato il "Coordinamento stop omofobia" - sta accogliendo molto bene il Sicilia pride Palermo 2010: istituzioni, università, artisti, associazioni, gente comune. La città si sta riempiendo di asterischi (che richiamano il logo del pride) e di persone che partecipano agli eventi in calendario e che aspettano la parata finale del 19 giugno con entusiasmo. Ma insieme a questa città accogliente e libera dalle discriminazioni, c'è la Palermo che, come accade nel resto d'Italia, discrimina, insulta, emargina. La Palermo delle famiglie che picchiano, segregano o cacciano via da casa i propri figli perché gay, lesbiche, transessuali".
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