Omicidio Sanaa, il padre condannato all'ergastolo

Cronaca
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La sentenza del processo con rito abbreviato nei confronti di El Kataoui Dafani che il 15 settembre del 2009 uccise la figlia perché non condivideva la relazione della giovane con un ragazzo italiano. Il fidanzato di Sanaa: "La pena non è sufficiente"

E' stato condannato all'ergastolo El Kataoui Dafani, che il 15 settembre 2009 uccise ad Azzano decimo (Pordenone) la figlia Sanaa, di 18 anni. Il processo si è svolto oggi con rito abbreviato davanti al Gup di Pordenone, Patrizia Botteri. L'immigrato marocchino era accusato di omicidio volontario aggravato da vincoli di parentela e di lesioni gravi ai danni del fidanzato di Sanaa, Massimo de Biasio, di 32 anni. Sanaa venne sgozzata dal padre con un grosso coltello da cucina che aveva acquistato poco prima del delitto.

"L'ergastolo non è sufficiente": sono le prime parole di Massimo De Biasio, fidanzato di Sanaa Dafani, dopo la sentenza. Circa il risarcimento danni, il giudice ha riconosciuto la cifra simbolica di un euro per la Provincia di Pordenone, la Regione Friuli Venezia Giulia e l'Associazione delle donne marocchine in Italia, mentre ha stabilito in 50 mila euro la provvisionale in favore di De Biasio, rimettendo a un'eventuale causa civile la cifra da erogare in favore del Ministero delle Pari Opportunità. Per la presidente dell'Associazione donne marocchine, on. Souad Sbai "la sentenza di oggi ha dato un po' di vita a tutte quelle donne che vivono l'inferno in questo Paese, finalmente ha dato loro una speranza".
Il legale dell'imputato, Leone Bellio, ha annunciato ricorso in appello considerando la sentenza troppo dura rispetto al reato commesso e alla circostanza di aver scelto il rito abbreviato, che dà diritto allo sconto di un terzo della pena.

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