Via Poma: la vedova di Vanacore tira in ballo Volponi
CronacaL'ex datore di lavoro di Simonetta Cesaroni ha sempre sostenuto di non conoscere gli uffici in cui è avvenuto il delitto. Ma secondo Giuseppa De Luca lui "veniva spesso in via Poma"
Continua il processo per accertare la verità che si nasconde dietro al delitto di Via Poma. Oggi è toccato a Giuseppa De Luca, vedova di Pierino Vanacore, testimoniare in aula. La donna ha confermato quanto già dichiarato dal marito in una vecchia intervista a Chi l'Ha Visto, ovvero che Salvatore Volponi, il datore di lavoro di Simonetta Cesaroni, conoscesse gli uffici degli Ostelli della Gioventù di Via Poma dove è avvenuto il delitto. La De Luca ha affermato che "Salvatore Volponi veniva spesso in via Poma. La sera del 7 agosto '90, lui venne da me per farsi dare le chiavi dell'ufficio degli Ostelli e mi disse 'signora, si ricorda di me?'. Io l'ho riconosciuto. Quando in quell'ufficio si facevano delle riunioni, magari ogni quindici giorni, lui c'era sempre".
Volponi, che anche oggi ha evitato l'interrogatorio davanti alla corte d'assise perché lo stress metterebbe a dura prova le sue precarie condizioni di salute (forse se ne parla il 17 luglio prossimo), ha sempre negato di conoscere quell'indirizzo: prima che venisse scoperto il delitto, a Paola Cesaroni che si era rivolta a lui per avere notizie del luogo di lavoro della sorella.
La signora Vanacore ha poi escluso che il marito (morto suicida a marzo) abbia visto il cadavere di Simonetta prima dell'arrivo della sorella e ha aggiunto: "Io, personalmente, non ho mai visto la Cesaroni". A tirare in ballo la figura di Volponi è stato anche il figlio del portiere, Mario Vanacore: "Quando Volponi si accorse del cadavere di Simonetta disse, uscendo, 'bastardo' ma non so a chi si riferisse. Ricordo anche che lui, per farsi dare le chiavi da mia madre, le fece notare che era stato in quegli uffici tante altre volte. Mia madre era diffidente, non era convinta, ma alla fine gli diede le chiavi per entrare".
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