Ecomafia, l'industria italiana che non conosce crisi

Cronaca
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Secondo il rapporto di Legambiente le holding del crimine nel 2009 hanno registrato un giro d'affari di 20,5 miliardi di euro. Rifiuti e cemento i pilastri del business. Numeri crescenti anche per arresti e illeciti accertati

Nonostante la crisi economica in Italia c'è un settore che conferma sempre bilanci positivi: è quello dell'ecomafia, che nel 2009 ha registrato un giro d'affari stabile con un fatturato di 20,5 miliardi di euro. Una "holding solida e potente" che continua a fare degli illeciti in materia di rifiuti e cemento i pilastri della propria fortuna. E’ questa la fotografia impietosa del nostro Paese scattata da Legambiente, che  ha presentato a Roma il dossier “Ecomafia 2010, con prefazione di Roberto Saviano.

Secondo il rapporto - che ha nel 2009 sono aumentati gli arresti (+43%, da 221 nel 2008 agli attuali 316) e gli illeciti accertati (28.576 oggi, 25.776 lo scorso anno) pari a 78 reati al giorno, cioè più di 3 l'ora. Rispetto al precedente rilevamento sono cresciute del 33,4% le persone denunciate (da 21.336 a 28.472) e dell'11% i sequestri effettuati (da 9.676 a 10.737).

L'illegalità ambientale in Italia: leggi uno stralcio di Ecomafia 2010


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