Inchiesta appalti, chiesti accertamenti bancari all'estero

Cronaca
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Le procure di Firenze e Perugia, con una rogatoria "urgente", sollecitano l’intervento dell’Ufficio internazionale antifrode. Il sospetto dei magistrati è che alcuni indagati abbiano nascosto fondi neri fuori dall'Italia. Tra i nomi c'è Denis Verdini

Le indagini per l’inchiesta sui “grandi eventi” arrivano in Lussemburgo. La prova sarebbe una rogatoria urgente con cui le procure di Perugia e Firenze hanno chiesto l’intervento dell’Ufficio internazionale antifrode. A darne notizia sono La Stampa e La Repubblica. Il sospetto delle due procure, scrivono, è che alcuni personaggi comparsi nell’inchiesta abbiano nascosto all’estero “ingenti somme truffate all’Italia e all’Unione europea”. L’obiettivo dei magistrati Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, quindi, è quello di trovare, bloccare e confiscare eventuali fondi neri.

Secondo i due quotidiani sono quindici i nomi per i quali le due procure chiedono gli accertamenti bancari. C’è il coordinatore del Pdl Denis Verdini, indagato per corruzione. Secondo i magistrati, scrivono i giornali, potrebbe aver occultato fondi neri, gioielli e opere d’arte. “Ennesima, grave violazione del segreto d’indagine – commenta Verdini –. Pur condannando con decisione questo malvezzo della fuga di notizie, ben vengano le rogatorie internazionali. Offro alla magistratura la mia più completa collaborazione. In questo modo sarà provata la mia estraneità ai fatti e dovrà cessare questo indegno e inqualificabile gioco al massacro”. Nella lista anche l'imprenditore Diego Anemone, l'ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro e il figlio Camillo, Angelo Balducci, Fabio De Sanctis, Mauro Della Giovanpaola, il sacerdote Evaldo Biasini noto come “don Bancomat”. Nelle carte, riportano i quotidiani, si sottolinea che gli indagati potrebbero essere "collegati anche alla criminalità organizzata transnazionale". Il giornale di Ezio Mauro pubblica una parte della rogatoria internazionale. Oltre al Lussemburgo, secondo La Stampa, gli accertamenti bancari riguarderebbero anche la Svizzera e San Marino.

“L’attuale governo non ha niente a che vedere con la ‘cricca’ – commenta il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi –. L’inchiesta coinvolge persone con entrature che risalgono alle responsabilità precedenti alle nostre. Berlusconi è intransigente e direi anche intollerante nei confronti dell'illegalità”. “Non sono le mele ad essere marce ma il cesto – dice invece il segretario del Pd, Pierluigi Bersani –. Un sistema di regole volutamente sbagliate ha consentito deroghe alla normativa europea sugli appalti, aprendo un'autostrada alla corruzione”. Italo Bocchino, portavoce dei finiani del Pdl, si concentra sul ddl anticorruzione. “Ha un forte valore simbolico ma è carente nei contenuti – afferma –. Bisogna renderlo più stringente. Prevede l'inasprimento delle pene e l'interdizione per 5 anni in caso di condanna definitiva. Ma chi è stato condannato in Cassazione per reati quali corruzione, concussione, turbativa d'asta o altri legati alla carica politica, deve essere interdetto a vita”.

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