Mania Facebook: aumentano i reati informatici

Cronaca
postale

La diffusione dei social network, miniere di informazioni personali, rende tutto più facile ai ladri di identità e ai cacciatori di dati bancari. I numeri e le avvertenze della Polizia postale

Di Cristina Bassi

Succede ogni giorno. È normale mettere su Facebook informazioni private come la data di nascita dei propri figli, il nome del coniuge, il piatto che ci piace di più, la città del cuore. Da qui, chiunque può dedurre le nostre password e la risposta alle domande segrete della casella e-mail, i codici della connessione Internet e di home banking. E introdursi nel nostro conto corrente oppure servirsi dell’identità informatica altrui per diffamare, minacciare, truffare, scaricare materiale illecito. Il passo è brevissimo.

“I consigli di base sono di non mettere ‘in piazza’ sul web informazioni personali e sensibili e di non scegliere password troppo semplici o scontate”. Fabiola Treffiletti, funzionario della Polizia postale della Lombardia ripete le regole per navigare sicuri soprattutto nelle scuole. “Tutti i ragazzi usano Facebook e Msn, fin dalle medie. Spesso danno dati privati, come il numero di cellulare e l’indirizzo di casa o di scuola, perché si sentono protetti dalla Rete. È importante quindi che conoscano i rischi della Rete”, spiega. E aggiunge: "Con il boom dei social network, così semplici da usare, sono aumentati gli utenti abituali di Internet e quindi anche i reati informatici". Ecco i dati, inediti, della Postale relativi al 2009. I numeri si riferiscono limitatamente all’attività di questa sezione della polizia.

Lo scorso anno le persone arrestate per reati su Internet sono state 233, 8.620 quelle denunciate, 1.731 le perquisizioni effettuate. Sono stati monitorati 56.505 siti, 127 sono stati oscurati. Gli arresti per pedopornografia sono stati 53 (39 nel 2008), le denunce 1.186 (1.167 l’anno precedente). Per i reati nel commercio elettronico (uso illecito di carte di credito, frodi online, truffe negli acquisti sul web) sono state arrestate 118 persone (102 nel 2008) e 4.582 sono state denunciate (4.115 l’anno prima). Anche il commissariato virtuale della polizia ha raccolto segnalazioni e denunce. Le segnalazioni per hacking sono state 669, 2.227 quelle per pedopornografia, 384 quelle per reati legati all’e-commerce e 7.556 quelle per phishing (il furto dei dati bancari tramite e-mail). Si aggiungono le denunce fatte tramite Internet: 496 per uso illecito di carte di credito (separato in questo caso dalla voce commercio elettronico, ma comprensivo delle clonazioni tradizionali), 2.807 per e-commerce fraudolento, 901 per intrusione informatica, 630 per phishing e 205 per dialer (installazione di programmi che fanno chiamate a pagamento all’insaputa del proprietario del pc).

I social network meritano un’attenzione particolare. Sia perché rappresentano un veicolo per contenuti pedopornografici, violenti, discriminatori, diffamatori, sia perché sono una miniera di dati privati. Un invito a nozze per i ladri d’identità e di profili, i cacciatori di password e codici bancari, i diffusori di spam e virus. E per chi cerca una connessione ponte da usare per commettere reati come l’adescamento di minori o il cyber stalking. Le forze dell’ordine possono indagare e risalire ai responsabili, per aiutarle occorre che la vittima salvi sempre il contenuto dei messaggi sotto accusa.

Tutti devono seguire qualche elementare regola. La prima è, appunto, non fornire dati sensibili e personali via posta elettronica, non cliccare direttamente sui link contenuti nelle e-mail, non rispondere ai messaggi offensivi per insultare o minacciare denunce: vanno semplicemente ignorati. Fare attenzione agli errori di grammatica e ai caratteri anomali nei messaggi, ricordare che una banca non chiederà mai via mail le password dei clienti. C’è poi da rispettare la cosiddetta “netiquette”, l’etichetta dell’internauta. Sui forum e nelle community è bene usare un linguaggio corretto e adeguato, se si fa una citazione menzionare sempre l’autore, non dare seguito alle catene di Sant’Antonio, non pubblicare messaggi privati di altri e non mettere in cattiva luce nessuno, prima di inserire i propri dati in un sito, controllare la presenza dei segni che ne certificano la sicurezza: la scritta “https” e il simbolo del lucchetto. Infine tenere conto del fatto che la Rete non dimentica e che tutto ciò che viene postato, foto, pensieri, emozioni, non si cancella più.

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